Tetano prevenzione.

Il tetano fa ancora paura: come proteggersi, cosa fare dopo un trauma accidentale?

michele.piccolo
Dr. Michele Piccolo Medico igienista

Cos'è il tetano e come si può trasmettere? Cosa fare in caso di ferite infette? Rispondiamo ai dubbi frequenti sui rischi del tetano e sulla profilassi da seguire per prevenire la malattia.

“Dottore, quanto mi devo preoccupare del tetano per una ferita (da cui ho fatto uscire il sangue; da graffio con unghie sporche di terreno; da denti di un cane; da piccoli tagli con un chiodo di una sdraio in legno al mare o di un sifone del lavandino da cambiare; di un bilanciere in palestra) sono tutti traumi ugualmente pericolosi? Quali sono le lesioni da tenere sotto controllo?”.

Tetano: conoscere è prevenire!

Per giungere in aiuto a tale esigenza, emersa grazie al servizio offerto da medicitalia.it, ho pensato di chiarire alcune problematiche del tetano, che spesso creano ansia e smarrimento dei pazienti per dicerie, conoscenze parziali del problema, discutibili informazioni reperibili via internet.

In effetti, per capire come affrontare il tetano, non basta il ben noto approccio che descrive i sintomi per facilitarne la diagnosi e intraprendere la cura, comune alla maggioranza delle malattie infettive. Mai come in questo caso, la conoscenza dei rischi e le misure preventive sono la cura migliore.

Cos'è il tetano?

Il tetano è stato descritto per la prima volta in Egitto oltre 3000 anni fa ed era diffuso in tutto il mondo antico. Nonostante la disponibilità dell'immunizzazione passiva dal 1893 e di una vaccinazione attiva dal 1923, il tetano rimane un grave problema di salute nel mondo in via di sviluppo ed è ancora presente nel mondo sviluppato.

Ci sono tra 800.000 e 1 milione di decessi dovuti al tetano ogni anno, di cui circa 400.000 sono dovuti a malattie neonatali (1).

Il tetano è una condizione insidiosa in cui, generalmente, l’infezione passa misconosciuta e ci si trova direttamente calati nella malattia in atto, che è sempre un’emergenza\urgenza sanitaria.

La gente comune, non dovrebbe preoccuparsi di saper fare un’autodiagnosi, né tantomeno attendere dei sintomi particolari per rivolgersi ad un medico.

In linea di massima l’etimologia del nome è ancora attuale per caratterizzare i sintomi della malattia: dal greco tetanos (“tensione”, da teinein, “stirarsi”). Il medico greco Areteo scrisse nel I secolo d.c, "Il tetano in tutte le sue varietà, è uno spasmo di natura estremamente dolorosa, molto rapido per rivelarsi fatale, ma nemmeno facile da rimuovere".

Cause e sintomi del tetano

La malattia, spesso mortale, è causata dal bacillo anaerobico Clostridium tetani ed ancor più dalla sua tossina: la potentissima tetanospasmina.

Questa tossina blocca i neurotrasmettitori inibitori nel sistema nervoso centrale e provoca la rigidità muscolare e gli spasmi tipici del tetano generalizzato. La Tetanospasmina è uno dei più potenti veleni conosciuti.

Come avviene la trasmissione?

L’infezione da Clostridium tetani generalmente è preceduta dall’inoculazione meccanica delle sue spore. Le spore di C. tetani sono presenti nell'ambiente indipendentemente dalla localizzazione geografica: entrano nel corpo attraverso ferite della pelle contaminate o lesioni ai tessuti, comprese le ferite da puntura.

Le spore sono prevalenti nell'ambiente, in particolare nel suolo delle zone calde e umide, e possono essere trasportate nei tratti intestinali e nelle feci di esseri umani e animali. Il terreno trattato con letame può anche contenere un gran numero di spore.

