Vedersi muovere e parlare

Gentili dottori,
oggi mi sembrava di guardare il mondo in qualità di spettatore, non so come spiegarlo: come se pilotassi il mio corpo! Tale sensazione ha avuto una durata media di 15minuti. Ero perfettamente consapevole di ciò che facevo e dicevo ma come se la vivessi da spettatore, voglio precisare di non essere un fumatore, di non far uso di alcolici ne di sostanze stupefacenti! Sono un salutista, posso riferire alcuni episodi che mi accadevano da bambino, forse hanno una relazione: La mattina, al risveglio, vedevo immagini proiettate al muro, come se i miei sogni proseguissero dopo sveglio e si proiettassero sulle pareti. In realtà mi divertivano molto queste proiezioni, erano quasi sempre sogni simpatici del tipo cavalli che corrono, cartoni, ecc. Un altra cosa che mi accadeva molto più frequentemente era di ascoltare mentalmente concerti di musica classica (studiavo pianoforte da bambino), di nessun autore in particolare ma mi tenevano sveglio per diverse ore prima di addormentarmi. Durante tutta l'adolescenza non ho avuto nessuno di questi episodi ma in realtà avevo moltissimi flashback (sensazione di aver già vissuto determinati momenti) e tali eventi erano così frequenti che decisi di pianificare alcune azioni come ad esempio "cambiare" l'evento che mi sembrava di aver già vissuto. Scritto così sembra la trama di un film ma è esattamente ciò che mi accadeva. Posso aggiungere qualche dettaglio sul mio modo di essere: determinato, riflessivo, ordinato, ottimista. Sono un sistemista informatico, ho uno spiccato senso logico cerco sempre di analizzare pro e contro di ogni situazione. A volte ho qualche interrogativo su ciò che mi circonda, ad esempio: alcune situazioni divertenti per altri a me non fanno ridere affatto oppure mi capita di scorgere significati nascosti che altri non notano. In un certo senso sono sempre stato soddisfatto di ciò che sono ma ammetto che trovo frivole la maggior parte delle persone e, quindi, ho una ristretta cerchia di amicizie. Spero che questo episodio sia un caso isolato anche perchè se lo raccontassi a qualcuno questi penserebbe che ho bevuto! Cosa potrebbe essere in realtà ? Una specie di allucinazione controllata ?? grazi a tutti.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile utente, così come racconta la sua esperienza questa farebbe pensare ad un fenomeno di depersonalizzazione, ossia la sensazione di percepire il prorpio corpo come estraneo o da un'altra prospettiva. Questo fenomeno può verificarsi in varie situazioni , stress, ansia, traumi ecc. per cui un consulto psicologico potrebbe esserle di aiuto.
Per quel che riguarda le esperienze di dejavù, quest'ultime sono in genere la conseguenza di difetti di interpretazione del cervello, e varie teorie sono in grado di spiegarne il processo. Tra queste la più accreditata è quella dell'attenzione distrattiva, ossia si percepisce l'ambiente circostante in modo distratto e poi quando si focaliza l'attenzione si ha la sensazione di esserci già stati , il chè è vero, ma non anni addietro ma qualche attimo prima, solo che il cervello lo elabora come un vecchio ricordo.
Ne parli con uno psicologo il quale potrà chiarire le sue sensazioni ed aiutarla anche a capirne il perchè.
cordialmente

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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dopo
Attivo dal 2009 al 2016
Ex utente
Grazie per la risposta.

Effettivamente, nel momento in cui ho avuto la sensazione di vivere da spettatore, ero un pò in ansia perchè mi trovavo in un posto ma dovevo andare al più presto in un altro!

Per ciò che riguarda la teoria dell'attenzione distrattiva sulle esperienze di dejavù vorrei aggiungere di aver analizzato con molta attenzione gli eventi di cui sono stato testimone primario e mi piace molto questa teoria ma non la assocerei a tutti i casi di dejavù che ho avuto e anzi mi scuso per non aver specificato le condizioni in cui avvenivano.

