Ciclo irregolare

Ciclo mestruale irregolare: quando rivolgersi al ginecologo?

Cosa significa avere il ciclo irregolare? Come si individua l'irregolarità mestruale? Quando è opportuno effettuare la visita ginecologica? Vediamo insieme come tenere sotto controllo il ciclo mestruale.

Nel corso della vita di ogni donna, può capitare di avere delle alterazioni, delle irregolarità del ciclo mestruale: vi aiutamo a capire prima di tutto cosa significa avere un ciclo irregolare e quando è il caso di rivolgersi al ginecologo.

Cosa vuol dire avere un ciclo mestruale regolare?

È vero che è regolare solo se si ha il ciclo di 28 giorni?

Molte donne credono di avere il ciclo irregolare se questo non si presenta ogni 28-30 giorni.

In realtà un ciclo per poter essere definito irregolare deve essere valutato da più punti di vista, in quanto per poter definire la regolarità del ciclo mestruale ci si deve basare su tre elementi fondamentali: 

  • il ritmo,
  • la quantità,
  • la durata.

Come si contano i giorni del ciclo mestruale?

Il ritmo (o frequenza mestruale) va calcolato contando i giorni compresi fra il primo giorno di una mestruazione e il primo giorno della mestruazione successiva.

In media questo intervallo di tempo per la maggior parte delle donne è di 28-30 giorni, ma si considera regolare un ciclo che ha una frequenza abituale compresa tra i 25 e i 35 giorni.

Quando si considera il ciclo irregolare?

Quando ci sono anomalie del ritmo, della quantità e della durata allora si può parlare di ciclo irregolare.

Irregolarità nel ritmo

Una donna ha un ritmo mestruale irregolare quando fra i giorni di inizio di due mestruazioni successive c’è un intervallo inferiore ai 25 giorni e superiore ai 35.

In particolare se è superiore a 35 giorni si parla di oligomenorrea, se è inferiore ai 25 giorni si parla di polimenorrea, se il ciclo non si presenta per almeno tre mesi consecutivi, si parla di amenorrea.

Irregolarità nella quantità

La quantità del flusso mestruale normale varia tra 35-80 ml. Se i flussi diventano abbondanti e quindi con quantità maggiore di 80 ml, si parla di ipermenorrea o menorragia. se invece diventano scarsi e di durata ridotta, si parla di ipomenorrea.

Irregolarità nella durata

In media la durata del sanguinamento che si osserva nel corso di una mestruazione varia da 3 a 7 giorni dall'inizio del ciclo. Se il sanguinamento è prolungato oltre i 7-8 giorni si parla di meno-metrorragia.

Per approfondire:Quali sono le fasi del ciclo mestruale?

Come capire se si ha il ciclo irregolare?

Un aiuto per riconoscere i cicli irregolari è quello di usare un diario delle mestruazioni in cui annotare le date dei cicli mestruali di tutto l’anno, tenendo presente che si deve segnare sempre:

  • il giorno in cui inizia la mestruazione (primo giorno del ciclo),
  • quanti giorni dura la mestruazione,
  • la quantità e l’eventuale presenza dei dolori (dismenorrea) o di altri disturbi che tipicamente si presentano ogni volta che compare la mestruazione.

Quando fare una visita ginecologica?

Qualora si osservano irregolarità mestruali che riguardano il ritmo, la quantità e la durata o si osserva la comparsa, il peggioramento dei dolori mestruali, è opportuno rivolgersi sempre al ginecologo, perché queste alterazioni possono rappresentare un campanello d’allarme che ci segnala delle malattie che comunque se precocemente e opportunamente diagnosticate sono risolvibili con le opportune terapie.

Ecco quindi un promemoria per illustrarvi quando è necessario contattare il vostro ginecologo:

Quando le mestruazioni diventano troppo abbondanti o durano a lungo (più di 7-8 giorni)

In questi casi sarà prima di tutto opportuno escludere malattie che riguardano l’utero come polipi, fibromi, ispessimenti dell’endometrio, eccetera, tramite la visita ginecologica e l’esecuzione di un'ecografia pelvica, o valutare la presenza di eventuali alterazioni della coagulazione tramite delle analisi del sangue.

Quando le mestruazioni diventano scarse e di durata ridotta (ipomenorrea)

Se si tratta di un episodio occasionale e saltuario, può dipendere da un transitorio squilibrio ormonale che comunque non desta preoccupazione, e in genere non necessita di trattamento.

Se invece si tratta di una condizione persistente le cause vanno indagate: vanno ricercate eventuali alterazioni ormonali, se c’è stato un raschiamento uterino si deve pensare alla possibilità di formazione di aderenze o sinechie uterine e va effettuata un’isteroscopia, in alcuni casi la mestruazione scarsa può preannunciare la menopausa.

Quando tra una mestruazione e l’altra ci sono delle perdite di sangue (spotting)

A volte può succedere di avere delle perdite di sangue scarse e scure (spotting) per due tre giorni in corrispondenza del periodo ovulatorio o prima dell’inizio della mestruazione o anche dopo la fine della mestruazione.

Se si tratta di fenomeni che accadono sporadicamente, in genere sono del tutto fisiologici, dovuti a transitori squilibri di natura ormonale e non destano preoccupazione.

