Senza speranza

A volte penso di stare bene ma poi casco sempre dalle nuvole... e quando ritorno in questo stato penso che in realtà sia questa la lucidità.

Da che ricordo non sono mai stata bene nella mia vita... sono sempre stata impaurita e inquieta, ho sempre avuto una bassa autostima.

Ho sempre remato contro una mia crescita sana... ho sempre escogitato qualcosa e ho avuto problemi relazionali, fissazioni sul cibo ecc... ho sempre trovato un escamotage per chiudere le mie porte al mondo reale.

Ho sempre avuto problemi relazionali perché sono sospettosa e paranoica... pretendo che le persone mi diano tutte loro stesse, che "mi salvino", specialmente i ragazzi e io non do niente in cambio.

Sono un'egoista e lo sto capendo sempre di più.

Non sono in grado di offrire nulla.

Non ho interessi e sento che la mia vita è vuota... do il minimo perché è quello che riesco a dare... non ho ambizioni, non vedo un mio futuro.

Sono diciamo in un'ottica conservativa... cerco di sopravvivere e ciò che sono o meglio non sono genera in me profonda tristezza.

Prima ero più preoccupata di restare sola e la soluzione per me era attaccarmi spasmodicamente a un ragazzo... ora ho la certezza che resterò sola perché l'uomo che amo e con cui credevo sarei riuscita a cambiare non ce la fa più... per via della mia paura che si traduce in egoismo, del mio cinismo e pessimismo patologico e del fatto che non ho nulla da offrire e sono un' irriconoscente... io avevo bisogno di lui perchè è una persona piena di ambizioni e di vita... ma io gliela sto togliendo perchè non sono assolutamente capace di stare in una relazione... all'inizio sono magiche poi le rendo infernali per tutti e due e riesco sempre a farmi odiare e a far mancare l'aria e lo spazio all'altro.

Purtroppo non penso di essere in grado da sola di fare nulla e godermi la vita...riesco solo a essere spettatrice/compagna della vita altrui... specialmente appunto dei ragazzi.

Io da sola non sono in grado di essere/fare nulla.

Non riesco proprio a iniziare ad "essere".

Ho anche una malattia cronica neurodegenerativa ma sto bene per ora.

Prendo da mesi un antidepressivo a basso dosaggio.

Sono stata da una psicoterapeuta x anni fino all'anno scorso... poi ho lasciato perchè mi sembrava che chiacchierassimo senza scopo, che non si andasse da nessuna parte.

Sono andata da un'altra ma proprio non mi ci trovavo e ho lasciato, inoltre ultimamente sono molto chiusa e non mi fido nè ho speranza nei rapporti umani, o forse neanche li tollero... dunque non ho proprio la forza di riprovare ad andare da qualcun altro e non sopporto più gli psicoterapeuti.
Nonostante la mia età mi sento già vecchia... anzi che ormai è troppo tardi.

Se potessi dormirei tutto il giorno.

Penso ciclicamente che la "soluzione " sia smettere di vivere... ma quando penso al come il mio cervello fa dietrofront... accade spesso.

Vorrei un parere o un consiglio... capire se tutto questo ha un senso
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Dr. Daniele Regini Psicologo 36 3
Buongiorno,
mi dispiace molto per questa situazione così carica di sofferenzache sembra avvolgere i vari aspetti della tua vita.
Capisco come, dopo anni di sofferenza lo scoraggiamento sembra avere il sopravvento ma se sei qui a scrivere forse un po' di speranza nella psicoterapia e nella possibilità di stare meglio ancora deve esserci.
Non conoscendo aspetti della tua vita, posso parlare solamente in generale ma ciò che mi ha colpito è il fatto che spesso sembranno esserci nelle tue frasi delle categorie rigide di vederti, che portano con sè il rischio di far emergere solamente le problematiche e i giudizi negativi contro di te. Alla base di ogni situazione e di ogni difficoltà vi è sempre una motivazione, un senso di quel preciso sintomo. Il mio consiglio è quello di cercare di uscire da queste categorie rigide e cercare di comprendere, sicuramente aiutata sarebbe più facile e più sostenibile, che cosa si annida dietro il tuo modo di gestire i rapporti e la tua vita.
Buona giornata e resto a disposizione per qualsiasi chiarimento

