Necessità di consulto risolutivo su dannosità lastre nei bambini

Buongiorno.

Mio figlio di 6 anni ha la tosse da un mese, ha fatto due cicli di antibiotico e cortisone ma torna puntualmente. Poiché ha eseguito due proiezioni polmonari lo scorso dicembre la pediatra non ne vuole sapere di fargliele rifare.
All'auscultazione non si sente nulla (ma non si sentiva nulla nemmeno l'anno scorso, invece era broncopolmonite con versamento!).
Ora mi chiedo. Ha davvero senso tutto questo allarmismo per una lastra in più, posto che qui nessuno ha intenzione di abusarne? E' possibile che io debba rinunciare ad avere una diagnosi certa per paura di qualcosa di non ben definito e che un genitore debba sempre stare tra due fuochi?

Mi affido alla vostra esperienza e ringrazio!
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Dr. Alessandro Aiello Radiologo 808 21 2
Gentile Signora,
tutto dipende dalla necessità clinica e dai quesiti diagnostici. Se si pone la necessità di fare una diagnosi precisa con lo scopo di impostare una terapia adeguata allora l'esame radiografico ha una giustificazione e il timore deve passare in secondo piano. Una radiografia utile e necessaria non deve essere vista con paura immotivata.
Dando per scontato che nessuno voglia abusare circa l'impiego di radiazioni, valga sempre il principio di giustificazione.
Esiste sempre la possibilità di chiedere un secondo consulto specialistico.
In genere poi nei bambini così piccoli si esegue una sola proiezione in prima istanza.
Ci tenga informati se vuole.
Cordialità.

Dott. Alessandro Aiello
Dirigente Medico di Radiodiagnostica
U.O. Radiologia - Ospedale Giovanni Paolo II° - Sciacca (AG)

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore,

la ringrazio per la pazienza, anche perché deve spesso dare le stesse risposte.

Lo scorso dicembre hanno fatto due proiezioni una dietro l'altra, frontale e laterale. Non ne hanno fatta una sola in prima istanza.

Tra l'altro, chiedendo al mio compagno (io ero fuori) a lui sembra di ricordare che non abbiano messo nessuna protezione ai testicoli! E allora chi mi dice che abbiano utilizzato la giusta dose di radiazioni e che abbiano agito nell'interesse del bambino?

Ho letto che le radiazioni ormai hanno interagito con le molecole corporee. Cosa vuol dire "ormai"? Non riceviamo radiazioni quotidianamente anche dal suolo terrestre? Che danni possono aver lasciato a mio figlio? Poi leggo che le radiazioni però non si accumulano. Cosa significa?

Tutte queste angosce non sono immotivate, mi creda. La pediatra mi ha parlato di tumori, leucemie e mi ha detto che i radiologi non fanno fare le lastre ai propri figli "neanche per fratture". Me lo disse allora e me lo ha ripetuto questa volta.

Quando mi sono recata al pronto soccorso quest'anno la pediatra ha voluto mettersi in contatto telefonico con la dottoressa di guardia per assicurarsi che non venisse eseguita la lastra (che invece era stata richiesta, anche se all'auscultazione non si sentivano rumori sospetti, perché nonostante alte dosi di cortisone la tosse non passava).

Quando la mattina successiva ho detto alla pediatra che la lastra non era stata fatta ha detto "meno male" in un sospiro di sollievo.

Davvero, non capisco.

L'anno scorso me lo auscultarono in tre. La pediatra non sentì nulla. Recatami dalla guardia medica sospettò polmonite e mi prescrisse antibiotico. Su due piedi decisi di portarlo al pronto soccorso. Anche lì non sentirono nulla. Mi devo sentire in colpa di aver fatto fare le lastre a mio figlio l'anno scorso con una dottoressa che mi disse "non sono più le lastre di una volta", visto che avrei potuto ascoltare il parere della guardia medica e dargli subito l'antibiotico senza ricorrere a un parere pediatrico (motivo per cui mi rivolsi al ps)?

Ormai, col "terrorismo psicologico" che mi è stato fatto non riesco a pensare ad altro e l'unica cosa che posso dirmi è di evitare le lastre come la peste, perché anche ci fosse una minima possibilità remota è mio figlio e credo che possa capirmi!

Ora abbiamo fatto due cicli di antibiotici e di cortisone pesante ma se la febbre dovesse tornare, dopo un mese di tosse, credo che qualsiasi genitore indagherebbe. E io come dovrei sentirmi?

