Consiglio su decisione

Salve, da un mese sto facendo delle sedute da una psicologa perché ho problemi con il mio gruppo di lavoro, nel relazionarmi, non vado d’accordo e non ho legato con nessuno anzi ho litigato con qualche collega è proprio un una discussione è emerso che mi odiano tutti perché non faccio mai cambi turno, non faccio gruppo Etc.
Da quando vado dallo psicologo però un po’ le cose stanno migliorando, cerco di interagire con tutti, di non litigare etc, ma veniamo al dunque, io vorrei un consiglio su una situazione: ho chiesto al mio capo per il mese di marzo la possibilità di tenermi fuori al pomeriggio di giovedì e venerdì perché sto seguendo un corso (lei mi ha chiesto che corso?
Le ho detto un corso personale, non potevo mica dirgli che sto andando dallo Psico, e lei mi ha detto ma è un problema solo di questo mese?
Io le ho risp di si!, oggi la mia collega mi chiede per fine mese un cambio turno di venerdì.
Cosa faccio?
Vorrei dirle no nel rispetto dei miei impegni e della richiesta fatta al mio capo, ma non vorrei dirle no per non sembrare per l’ennesima volta quella che non fa i cambi turno (anche se 2 volte le ho fatto il favore) come mi comporto?
Senza deludere nessuno?
Grazie mille
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.7k 179
Gentile utente,
troppo spesso ci vengono rivolte domande che non appaiono sincere, e la sua è una di queste. Mi perdoni se ho equivocato, ma ecco gli aspetti della sua email che lasciano perpessi.
Primo: lei ha iniziato un percorso con una psicologa per problemi di relazione sul lavoro... e quando deve trovare il modo per non scontentare una collega su un cambio turno si rivolge ad altri, ossia a noi?
Secondo: ha chiesto al suo capo di lasciarla libera due pomeriggi consecutivi ogni settimana, solo per un mese. Ma quale percorso psicologico prevede due pomeriggi consecutivi, e solo per un mese?
Terzo: ha bisogno di certe ore libere per il suo percorso, ma non ha chiesto alla psicologa di certificarle questo impegno, non le ha chiesto nemmeno cosa spiegare al suo capo in alternativa, infine sembra ignorare che mentre eventuali corsi di studio rientrano nei permessi delle 150 ore, che non tutte le condizioni lavorative prevedono, i permessi per ragioni sanitarie vengono concessi senza che il lavoratore dichiari la sua patologia, per ragioni di privacy.
A me sembra, cara utente, che lei debba rivolgere queste domande allo specialista che la segue, ed eventualmente essere più chiara, per permetterci di aiutarla.
Coi migliori auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com