Enormi effetti negativi della radioterapia dopo 2 mesi dal trattamento?

Buongiorno,
sono il figlio di una paziente di 79 anni a cui è stato diagnosticato un Adenocarcinoma Polmonare in stadio avanzato, con linfoadenopatie in zona mediastinica e 7 metastasi nell'encefalo (di cui una principale in zona temporale destra, e altre più piccole).

A gennaio mia madre ha cominciato la chemioterapia, e all'inizio di marzo è stata sottoposta a un trattamento di radioterapia "whole brain" in 2 giorni.
Dopodichè ha fatto una terapia farmacologica a base di cortisone per controllare l'eventuale edema.
Subito dopo il trattamento non ha mostrato nessun effetto collaterale, fino alla seconda metà di aprile, in cui ha cominciato a sentire un'enorme debolezza che la immobilizza e le impedisce perfino di stare in piedi senza aiuto. Ha difficoltà nel muovere le gambe e sente anche una sonnolenza cronica, tanto che dorme oppure è in "dormiveglia" la maggior parte del tempo.
Inoltre non è sempre lucida e sta perdendo l'uso della parola: a volte (raramente) pronuncia parole inesistenti, oppure pensa di dire una parola mentre ne dice un'altra.
Il suo vocabolario si è ristretto a un numero limitato di parole, e non riesce a esprimere quello che pensa.
Rifiuta di alimentarsi e spesso piange senza riuscire a spiegarne il motivo.

Questa situazione è ovviamente fonte di enorme dolore e frustrazione per me e gli altri cari che le sono vicino, tanto che abbiamo cominciato a pensare che fosse arrivata alla fase terminale della malattia.
Invece l'utima Tac mostra le riduzione della massa tumorale principale, la scomparsa delle linfoadenopatie e la riduzione delle metastasi all'encefalo: dalle 7 iniziali ne è rimasta solo una, di misura inferiore al centimetro.
Sospettando l'ischemia l'ho accennata al medico che, vedendo il referto della tac, l'ha esclusa.

Ora, non capisco questa contraddizione fra il risultato della Tac, molto positivo, e l'enorme peggioramento nelle condizioni generali di mia madre... penso che sia dovuto alla radioterapia, che insieme alle metastasi ha danneggiato anche il tessuto sano del cervello. Potrebbe essere?
In questo caso, il cervello può "autoriparare" il danno ricevuto?
Questa dolorosa condizione ha dei margini di miglioramento o può solo cronicizzarsi o peggiorare?

Attualmente è stata sospesa la chemio e iniziato un trattamento di immunoterapia con Pembrolizumab.
Ringrazio sentitamente per le risposte, molto benvenute per cercare di fare chiarezza su questa situazione estremamente angosciante.
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Carissimo,
i sintomi essendo avvenuti così presto dopo la radioterapia whole brain difficilmente sono connessi esclusivamente al trattamento.
La radioterapia può determinare (raramente e) in tempi solitamente lunghi un eventuale deperimento cognitivo.
E' probabile che la causa invece possa essere l'edema perilesionale su sedi critiche del cervello. La teapia steroidea ad alte dosi è comunque l'unico presidio terapeutico valido.

Si rivolga a chi la segue in ogni caso per maggiori delucidazioni.

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

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dopo
Utente
Utente
Grazie mille per la risposta.
Visto che la paziente non può prendere cortisone (incompatibile con l'immunoterapia) ho concordato con l'oncologo un trattamento con mannitolo per ridurre un eventuale edema.

A distanza di pochi giorni il trattamento sembra dare qualche risultato: la paziente è sempre molto sofferente e immobilizzata a letto, ma almeno sembra più orientata e riesce a formulare brevi frasi di senso compiuto.

E' possibile che un edema non sia stato rilevato dall'ultima tac?
L'oncologo ha ritenuto inutile sottoporre la paziente a un'altra tac o risonanza, sarebbe stato solo un ulteriore stress.

Oltre al mannitolo le sto somministrando il Diflucan, perchè sembra avere un'infezione fungina (lingua e bocca coperte da una patina bianca maleodorante).