Grazie ancora di cuore.
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Dr. Alessandro Aiello Radiologo 808 21 2
Cara Signora,
penso di comprendere pienamente la sua preoccupazione. Cercherò di dare una "sintetica" risposta ai dubbi che Lei pone, per quanto possibile fare da qui e secondo la mia esperienza.
Le "dosi" erogate ai piccoli pazienti sono definite da protocolli, non sono date a casaccio. Il personale tecnico che esegue le radiografie ha il preciso obbligo di adottare tutte le misure preposte a proteggere gli organi radio-sensibili durante l'esecuzione degli esami. Dobbiamo pensare che il personale sanitario sia dotato di coscienza e che non si alzi la mattina per andare a far danni sui pazienti, si figuri quando si tratta di bambini (almeno dove lavoro io i piccoli pazienti diventano protagonisti di un "gioco" quando vengono a fare esami in radiologia).
Le radiazioni ambientali sono cosa diversa dalle radiazioni diagnostiche. Le radiazioni sono una forma di energia fisica che per forza deve interagire con le molecole biologiche, in alcuni casi danneggiandole. Tuttavia l'organismo umano è anche in grado di far fronte a questi danni riparandoli nella maggior parte dei casi. Per una radiografia (se necessaria).... stia serena!!!
Non mi permetto di dire che le angosce di un genitore siano immotivate (dal canto del genitore - mi creda sono genitore anch'io), ma ogni paura deve essere razionalizzata e sdrammatizzata se non basata su "reali catastrofi imminenti".
Con tutto il rispetto per la vostra Pediatra, penso che scaricare sui genitori una tale mole di timori sia un pò esagerato. Se tutti i bambini che sono giornalmente sottoposti a radiografie dovessero sviluppare tumori, sarebbe un'ecatombe, mi creda!
Dice bene quando parla di "terrorismo psicologico".
Le "lastre" vanno evitate solo quando non ce n'è bisogno clinico, come Le dicevo.
Nessun medico ha la palla di vetro che possa predire se le lastre saranno positive o meno, altrimenti non ci sarebbe bisogno di farle.
Quello che posso dirLe in conclusione è di affidarsi ad un bravo pediatra che, facendo il suo mestiere secondo scienza e coscienza, esegua un accurato esame clinico. Se dovesse emergere il sospetto di un processo patologico potrà in base alla sua esperienza di medico scegliere se effettuare una terapia a priori o se prescriverla dopo aver accertato la presenza di patologia con esami strumentali. Queste sono scelte cliniche su cui noi medici radiologi possiamo intervenire in maniera marginale.
Da medico radiologo e da padre di figli, posso solo dirLe che se fosse clinicamente necessario non sottrarrei un paziente, anche se bambino, ad un accertamento diagnostico strumentale giustificato.
Se suo figlio dovesse essere sottoposto ad un'altra radiografia (di certo con le dovute protezioni) necessaria per una decisione terapeutica non sarebbe la fine del mondo.
Le ripeto....STIA SERENA!
Auguri e cordialità.
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Utente
La ringrazio infinitamente,

le sue risposte dettagliate fanno onore al suo lavoro.

Se vuole, mi interesserebbe sapere il suo parere:

http://www.smdl.it/smdl/contributi/danno%20da%20radiazioni.html

D'ora in poi cercherò di bilanciare paure e rischi con l'oggettiva necessità.

Buona giornata!

A.
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Dr. Alessandro Aiello Radiologo 808 21 2
Potremmo star qui molto tempo ad analizzare tutte le teorie possibili ed immaginabili.
La mia opinione personale è, come avrà già compreso, che l'utilizzo di un'indagine diagnostica che impiega radiazioni ionizzanti, deve essere gestito sempre considerando il rapporto rischio-beneficio e valutandone l'opportunità in un percorso/algoritmo diagnostico basato su un corretto ragionamento clinico (fondamentale!!). Nulla di più errato che fare esami a casaccio sperando di indovinare.
Dando per scontata un'azione delle radiazioni sulle molecole biologiche (personalmente preferirei evitare "i benefici" delle radiazioni!) io sono dell'idea che se sono utili a dirimere dubbi clinici o indirizzare verso una scelta terapeutica piuttosto che un'altra, allora l'esame deve essere eseguito, accettando nostro malgrado un rischio probabilistico seppur minimo.
Importante valutare se possono essere ottenute risposte diagnostiche utilizzando altre metodiche che non impiegano radiazioni (esami alternativi), e questa è una specifica competenza del medico radiologo.
Ci faccia sapere come va il bimbo se vuole.
Cordialità.
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Utente
Utente
Sicuramente anche io preferirei evitare e far evitare a mio figlio i benefici delle radiazioni :)

Detto questo sto cercando una modalità di approccio funzionale al problema.

Posto che il rischio è probabilistico e non deterministico per quanto riguarda le radiazioni ionizzanti utilizzate per indagini diagnostiche e che lo sviluppo di una neoplasia è un processo articolato, posso immaginare che il rischio di sviluppare tumore in seguito a questo tipo di esposizione sia dovuto anche ad una serie di concause, che possono essere anche genetiche.

Sicuramente rischiare a casaccio non avrebbe senso, quello che vorrei ridimensionare è la mia sensazione di "andare al patibolo" ogni qualvolta venga proposta una lastra.

D'altro canto ai tempi dei miei genitori, fin dalla più tenera età, veniva eseguita una schermografia annuale nei contesti scolastici e lavorativi eppure non è ancora morto nessuno. E sappiamo l'ignoranza che vigeva per quanto concerne radiazioni e quindi la mancanza di utilizzo di protezioni ecc.

Questa mia ulteriore risposta la prenda "pour parler", non le rubo altro tempo perché è stato esaustivo e molto chiaro. Farò sapere come procede la tosse di mio figlio.

Grazie ancora di cuore!

A.