Se diventano frequenti e non ricollegabili a una precisa fase del ciclo e quindi diventano anche motivo di disagio, è opportuno, dopo aver escluso l’eventuale presenza di patologie a carico di utero (piaghette o ectropion, polipi del collo dell’utero o dell’endometrio) ed ovaie (cisti) effettuando una visita ginecologica ed altri eventuali esami (colposcopia, ecografia pelvica transvaginale, ecc.), intervenire eventualmente con una terapia per ripristinare una situazione di equilibrio nell’assetto ormonale.

Lo spotting si può verificare anche durante i primi due tre mesi di assunzione della pillola anticoncezionale, in particolare se si tratta di pillole a basso dosaggio.

In genere questo disturbo scompare spontaneamente, se persiste oltre il terzo mese di assunzione è necessario cambiare tipo di pillola.

Per approfondire:La sindrome dell'ovaio policistico

Quando la mestruazione arriva in anticipo o in ritardo rispetto al solito

La durata media del ciclo è di 28-30 giorni: se dura meno di 25 o più di 36 si considera anomalo.

Si parla di polimenorrea se il ciclo arriva in anticipo, cioè prima di 25 giorni.

In questa situazione di irregolarità mestruale si può osservare un accorciamento della fase follicolare (prima fase del ciclo) che comunque non interferisce con la fertilità e, in genere, è previsto un trattamento solo se ci sono perdite ematiche abbondanti che provocano anemia. La terapia in questi casi si basa su vari tipi di farmaci,quelli più frequentemente utilizzati sono gli estro progestinici (pillola, cerotto, ecc.) o i progestinici.

Nella polimenorrea si può osservare anche un accorciamento della seconda fase del ciclo, cioè quella luteinica, e in questo caso ci possono essere problemi per la fertilità, in particolare si viene a determinare una situazione nota come insufficienza luteinica, cheostacola l’impianto dell’ovocita fecondato nell’endometrio.

In questo caso, qualora ci sia il desiderio di una gravidanza, i trattamenti terapeutici disponibili sono vari e specifici per facilitare sia il concepimento che l’attecchimento in utero dell’embrione, se invece la donna non desidera una gravidanza, si interviene come già detto precedentemente, solo se ci sono problemi di perdite abbondanti e anemizzazione.

Se i cicli arrivano invece in ritardo, cioè dopo il 35° giorno si parla di oligomenorrea.

In caso di ritardo del ciclo, specialmente se si sono verificati episodi di rapporti sessuali non protetti, la prima cosa da fare è ovviamente un test di gravidanza.

Una volta esclusa l'eventualità di una gravidanza, in genere l’oligomenorrea (che a volte può sfociare nell’amenorrea, cioè assenza di ciclo mestruale) è dovuta a una situazione di squilibrio ormonale, che va indagata effettuando eventualmente i dosaggi ormonali ed ecografie.

Sia per quanto riguarda la polimenorrea che l’oligomenorrea, comunque se sono episodi limitati e occasionali non richiedono in genere un trattamento, in quanto, frequentemente sono legati a situazioni temporanee di stress o stanchezza, che si risolvono spontaneamente nel tempo.

Per approfondire:Ciclo mestruale irregolare: quanto conta lo stress?

Quando la mestruazione non arriva (amenorrea) da almeno tre mesi

In questo caso, dopo aver prima di tutto escluso possibilità di gravidanza, le cause più frequenti sono da imputare a:

  • una perdita di peso derivante da diete squilibrate,
  • disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia),
  • eccessiva e intensa attività sportiva (amenorrea delle atlete).

Anche la pillola, specialmente se assunta per tanti anni alla sospensione può dare amenorrea.Se la situazione non si risolve spontaneamente dopo quattro-cinque mesi, si interviene farmacologicamente per stimolare la comparsa delle mestruazioni.

Nel caso in cui le mestruazioni non sono mai comparse si parla di amenorrea primaria e le cause vanno attentamente ricercate in quanto possono dipendere da malformazioni uterine e vaginali, come l’assenza di utero e vagina, imene imperforato, setti vaginali, anomalie cromosomiche (sindrome di Turner).

Pertanto, quando in una ragazza di 15-16 anni non sono mai comparse le mestruazioni la visita ginecologica è d’obbligo per indagare a fondo le possibili cause, anche attraverso l’esecuzione di esami come ecografia, cariotipo, dosaggi ormonali.

Quando la mestruazione è dolorosa (dismenorrea)

Se la dismenorrea si presenta fin dai primi anni dalla comparsa della prima mestruazione e si risolve con l’assunzione di antidolorifici o della pillola di parla di dismenorrea essenziale o primaria.

Se invece il disturbo compare improvvisamente o si aggrava o assume connotazioni diverse rispetto al solito le possibili cause vanno analizzate attentamente, al fine di escludere possibili patologie a carico di utero ed ovaie come fibromi uterini, cisti, malattia infiammatoria pelvica (PID), o in particolare l’endometriosi.

In conclusione quindi, quando si verificano delle mestruazioni irregolari è importante sapersi osservare e annotare su un diario le date e le caratteristiche dei vostri cicli mestruali: questo comportamento vi aiuterà prima di tutto a stabilire con sicurezza le caratteristiche delle vostre mestruazioni e in base a questo sarete in grado di accorgervi quando qualcosa è cambiato e quando è il caso di rivolgersi al ginecologo.

Per approfondire:Congedo mestruale in caso di dismenorrea

Data pubblicazione: 09 febbraio 2012 Ultimo aggiornamento: 28 ottobre 2022

Autore

defalcovincenza
Dr.ssa Vincenza De Falco Ginecologo

Laureata in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso università la Sapienza di Roma.
Iscritta all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 43654.

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