Mi sento molto triste e non trovo senso alla mia vita

Salve dottori, ho 30 anni, sono di Milano ma vivo all'estero da 11anni.
Sono sposata da 2 anni ma non sono felice nella mia vita.

Sono cresciuta in un clima di violenza.

Mio padre sempre ha lavorato molto per la famiglia ma ha sempre avuto il vizio di alzare le mani su mia madre.

Mia madre, maltrattatrice, personalità instabile, mi ha sempre schernita, criticata e mi ha sempre messa a confronto con gli altri.
Mia sorella, auto-lesionista, oltre a maltrattarmi verbalmente mi alzava le mani.

Quando avevo 16 anni mia madre decise di lasciare mio padre.
Io ero molto attaccata a lei e non ho avuto una adolescenza sana e socievole con gli altri perché la volevo proteggere e volevo stare sempre con lei.

A 16 lasciai l'istituto e siamo finite in una comunità per donne maltrattate.

Poi lei mi lasciò là perché voleva tornare da mio padre. Mi dava la colpa di averlo lasciato solo perché io quando vivevamo in casa, le dicevo che se non stava bene con mio padre e in piú lui la picchiava, doveva prendere una decisione.

Restai un anno e mezzo da sola in comunità e poi me ne andai a vivere da sola ai 18 anni.
Trovai una stanza in un appartamento in condivisione e un lavoro come teleoperatrice in un call center.

Dopo qualche mese, Mia madre mi telefonava dicendo che aveva bisogno di me...che gli mancavo ecc...andai a casa dei miei genitori per Natale ma in seguito a una lite furibonda decisi di andarmene.

Mia madre mi chiese scusa per avermi trattato male e mi chiese aiuto.
La accolsi nella Mia stanza in affitto ma non potevamo stare tutte e due così affittai un monolocale.

La accolsi e le trovai lavoro nel mio call center ma quel lavoro non lo voleva.
Si lamentava e diceva che il monolocale era uno schifo, che rivoleva la sua casa ecc...mi maltrattava ogni giorno psicologicamente.

Così a 19 anni sono scappata il piú lontano possibile e sono andata a vivere a Parigi come au pair.

Poi ho iniziato a lavorare come cameriera e in tutti questi anni sono sempre stata fuori lavorando tantissime ore...nel 2012 sono venuta a vivere in Spagna e ho sposato mio marito.

Non sono felice.

Lui mi ama ma io non sento l'amore Vero. Solo sento un profondo affetto per lui e fra noi non c'è passione, sembriamo fratello e sorella.

Il lavoro di cameriera l'ho lasciato per creare il mio negozio ma non è andata bene per motivi economici. Mi sto formando per creare un altro lavoro ma mi sento male.

Mi chiedo a cosa serve vivere.

Sono molto sensible e ho difficoltà a fare amicizia perché tutti mi sembrano superficiali e senza cuore. Non trovo amore in nessuna persona e ho solo voglia di stare da sola.

Ho amato molto mio marito ma sono stanca di lui perché non mi ama e non mi fa sentire come avrei bisogno, è molto lunatico io invece troppo affettuosa.

Gli ho parlato mille volte ma tutto continua allo stesso modo, non capisco che senso ha la vita senza amore.

Sono stanca di lottare.

Non ho piú famiglia e nemmeno amore come desidero.

Sono stata anoressica dai 14 anni e adesso sono bulimica.

Mi sento stanca di vivere.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2017 al 2020
Psicologo, Psicoterapeuta
Leggendo la sua storia si può capire quanto un passato così pesante abbia interferito con la sua crescita fino all’attuale visione negativa della vita e dei rapporti con gli Altri. La necessità di sopravvivere a realtà difficili da tollerare come la violenza fisica e verbale in famiglia, lasciano sempre ferite profonde che ogni tanto riaffiorano con il carico di dolore che il ricordo di questo passato comporta.
Nella fatica di superare tutto questo lei ha dimostrato coraggio e capacità di agire di molto superiori all’età in cui i fatti accadevano. Nella sua lettera non dice se nei diversi tentativi di allontanarsi dalla famiglia (istituto e poi comunità) ci sia stato un qualche intervento di presa in carico e supporto psicologico che le fosse di aiuto a vivere la complessa realtà in cui si trovava.
Immagino che questo non sia avvenuto e presa dalle necessità di risolvere problemi di ordine pratico: trovarsi un lavoro, una nuova realtà lontana dai posti in cui aveva tanto sofferto, cercare una vita affettiva con una prospettiva di famiglia serena, ha cercato comprensione e aiuto nella figura del suo attuale marito, dal quale però non ha ricevuto quanto le sue aspettative richiedevano. La delusione sentimentale ho affetto volevo l’amore la fa sprofondare in uno stato di resa depressiva . Il problema alimentare che ha solo cambiato versione, passando dall’anoressia della sua adolescenza all’attuale bulimia, non fa che aumentare la sua difficoltà.
Ora ha 30 anni e sente tutto il peso dell’insuccesso delle sue aspirazioni, ha perso forse anche la voglia di raccontarsi perché nessuno le sembra in grado di accogliere il suo dolore per il passato e la sua stanchezza di vivere.
Ma se ha scritto questa lettera vuol dire che una parte di lei è ancora viva e con il desiderio di vivere.
Certo il passato non lo si può cancellare ma per guardare ad un futuro possibile bisogna sia guidata ad archiviarlo . Si rivolga ad un centro per i disturbi alimentari vicino a dove lei risiede; potrà trovare professionisti in grado di darle il supporto psicologico che le serve per superare anche la stanchezza di vivere in cui ora si trova e ritrovare fiducia in se stessa e negli altri.
Ha lottato tanto non smetta di farlo, lo deve a se stessa e al coraggio che finora ha dimostrato.

Il mio più cordiale saluto
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