Il Clostridium tetani entra nel corpo umano attraverso ferite contaminate o lesioni ai tessuti, comprese quelle risultanti da parti non puliti, ustioni, interventi chirurgici ed estrazioni dentali. Il sito d'ingresso è in alcuni casi sconosciuto o non più visibile all'inizio dei sintomi.

Il tetano non si trasmette da persona a persona.

Quali sono i tempi di incubazione?

In condizioni anaerobiche favorevoli, come nel tessuto devitalizzato o necrotico o ferite sporche, le spore dormienti possono convertirsi in bacilli del tetano attivi produttori di tossine. Proprio questa modalità d’infezione legata alle spore ed alla produzione di tossina dà ragione della grossa variabilità nei tempi d’incubazione: il periodo di incubazione del tetano non neonatale di solito varia tra 3 e 21 giorni dopo l'infezione; l'intervallo mediano tra l'ingresso dell'organismo e l'insorgenza dei sintomi è di 7 giorni, ma il tetano può svilupparsi fino a 178 giorni dopo l'infezione.

Come prevenire il tetano?

Mai come nel tetano la prevenzione è la migliore arma di difesa. Come si legge nei Rapporti epidemiologici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: la malattia può manifestarsi a qualsiasi età e i tassi di mortalità per caso sono elevati anche dove è disponibile la terapia intensiva. In assenza di intervento medico, il tasso di mortalità si avvicina al 100%. La malattia rimane un importante problema di salute pubblica in molte parti del mondo dove i programmi di immunizzazione non sono ottimali, in particolare nei distretti meno sviluppati dei paesi a basso reddito.

Il tetano è prevenibile attraverso l'immunizzazione con i vaccini, che sono inclusi nei programmi di vaccinazione infantile di routine a livello globale e somministrati durante i contatti di assistenza prenatale in molti paesi.

In Italia, dopo le prime tre dosi iniziali di vaccino Anti-DiftoTetanico si ripete una dose di richiamo anti-DiftoTetanoPertosse, sempre gratuita ogni dieci anni.

Come comportarsi dopo un incidente traumatico?

Il miglior consiglio di automedicazione parte da un’accurata pulizia delle lesioni cutanee con acqua e sapone e successiva disinfezione.

La supervisione e\o il giudizio di un medico è sempre opportuno dato che, prima di procedere alla profilassi vaccinale, è necessario valutare la ferita. Le ferite possono essere pulite o contaminate/sporche, superficiali o profonde e penetranti.

Le ferite sporche, rispetto a quelle pulite, hanno un rischio aumentato per il tetano. Le ferite sono da considerarsi sporche se sono contaminate da sporcizia, terra, polvere, feci o saliva (ad esempio, morsi di animale o uomo). Anche le ferite penetranti o punture possono comportare un elevato rischio per il tetano.

Infine, le lesioni con tessuto devitalizzato (ad esempio ferite necrotiche) o da congelamento o da schiacciamento, le fratture esposte e le ustioni sono situazioni favorevoli alla proliferazione di Clostridium tetani. (3) Tutte le ferite devono essere pulite rimuovendo sporcizia, corpi estranei e materiale necrotico prima di essere disinfettate.

Ad ogni modo, superato il primo giorno di incombenze legate alla medicazione della ferita, preferibilmente entro le 72 ore dall’evento traumatico, (3) occorre verificare lo stato della propria schedula vaccinale anti-DiftoTetano ed aggiornarla con gli opportuni richiami.

Il rischio di eventuali eventi avversi alla componente tetanica dei vaccini combinati (associazione di due o più vaccini in un’unica iniezione) è leggermente maggiore se un elevato numero di dosi viene somministrato nell’arco di pochi anni.

Quando somministrare le immunoglobine?

Non è corretto praticare subito le Immunoglobuline iperattive indipendentemente dalla natura della lesione e dalla propria storia vaccinale. Soltanto per i pazienti con infezione da HIV o altre gravi immunodeficienze, in presenza di ferita a rischio di tetano, si raccomanda la somministrazione di immunoglobuline, indipendentemente dall’anamnesi vaccinale nei confronti del tetano.