Ci sono state occasioni in cui mi è sembrato di aver già visto un posto in cui non ero mai stato prima e collocherei tale teoria a questo evento ma ci sono dejavù che si riferiscono a discorsi che facevo con qualcuno e, mentre la mia attenzione sul discorso era al 100%, mi capitava di avere la sensazione di averne già parlato (con quella stessa persona). In queste occasioni cercavo di cambiare l'evento che mi sembrava di aver già vissuto per dare una risposta a questi strani episodi. Sicuramente si tratta di qualche difetto di interpretazione simile all'attenzione distrattiva ma non riferita all'ambiente.

Ho parlato di questi episodi di dejavù pensando che potessero essere importanti per diagnosticare il caso che ho avuto di depersonalizzazione. Pensa sia il caso di rivolgermi ad uno psicologo sin da subito oppure solo nel caso si ripetessero queste sensazioni di pilotare il mio corpo ?

la ringrazio molto per tutto.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Il meccanismo psicofisiologico del dejavù non cambia per la sensazione sul dialogo, anche aspetti simili di un discorso vengono interpretati ed alaborati coma già vissuti, ma si tratta comunque di ricordi falsati (mai fidarsi dei processi mnemonici)
per quel che riguarda la depersonalizzazione se questa si ripresenta è il caso di recarsi da uno psicologo-psicoterapeuta.

cordialmente
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente, se questi episodi non le provocano sofferenza e se per il resto può affermare di vivere una vita ben equilibrata, credo che potrebbe evitare tranquillamente di preoccuparsene, tranne magari fare qualche accertamento medico giusto per tranquillizzarsi.

Se lei, oltre a essere una persona determinata, riflessiva e ordinata e ad avere uno spiccato senso logico, ha anche questo suo lato più "creativo", credo che ciò possa essere una risorsa dalla quale eventualmente attingere, più che un suo lato da negare o da temere.

Oltre che psicologo sono anche un informatico e le confermo che coltivare anche "l'altro lato" è salutare.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#5]
dopo
Attivo dal 2009 al 2016
Ex utente
Risposte eccellenti, vi ringrazio molto.

Dr. Santonocito ho gradito molto la sua riflessione poichè, in qualità di informatico, può capire bene cosa significa ragionare sulla compilazione di un programma analizzando le varie conseguenze possibili (if...) ...

Nella vita, forse più di altri, impariamo a ragionare sulle conseguenze delle nostre azioni e poi anche sulle probabili azioni e conseguenze degli altri...

Effettivamente l'episodio non mi ha disturbato ma soltanto incuriosito. In genere mi capitano anche altri episodi, diversi da questo, ma non ne parlo con nessuno proprio perchè non mi disturbano affatto. Un altro motivo per il quale non ne parlo è perchè sono episodi sporadici e possono sembrare irreali. Uno dei tanti mi capita a letto, nel momento in cui sono rilassato e sto per addormentarmi vedo tutta la stanza con gli occhi chiusi, ho provato anche a mettere le mani e poi anche il braccio d'avanti agli occhi perchè le prime volte pensavo che fossero piccole fessure delle palpebre aperte a permettermi di vedere con gli occhi chiusi. Vedo in un modo diverso, con una visuale più ampia! questa capacità sparisce se mi agito troppo. Ho pensato mille volte a tante possibili cause ma la cosa non mi disturba e quindi non è un problema.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
> può capire bene cosa significa ragionare sulla
> compilazione di un programma

Certo, mi riferivo proprio a questo. Quando mi occupavo d'informatica a tempo pieno, notavo un fenomeno diverso dal suo, ma che nondimeno mi faceva capire quanto faticoso possa essere scrivere programmi. Notavo che dopo diversi giorni di programmazione continua, uscire dallo studio la sera e immergersi nei normali rapporti umani di tutti i giorni richiedeva una certo periodo di "decompressione", come se la mente si dovesse riabituare e riadattare di nuovo a leggere le espressioni e i segnali non verbali delle persone. Poi, dopo qualche ora tutto tornava come prima, ma il cambiamento era nettamente percettibile.

Il discriminante più importante per capire se si possa parlare di patologia o meno è: causa sofferenza a me o agli altri? Se la risposta è no, ripeto, non vedo motivo di preoccuparsi. Faccia qualche accertamento e poi vada avanti.

Cordiali saluti e buona programmazione