probabile osteomielite cronica e trattamento del dolore

Buonasera,
premettendo che sono davvero angosciato, scrivo per sottoporre a voi, stimati medici, il caso di mia moglie. E'una ragazza di 25 anni che non ha altri problemi di salute degni di nota, oltre al dolore ricorrente in due sedi (femore sinistro e ginocchio destro), probabili esiti di probabile osteomielite. E qui uso il termine probabile perché nel 2006, mia moglie ebbe un episodio di dolore insopportabile prima al ginocchio, poi al femore, che la portò a dimagrimento e febbre tanto che la diagnosi differenziale pose in questione anche situazioni di cancro quali linfoma e sarcoma. Fortunatamente, la biopsia eseguita dopo alcune settimane dall'esordio dissolse le prognosi più infauste, ma non venne trovato il batterio o virus responsabili della malattia, che nel frattempo aveva lasciato mia moglie sulla sedia a rotelle. Dopo un mese, una nuova scintigrafia associata a tac mostrò una regressione dell'infiammazione nelle gambe e una sparizione nelle parti molli e sulla clavicola, che aveva iniziato ad intaccare. Successivamente, la terapia fu fisioterapica e omeopatica. I medici le dissero che era stata fortunata a non avere un tumore e che al più poteva ingerire FANS per il dolore. Dolore che, almeno nei primi anni fu sporadico, più un fastidio continuo, ma nell'estate del 2012, e, tra alti e bassi, dal 2014, è quasi continuo e spesso le impedisce il sonno, oppure di vivere una normale esistenza, ossia passeggiare, correre, persino studiare e lavorare. Siamo andati da vari specialisti, gli esami fatti sono stati innumerevoli, persino una PET nel 2015, ma tutto sembra regolare, ossia c'è un piccolo focolaio di infiammazione all'interno del sequestro osseo su ginocchio e femore, ma nulla di più. Le hanno prospettato anche un'operazione, ma sarebbe più rischiosa e senza garanzie di successo. Ci hanno anche consigliato l'agopuntura perché in effetti proseguire con 30 pasticche di tachipirina 1000 al mese non pensiamo faccia granché bene a lungo termine. Poiché lavora le è anche difficile seguire lunghe ore di terapia. Mi potreste dare qualche dritta e qualche consiglio su possibili terapie farmacologiche e non? Ve ne sarei molto grato.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 198 45
Buona sera,

"...Poiché lavora le è anche difficile seguire lunghe ore di terapia...";
mi sembra una buona notizia apprendere dai fatti che cita come la sontomatolgia dolorosa non abbia invalitato sua moglie fin ad impedirle di lavorare.
Spero abbia altri spazi liberi e che si sia potuta liberare della "...sedia a rotelle...".
Sarebbe utile/indicato sapere se:
-la diagnosi di osteomielite è stata confermata come certa;
-da quale tipologia di specialisti/figure professionali è stata visitata;
-con quale tipologie di approcci è stata fino ad ora trattata; immagino non solo "...fisioterapica e omeopatica..." e 3 tachipirine al giorno die.

Ritengo, ad ogni modo, che vada valtata clinicamente possibilmente presso un professionista, un team o un centro per la Terapia del Dolore.

Cordialmente.

Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com

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dopo
Utente
Utente
Buongiorno e grazie della veloce risposta Dott. Poli,
mia moglie ebbe bisogno della sedia a rotelle e non camminava solo in concomitanza con l'episodio acuto del 2006 durante il quale aveva febbre ed era dimagrita (per questa sintomatologia e per l'aggressività mostrata nelle risonanze e lastre si era pensato anche a tumore osseo o linfoma, come detto). Regredita agli esami questa infiammazione, mia moglie è stata seguita nei mesi successivi per la riabilitazione, mentre lo specialista (stranamente era sempre un oncologo specializzato nei tumori ossei) la visitava e le prescriveva una scintografia di controllo ogni anno, pur confermando la sua diagnosi di osteomielite cronicizzata. Per il dolore che le è rimasto, questo specialista quasi le rideva in faccia consigliandole di prendersi FANS a tutto spiano.
Nel 2015, dato che gli episodi dolorosi erano ricorrenti periodicamente, siamo andati da uno specialista dell'osteomielite che ha confermato la diagnosi con alta probabilità (nessun batterio o virus era stato trovato durante le biopsie) e le ha consigliato l'operazione "per pulire l'osso" al fine di annullare il dolore senza però darle garanzie. Così ora mia moglie, pur potendo condurre una vita normale, ha ancora episodi dolorosi ricorrenti che sono intensi (anche se agli esami appare tutto normale tranne piccolo punto di infiammazione cronica nel sequestro osseo). Pensa davvero una terapia del dolore possa essere risolutiva? E in che modalità e tempistica (ossia dovrebbe essere a cadenza settimanale, mensile..)?
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 198 45
Ritendo che il collega che si occupa degli esiti della osteomielite dovrebbe fornirvi indicazioni circa il da farsi per migliorare la situazione del tessuto osseo mentre qualora al momento il dolore rappresenti il problema prevalente un team/centro per la terapia del dolore andrebbe quanto meno consultato al fine di ottenere una valutazione ed una pianificazione del trattamento del disturbi.
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dopo
Utente
Utente
grazie dottore, le aggiungo solo che è in effetti il dolore il problema perché la situazione infiammatoria è stabile e, in mancanza di urti importanti, tale sperabilmente dovrebbe restare.
Quindi, sì, ci recheremo da un team che le proponga una terapia del dolore adeguata. Solo un'ultima domanda: secondo lei, ingerire al mese una ventina di pastiglie di paracetamolo1000 g è pericoloso e che effetti può avere a lungo termine? Ci sono FANS più tollerabili del paracetamolo?
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 198 45
Il Paracetamolo non è propriamente un FANS. A parte questo i FANS sono gastrolesivi ed alla lunga sono epatotossici.
Il Paracetamolo, solitamente meglio tollerato, per periodi brevi/medi poichè non gastrolesivo /non gastroirritante se assunto per lungo tempo a dosaggi elevati può avere una azione anch'esso epatotossica.