Dr. Daniele Regini

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta.
Con categorie rigide intende il mio definirmi egoista pessimista e cinica?
Il fatto di essere egoista è una cosa che ho scoperto e accettato al punto di dirlo davvero da pochi giorni perchè alcuni chiarimenti col mio ragazzo mi hanno fatto capire che sebbene io mi fossi sempre vista come una vittima sono spesso io a trattare male gli altri forse proprio per il fatto di sentirmi una vittima.. dunque il mio malessere mi porta a pretendere che l'altro molli ogni aspetto della sua vita per dedicarsi completamente a me senza considerare i bisogni altrui.. se non ottengo ciò di cui ho bisogno sono pronta a tutto per ottenerlo ricattando l'altro mettendolo in una condizione in cui non ha scelta.
Il mio pessimismo è sempre di fondo ma emerge soprattutto in questi momenti quando mi sembra di vedere la realtà faccia a faccia.. il mio cinismo lo apprezzo talvolta ed è il problema minore perchè è gestibile.
Ora sento che ho pochissima energia per poter iniziare un percorso è questo il problema.. E in generale tutto mi stressa molto e mi lascia senza energie.. anche le cose più semplici o che in altri scatenerebbero un po di entusiasmo.
Poi come scritto sopra la mia bassa autostima, la mia età, il mio passato e la mia condizione attuale mi portano a pensare che non posso farcela.. mi sento senza forze
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Dr. Daniele Regini Psicologo 36 3
Salve, quello che intendevo dire è che ciò di cui parla lei sono atteggiamenti e modalità di relazionarsi con gli altri che ha appreso nel tempo e di cui sarebbe utile comprendere l'origine e soprattutto il motivo della loro esistenza, così da potersene veramente "liberare". I sintomi o i comportamenti sono sempre un qualcosa che mettiamo in atto, volontariamente o no, per esprimere qualcosa o perchè hanno a che vedere con la nostra storia e il nostro passato e, finchè non acquisiamo la consapevolezza di tali questioni, è difficile metterli da parte. Capisco perfettamente la difficoltà e lo scoraggiamento nel doversi nuovamente impegnare in un percorso terapeutico, però penso che sarebbe la cosa più funzionale. Proprio al fine di poter ricominciare a prendere in mano la propria vita e riacquisire la capacità di decidere cosa fare e cosa no visto che, se ci pensa, ora è il malessere a scegliere per lei.
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno io credo di aver compreso l'origine di quasi tutti i miei problemi.. sono stata in terapia per più di 4 anni, sono a conoscenza delle cause che mi portano a vivere così, ma non mi sembra di stare meglio anzi.. inoltre nel mio caso non si tratta di "ricominciare a prendere in mano la propria vita" ma credo si tratti di farlo per la prima volta.. dunque inizio a pensare sia impossibile. Nonostante ciò obiettivamente mi rendo conto che alcuni aspetti della mia vita vanno meglio, prima avevo molta ansia a causa della mia situazione a casa.. ho vissuto con mia mamma e mio fratello perchè i miei si sono separati quando ero piccola.. probabilmente da qui nasce il mio difficile rapporto con i ragazzi e la mia paura per l'abbandono.
Da piccola sono stata spesso umiliata da loro che facevano comunella.. prendendomi in giro perchè ero ignorante e non conoscevo alcune cose.. ripeto già da piccolissima.. con umiliazioni pubbliche. Dunque credo questo abbia avuto un impatto sulla mia curiosità poiché non potevo permettermi di chiedere qualcosa altrimenti avrei rivelato la mia ignoranza. Mia madre inoltre adora piangersi addosso.. è affetta da un grande vittimismo e impulsività, atteggiamenti teatrali.. mi angosciava molto.. facevo incubi terribili su di lei, come se ne avessi paura.. la comunicazione è sempre stata difficile.. ma ultimamente riesco anche ad apprezzarla e la comunicazione va meglio.. solo piccoli fastidi legati ai suoi modi. Mio fratello è sempre stato una specie di padre padrone, l'ho odiato molto, ma a volte mi è stato molto vicino in situazioni.. è un rapporto difficile ma ho imparato a lasciarmi scivolare questo tipo di angosce.. mio padre è praticamente un automa non mi capisce e praticamente non ho un rapporto con lui anche se da piccola lo avevo.. in ogni caso al di là di questi rapporti che ho accettato sento un peso molto più grande legato proprio alla mia esistenza.. mi sembra tutto difficile inoltre l'ansia ha lasciato spazio alla depressione.. e ho molte paranoie.. mi viene fatto notare spesso come io travisi le parole e le intenzioni delle persone.. mi appaiono sempre cattive e a volte dei gesti affettuosi credo siano prese in giro o non siano sinceri.. spesso si scatenano liti e solo quando mi viene spiegato attentamente come stanno le cose dopo anche ore riesco a capire che sotto non c erano cattive intenzioni.. perchè mi accade questo? Mi crea molti problemi con la gente e sofferenza.. sembra che io non riesca ad accettare che qualcuno mi ami.. vado sempre a cercare quell'elemento che riveli ciò che di fondo penso ovvero che la genta voglia liberarsi di me.. e rendo i rapporti intimi molto pesanti per via della mia ricerca di conferme portando le persone a confermare la mia teoria. Questi sono alcuni elementi che ritengo di aver compreso e che ho trattato abbastanza con la mia psicologa.
Perchè sto ancora in questo modo? Lei crede che posso stare meglio di così o sarò destinata a stare sempre male? Crede che abbia qualche disturbo psichiatrico che mi porta a vedere la realtà in modo diverso e a farmi le paranoie di cui ho parlato? Inoltre se sto prendendo degli antidepressivi e mi sento così mi chiedo in che modo potrei stare senza..
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Dr. Daniele Regini Psicologo 36 3
Guarda, dare una risposta alla tua domanda su una diagnosi psichiatrica basandomi su quanto letto è complesso e rischierei solo di farti venire ancora più dubbi e non potrei comunque essere affidabile. I farmaci sono una questione delicata di cui non sono esperto, non essendo psichiatra, e che vanno costantemente monitorati insieme ad uno specialista, così da poter trovare la terapia più accurata. Posso dirti che nessuno è destinato a star male e che non bisogna mai arrendersi ma lottare con ogni mezzo per cercare di trovare la serenità.