Escherichia coli

Dottori buongiorno, vi disturbo per questo problema:

La mia compagna, da ottobre 2013 soffre di infiammazioni vaginali ricorrenti, con forte bruciore e dolori durante i rapporti.
In più ha avuto un episodio acuto di cistite nel mese di dicembre ed ha tutt'ora qualche problema a livello vescicale, nonostante beva, da tempo, almeno 3 litri di acqua al giorno.
Eseguiti vari cicli di terapia ma il problema si ripresenta frequentemente.
Dall’ultimo tampone veginale emerge una positività all’Escherichia coli, carica batterica > 100.000 UFC ml; dall’antibiogramma una resistenza a tutti gli antibiotici conosciuti, ne hanno testati ben 27. Mentre è negativa la ricerca per il Trichonoma vaginalis.
La ginecologa ha richiesto l’urinocoltura con antibiogramma, che eseguiremo in settimana.
Ora mi chiedo cosa si può fare e se a questo punto in che modo si possa risolvere il problema.
Mi sembra una situazione complicata e la mia compagna è molto turbata perché le è stato detto che questa vicenda potrebbe avere strascichi con conseguenze serie anche su altri organi.
Qualcuno ci aiuta?
Grazie.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
Gentile Signore,
se la sua compagna continua ad essere affetta da codesti problemi pur bevendo - come lei ci riferisce - tre litri d'acqua d'acqua al giorno, evidentemente alla base vi dovrebbe essere un portentoso problema intestinale, vuoi di funzione, vuoi di alterata flora batterica. L'escherichia coli infatti non può avere altra origine che quella intestinale. Le terapie antibiotiche protratte ed indiscriminate tendono a selezionare nella flora intestinale batteri sempre più resistenti. L'approccio non è semplice e probabilmente non alla portata del solo specialista in urologia. Senz'altro sarebbe opportuna una attenta valutazione gastro-enterologica, così come il consiglio di un infettivologo per la scelta molto attenta e ponderata della terapia antibiotica, qualora veramente necessaria. Riteniamomche ogni altro tentativo basato su vari integratori, di assai comune prescrizione, rischino di essere vani.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie dottore,
ma potrebbe essere più preciso sul portentoso problema intestinale? Di cosa potrebbe trattarsi? Detta così suscita comprensibilmente allarme...Inoltre,quale alternativa agli antibiotici? Grazie...
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
Portentoso è forse davvero una parola grossa ... ma ci pare utile per definire un probleme di dismicrobismo intestinale (di per sè certamente non preoccupante) ma che nella sua compagna tende a diventare molto fastidioso, per la tendenza da parte di codesti batteri più aggressivi e resistenti a colonizzare l'apparato genitale e le basse vie urinarie. Lei non ci riferisce nulla sulla funzione intestinale della signora, d'altronde a distanza non si può andare molto oltre le ioptesi. In ogni caso riteniamo che questi aspetti siano prioritari e debbano essere valutati attentamente, poichè sovente la soluzioni di questi problemi non sono di diretta competenza urologica.
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio dottore,
Comprendo che a distanza non si possano certo porre diagnosi, la richiesta è tesa solamente ad avere un pò di chiarezza sul percorso sanitario e per questo la ringrazio delle indicazioni che allargano il campo d'azione.
Venendo alla sua richiesta, la mia compagna riferisce di un solo breve episodio di stitichezza avvenuto mesi fa e comunque risolto da tempo. Per il resto la funzione intestinale è apparentemente normale. Permangono tuttavia saltuariamente alcuni dolori a livello dell'intestino. E' sofferente di ernia iatale in cura da anni e gastrite e per questo è in cura da un gastroenterologo. Da alcuni anni, anche ulcera esofagea, controllata da periodiche gastroscopie. La ginecologa ha consigliato di approfondire con urinocoltura ed antibiogramma delle urine. Successivamente cominciare ad assumere mannosio per vedere come va per 10 giorni. Lei cosa ne pensa dottore? E da ultimo, che differenza c'è da un antibiogramma tramite tampone ed antibiogramma da urine? La resistenza agli antibiotici non dovrebbe essere differente, giusto?

