Senso di colpa

Salve, ho recentemente passato una selezione per la formazione di una graduatoria per ottenere un posto di lavoro.


Avevo già sostenuto selezioni per lo stesso impiego, ma per me questa era particolarmente importante perché mi avrebbe permesso di lavorare parecchio vicino alla mia città di residenza.


Ho inviato tutta la documentazione per poter partecipare alla selezione ma, per fetta o distrazione, non ho letto che nel bando c'era scritto che la data della prima prova sarebbe stata pubblicata nel sito internet dell'azienda.


Ho continuato a lavorare nel frattempo in un'altra azienda, lontano da casa e dalla famiglia, con la convinzione che sarei stato avvertito telefonicamente o via mail della mia convocazione, come mi accadde per le altre selezioni a cui partecipai.


Questo non è avvenuto e, per fortuna, sono stato avvisato per tempo da un amico della pubblicazione delle date.
Anche lui ebbe la mia stessa credenza, però ha avuto la sfortuna di risultare tra i convocati della prima data, pertanto non si è presentato ed è stato scartato dalla selezione, senza possibilità di recupero.


Io, grazie al suo avviso e al fatto che fui convocato qualche mese dopo, sono riuscito a organizzarmi per tempo per chiedere i relativi permessi dal lavoro e ho sostenuto tutte le prove riuscendo a superarle e ad entrare in graduatoria.


Arrivo al dunque: da qualche settimana ho un senso di colpa allucinante che mi dice esattamente questo: " Sei stato fortunato a essere stato avvisato e a risultare parecchio dopo nella data della prima prova; non meriteresti di essere assunto perché sei stato poco diligente nel non leggere bene il bando".


Ecco, ho questo senso di colpa che mi sta attanagliando e penso anche che sarebbe giusto rinunciare all'incarico, perché appunto, ho commesso un errore.


Probabilmente l'azienda ha seguito volutamente la procedura nel non convocare personalmente proprio per valutare il grado di attenzione e affidabilità del candidato.


Penso se sia giusto o no rifiutare la chiamata a lavoro per un senso "del giusto" e per il fatto che se ci avessi davvero tenuto a questa posizione, non avrei commesso tale leggerezza.


Vorrei gentilmente un Vs parere in merito a riguardo.
Grazie
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Penso se sia giusto o no rifiutare la chiamata a lavoro per un senso "del giusto" e per il fatto che se ci avessi davvero tenuto a questa posizione, non avrei commesso tale leggerezza.

Se fossi al suo posto, io non rifiuterei e accetterei la convocazione, se fossi chiamato.

"Colpa" è una parola che può avere molte sfumature e certamente nel suo caso non c'è stato "dolo". Cioè il suo interesse era quello di essere assunto, così come quello del suo amico che, da vero amico, l'ha avvisata dell'errore.

Ma il fatto che lui sia stato escluso e lei no, non è "colpa" di nessuno. È stato semplicemente un caso.

Credere che tutto ciò che ci capita sia dovuto a noi, anche solo per colpa, è una forma di egocentrismo. Il mondo riesce ad andare avanti anche senza il nostro intervento.

Se sarà assunto, avrà modo di dimostrare quanto vale, ma se invece rifiutasse sentirebbe facilmente in futuro colpa verso se stesso, per aver rifiutato.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Dr. Francesco Beligni Psicologo, Psicoterapeuta 257 18
Salve, per quanto non sia possibile effettuare una diagnosi che abbia un minimo valore in questa sede, nel suo racconto noto un atteggiamento che oscilla tra l'ossessione e la paranoia.

La paranoia potrei riconoscerla in quella che sembrerebbe essere la sua "sindrome dell'impostore" che risulta abbastanza evidente. Anche nel forte (oserei dire esageerato) "senso morale e di giustizia" che dimostra ponendosi il problema di dover accettare o rifiutare il posto di lavoro.
Anche il pensiero "Probabilmente l'azienda ha seguito volutamente la procedura nel non convocare" mi fa accendere qualche spia.
Inoltre scorgo anche qualche segnale di pensiero dubbioso.

Fermandomi al consiglio che lei ci chiede, il mio parere è che dovrebbe essere felice di accettare quella posizione e ringraziare calorosamente il collega che l'ha avvisato. Sono abbastanza sicuro che anche lui sia lieto che almeno lei abbia potuto beneficiare della cosa dato che a lui era comunque stata negata. Direi che questa persona ha già dimostrato il suo altruismo con il suo gesto, quindi non ha senso sentirsi in colpa per lui.

Tuttavia, se posso permettermi un consiglio più generale, le consiglierei di chiedere un consulto specialistico con uno psicologo/psicoterapeuta in quanto questi aspetti del suo funzionamento psicologico immagino che si riversino anche in altri ambiti della sua vita e questo potrebbe averla portata a divenire una persona un po' "rigida" e dubbiosa.

Ci tengo a precisare che le mie sono solo supposizioni basate su questo breve racconto e che necessiterebbero di essere indagate adeguatamente. Le ho portate nel caso in cui volesse approfondire questi aspetti.

Spero di essere stato d'aiuto

Resto a disposizione

Dr. Francesco Beligni - PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
Riceve su Siena-Arezzo oppure ONLINE
www.francescobeligni.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2022 al 2022
Ex utente
Gentili Dottori, vi ringrazio tanto per le vostre risposte e per il supporto, mi hanno aiutato tanto.

Il fatto che però ora voglio assolutamente precisare che, chi mi ha avvertito, più che un amico è un conoscente che fa il mio stesso lavoro (cosa che non penso cambi le carte in tavola rispetto alle risposte che ho ricevuto), mi fa riflettere ancora di più su come, in questo periodo della mia vita, stia rientrando nel circolo delle ossessioni e delle compulsioni, a cui nel primo messaggio, volutamente, non ho voluto fare riferimento.

Sto già prendendo tutte le precauzioni del caso, con l'aiuto di specialisti.
[#4]
dopo
Attivo dal 2022 al 2022
Ex utente
Un'altra cosa. Non mi sento in colpa per lui ma il mio era un discorso di carattere più morale, come se non meritassi di entrare nell'azienda, probabilmente è un senso di colpa verso l'azienda.
[#5]
dopo
Attivo dal 2022 al 2022
Ex utente
Gentili Dottori, in seguito ai miei ultimi messaggi, le vostre opinioni non cambiano? Posso accettare serenamente il lavoro senza sentirmi in colpa verso l'azienda?

Grazie per il supporto
[#6]
Dr. Francesco Beligni Psicologo, Psicoterapeuta 257 18
Caro utente

entrambi le abbiamo dato la nostra opinione in merito e per quello che mi riguarda non ha aggiunto dei dettagli che abbiano un valore rispetto al suo dubbio.

Piuttosto, il consiglio di rivolgersi ad uno specialista era più riferito in generale che non riguardo alla questione specifica. Ci tengo a rinnovarlo. Mi sembrerebbe insolito se questo suo dubbio ossessivo non si ripercuotesse anche in altre aree della sua vita.

Le faccio un in bocca al lupo per il nuovo lavoro

Dr. Francesco Beligni - PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
Riceve su Siena-Arezzo oppure ONLINE
www.francescobeligni.it