Linfonodo calcifico
Buongiorno,
a seguito di un infezione batterica (Bartonella) avuto nel 2003, che ha portato all'ingrossamento di più linfonodi inguinali (di cui uno asportato per biopsia, positività Bartonella), ho un linfonodo che risulta calcificato e che permane nelle dimensioni palpabili.
Nel luglio 2009 ho effettuato un ecografia di controllo, poiché lo stesso linfonodo sembrava ingrossato. Risultato:
In sede inguinale sn, in corrispondenza della tumefazione clinica obiettivabile, si evidenzia formazione nodulare ipoecogena con diametro massimo di circa 2 cm nel contesto della quale risaltano alcuni spots iperecogeni tipo calcifico (gli aspetti sono compatibili con linfonodo colliquato); non altre immagini di anlogo significato nel rimanente ambito inguinale.
Nel Marzo 2010 a seguito di controlli per dolori, addome inferiore sn, in seguito risultati essere legati a coliti nervose, ho eseguito una ecografia addome inferiore. Dalla quale si confermavano le dimensioni del linfonodo in oggetto:
Invariata la forma linfonodale calcifica segnalata in sede inguinale sn, tuttora del diametro di 2 cm.
Ora tengo monitorato quel linfonodo tramite autopalpazione, sembra che rimanga costante sui 2cm, anche se a volte ho la sensazione che esso vari leggermente le dimensioni aumentandole o diminuendole (leggermente).
Volevo capire se tale linfonodo è problematico, se è consigliabile monitorarlo regolarmente tramite ecografie, se rimarrà sempre di quelle dimensioni o prima o poi si ridurrà, se la calcificazione è un qualcosa di problematico.
Sono un tipo ansioso, forse mi preoccupo molto, ma volevo avere un idea chiara di come vivere con quel linfonodo.
a seguito di un infezione batterica (Bartonella) avuto nel 2003, che ha portato all'ingrossamento di più linfonodi inguinali (di cui uno asportato per biopsia, positività Bartonella), ho un linfonodo che risulta calcificato e che permane nelle dimensioni palpabili.
Nel luglio 2009 ho effettuato un ecografia di controllo, poiché lo stesso linfonodo sembrava ingrossato. Risultato:
In sede inguinale sn, in corrispondenza della tumefazione clinica obiettivabile, si evidenzia formazione nodulare ipoecogena con diametro massimo di circa 2 cm nel contesto della quale risaltano alcuni spots iperecogeni tipo calcifico (gli aspetti sono compatibili con linfonodo colliquato); non altre immagini di anlogo significato nel rimanente ambito inguinale.
Nel Marzo 2010 a seguito di controlli per dolori, addome inferiore sn, in seguito risultati essere legati a coliti nervose, ho eseguito una ecografia addome inferiore. Dalla quale si confermavano le dimensioni del linfonodo in oggetto:
Invariata la forma linfonodale calcifica segnalata in sede inguinale sn, tuttora del diametro di 2 cm.
Ora tengo monitorato quel linfonodo tramite autopalpazione, sembra che rimanga costante sui 2cm, anche se a volte ho la sensazione che esso vari leggermente le dimensioni aumentandole o diminuendole (leggermente).
Volevo capire se tale linfonodo è problematico, se è consigliabile monitorarlo regolarmente tramite ecografie, se rimarrà sempre di quelle dimensioni o prima o poi si ridurrà, se la calcificazione è un qualcosa di problematico.
Sono un tipo ansioso, forse mi preoccupo molto, ma volevo avere un idea chiara di come vivere con quel linfonodo.
[#1]
Gentile Utente,
affrontando l'argomento in modo generale mi sento di tranquillizzarla per il linfonodo, alcune minime variazioni di volume ,sono assolutamente "fisiologiche"; di sicuro un linfonodo che si è "attivato" per aiutare a combattere un'infezione non torneà mai più alle sue millimetriche dimensioni originarie.
Stia sereno, in assenza di motivi clinici specifici o di peculiari modificazioni del linfonodo stesso non ritengo utile uno stretto monitoraggio ecografico.
Cordialità,
affrontando l'argomento in modo generale mi sento di tranquillizzarla per il linfonodo, alcune minime variazioni di volume ,sono assolutamente "fisiologiche"; di sicuro un linfonodo che si è "attivato" per aiutare a combattere un'infezione non torneà mai più alle sue millimetriche dimensioni originarie.
Stia sereno, in assenza di motivi clinici specifici o di peculiari modificazioni del linfonodo stesso non ritengo utile uno stretto monitoraggio ecografico.
Cordialità,
Dr. Rodolfo Lanocita, Fondazione Istituto Nazionale Tumori - Milano
[#2]
Ex utente
Buongiono Dr Lanocita,
la ringrazio infinitamente per la sua pronta e esplicativa risposta.
La mia paura era quella che un linfonodo calcifico, fosse da tenere maggiormente controllato rispetto ad altri linfonodi.
Mi sembra di capire che sia quindi da trattare come altri linfonodi di più piccola entità. Nel senso consulto medico in caso di infiammazioni o consistenti modificazioni dello stesso.
Purtroppo sono una persona molto ansiosa, e mi allerto facilmente.
La ringrazio nuovamente per il tempo dedicatemi.
Distinti Saluti
la ringrazio infinitamente per la sua pronta e esplicativa risposta.
La mia paura era quella che un linfonodo calcifico, fosse da tenere maggiormente controllato rispetto ad altri linfonodi.
Mi sembra di capire che sia quindi da trattare come altri linfonodi di più piccola entità. Nel senso consulto medico in caso di infiammazioni o consistenti modificazioni dello stesso.
Purtroppo sono una persona molto ansiosa, e mi allerto facilmente.
La ringrazio nuovamente per il tempo dedicatemi.
Distinti Saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 32.4k visite dal 09/10/2010.
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