Grazie della sua pazienza.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
Che vi siano problemi di intersse gastro-enterologico era ampiamente prevedibile. Il d-mannosio dovrebbe ridurr l'adesione dei batteri alla mucosa delle vie urinarie, riducendo le possibilità di sviluppare la relativa cistite, è quindi un provvedimento di prevenzione a lungo termine, sull'acuto l'efficacia è meno evidente. In pratica, il provvedimento idealmente migliore sarebbe quello di individuare ed eliminare alla fonte questa apparentemente inesauribile fonte di robustissimi batteri!
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Utente
Utente
Buongiorno dottore, la disturbo nuovamente. Abbiamo fissato visita gastroenterologica domani pomeriggio. Ed oggi pomeriggio visita dall'urologo. Siamo in attesa di sentire anche un infettivologo. Venendo a noi, le vorrei chiedere come e se si riesca a debellare un batterio che stando all'antibiogramma risulta resistente a ben 27 tipi molecole testate. Ma quante ne esistono in tutto? E se non si riesce a debellare che può succedere? Ho letto in proposito cose inquietanti, fino all'exodus....Sono molto preoccupato...Oltretutto la mia compagna ha assunto raramente antibiotico nella sua vita.... Altra cosa, quando si legge carica batterica >100.000 cosa vuole dire, superiore fino a quale numero? Teoricamente, cioè potrebbe essere anche 300.000? Non mi è chiaro....E la gravità della situazione è proporzionale alla grandezza del numero di colonie, oppure no? Grazie ancora...
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
Di "exodus" non sapremmo (a parte il titolo di un vecchio film ... ), ma di "exitus" non ci pare il neanche sai il caso di pensare, ci mancherebbe. Un conto è un'infezione urinaria tenace, fatto non così raro, un altro conto e una gravissima setticemia da Coli, ovvero una situazione di tutt'altra portata, tipica delle condizioni pluri-complicate, pazienti in rianimazione, immunodepressi, eccetera, quindi con gravvissimi fattori predisponenti, a monte dell'infezione. Non ci pare proprio questo il caso. I suoi timori ci paiono quindi più che esagerati.
Ci faccia sapere cosa ne pensano i nostri Colleghi
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dopo
Utente
Utente
Grazie davvero dottore,mi ha un pò tranquillizzato... Questa cosa purtroppo mi sta togliendo il sonno....
Scusi il lapsus sull'exitus..;-)
Vi terrò sicuramente informati degli sviluppi.
Grazie ancora.
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dopo
Utente
Utente
Buonasera dottore, eccomi ancora qui per gli sviluppi.
Ieri sera visita dal nefrologo molto accurata che ha escluso complicazioni a carico dei reni ( la mia compagna accusa anche dolore lombare da una decina di giorni ed aveva qualche timore ) e visto l'antibiogramma sul tampone vaginale, ha pensato bene di somministrare comunque una terapia antibiotica d'urto per 11 giorni. Il farmaco utilizzato era tra quelli con la minore resistenza mostrata dall'antibiogramma. Oltre all'antibiotico sono stati prescritti altri prodotti per potenziare la flora batterica, con l'intesa che una volta avuto l'esito dell'ultima urinocultura con antibiogramma effettuato martedì u.s. avremmo deciso cosa fare. Ebbene, l'esito è arrivato proprio ora ed è assolutamente negativo a tutto con carica batterica totale < 10.000 UFC ml. Mi sono sottoposto anche io allo stesso accertamento con esito analogo.....Non so più cosa pensare. Secondo lei dottore?
Grazie come sempre per il suo tempo.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
Il nostro atteggiamento nei confronti della terapia antibiotica empirica è già stato chiaramente espresso nei precedenti contributi. In ogni caso, prima di "dar fuoco alle polveri" riterremmo utile attendere l'esito di una ulteriore coltura eseguita tra almeno un decina di giorni, se possibilie in un altro laboratorio.
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