Ansia segnali.

Non guardi le persone negli occhi quando parli? La psicologia ti spiega il motivo

Data pubblicazione: 07 ottobre 2025

Ti capita di non riuscire a guardare le persone negli occhi quando parli? La psicologia spiega perché succede e come superare ansia, timidezza o insicurezza per migliorare le tue relazioni.

Ti sei mai accorto che, mentre parli con qualcuno, ti viene naturale distogliere lo sguardo? Magari ti senti a disagio oppure temi che l'altra persona possa “leggere” qualcosa dentro di te. Non sei strano, né solo: succede a moltissime persone. Il contatto visivo è una delle forme di comunicazione più potenti che abbiamo.

Uno sguardo può trasmettere fiducia, empatia, interesse ma anche debolezza. Ecco perché, a volte, mantenere gli occhi negli occhi può sembrare difficile, quasi come se fosse troppo.

La psicologia spiega che evitare il contatto visivo non è un difetto, ma un segnale. Racconta qualcosa di noi: delle nostre paure, della nostra storia, del modo in cui ci sentiamo nel mondo.

Perché non riesci a guardare negli occhi

L'ansia sociale è una delle cause più comuni. Chi non prova soffre di un forte disagio nel sentirsi osservato o giudicato. Guardare negli occhi qualcuno può sembrare come mettersi a nudo, e lo sguardo diventa quasi una minaccia.

Evitare il contatto visivo, in questi casi, è un meccanismo di difesa: serve a ridurre la tensione, anche se spesso ottiene l'effetto contrario, fa sembrare distanti o disinteressati, quando in realtà si sta solo cercando di sopravvivere a un momento di ansia.

Chi ha poca fiducia in sé tende a sentirsi “meno” degli altri, e lo sguardo diretto può far emergere questa debolezza. È come se guardare qualcuno negli occhi significasse accettare di mostrarsi completamente, senza filtri.

parlare senza guardare negli occhi

La psicologia spiega che in questi casi il problema non è lo sguardo, ma il modo in cui si percepisce se stessi. Lavorare sull'autostima, magari con l'aiuto di un terapeuta, può cambiare radicalmente anche il modo in cui si comunica.

A volte non c'è una vera patologia dietro. Ci sono persone semplicemente più riservate, che trovano difficile esporsi o sentirsi al centro dell'attenzione. In questi casi, evitare il contatto visivo è solo un modo per proteggersi da un eccesso di stimoli o da un'intimità che, in quel momento, sembra troppo intensa.

Alcune persone evitano lo sguardo diretto perché, per loro, è troppo. Nei disturbi dello spettro autistico, ad esempio, mantenere il contatto visivo può essere sensorialmente faticoso o distrarre dalla conversazione. Anche chi ha vissuto un trauma può reagire in modo simile: distogliere lo sguardo diventa una forma di protezione inconscia, un modo per non rivivere emozioni dolorose.

Cosa puoi fare per sentirti più a tuo agio

Imparare a sostenere uno sguardo non significa forzarsi, ma allenare la fiducia. Puoi iniziare da piccoli passi come scegliere una persona di cui ti fidi e prova a mantenere il contatto visivo per pochi secondi alla volta, bastano anche pochi momenti di contatto mentre si parla. Se senti tensione prova a respirare profondamente per calmare la mente, e molto spesso quello che davvero fa la differenza è la consapevolezza. Chiediti: “Cosa temo quando guardo qualcuno negli occhi?” Spesso la risposta rivela molto più di quanto immagini.

Se questo disagio ti limita davvero nella vita quotidiana, non c'è nulla di male nel chiedere aiuto a uno psicologo. Con il giusto supporto, puoi imparare a capire da dove nasce quella difficoltà e a trasformarla in forza.

Guardare qualcuno negli occhi è uno dei gesti più sinceri che possiamo fare. Ma non tutti ci riescono con la stessa facilità e va bene così. A volte basta un po' di comprensione, verso se stessi e verso gli altri, per scoprire che anche dietro uno sguardo sfuggente può nascondersi una grande sensibilità.

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