Quando fare il vaccino?

Il vaccino utilizzato nell’età pediatrica (prime dosi) e quello dell’età adulta (richiami decennali) hanno concentrazioni diverse di anatossine. Al fine di scegliere il prodotto più adatto e il numero di dosi da somministrare, generalmente, prima di un richiamo decennale e\o ultradecennale, si consiglia di verificare la storia vaccinale dell’infanzia o in alternativa, in caso di smarrimento della stessa di praticare una ricerca su prelievo venoso della titolazione IGG Antitetano.

Fino al 2019 vigeva la regola di una tolleranza massima di 12 mesi tra la prima e la seconda dose dello stesso vaccino, di 5 anni tra la seconda e la terza dello stesso vaccino. Attualmente la regola è che non è necessario ricominciare il ciclo, anche se l’intervallo tra le dosi dello stesso vaccino supera di anni quello consigliato. Inoltre, non si ricomincia mai un ciclo vaccinale, se è stato effettuato nel passato un ciclo di base completo, anche se sono trascorsi più di 10 anni senza effettuare richiami: in tal caso un singolo richiamo di vaccino trivalente contro difterite, tetano e pertosse è sufficiente per riattivare l’immunità per almeno altri 10 anni.

Profilassi completa: antitetanica e antidifterica

Per concludere penso sia utile chiarire perché non è opportuno praticare la sola vaccinazione antitetanica. La vaccinazione antidifterica segue la stessa tempistica vaccinale del tetano e non va persa l’opportunità di aggiornare la protezione per la difterite.

Inoltre, somministrare l’antitetanica obbligherebbe ad astenersi da richiami anti-DiftoTetano per altri dieci anni (attualmente non è disponibile in commercio il vaccino antidifterico monovalente). È questo un argomento molto rilevante quando si parla di “malattie riemergenti” in Profilassi Internazionale e Medicina dei Viaggi.

Sebbene in Unione Europea, un insieme di paesi che hanno dato grande impulso alle campagne vaccinali di massa contro la difterite, la gente comune pensa alla Difterite come al ricordo di una malattia ormai scomparsa, ancora è possibile riscontrarla come “malattia d’importazione” in nostri cittadini che hanno fatto viaggi all’estero in paesi con minore coperture vaccinali per la difterite. Non è lontana l’epidemia di difterite, iniziata in Venezuela a luglio 2016.

Vaccinarsi solo per il tetano è pone a rischio di contrarre la difterite nel corso di un viaggio internazionale.

Un caso reale

Un’ultima esperienza che mi sembra utile condividere riguarda un caso di tetano, non correlato ad un incidente traumatico, venuto all’osservazione nel nostro lavoro quotidiano. Si tratta del frutto di una possibile concorrenza di eventi e di una specifica condizione di rischio individuale. Sebbene tipicamente il tetano interessi soggetti ultrasessantenni che non hanno più praticato i richiami decennali: la tipica persona anziana che in pensione inizia ad interessarsi al giardinaggio e si ferisce le mani.

Attualmente con l’aumento della popolazione affetta da malattie cronico-degenerative, anche delle dermatosi croniche e\o lesioni cutanee dovute a traumatismi cronici (ulcere da stasi) sono in aumento e rappresentano un punto d’accesso adatto al Clostridium tetani. È proprio questa la situazione che abbiamo individuato in un paziente colpito dal tetano che non aveva una copertura vaccinale adeguata e che contemporaneamente, era affetto da una dermatosi cronica della caviglia, una condizione non rara.

Il paziente svolge un lavoro a contatto con polveri di terreno, purtroppo, probabilmente ha esposto la cute minata nella sua integrità all’ingresso delle spore del microrganismo.

Concludo, suggerendo a tutti di verificare il proprio stato vaccinale ed aggiornarlo con l’aiuto gratuito dei centri vaccinali preposti dal nostro Servizio Sanitari Sanitario, prima che si verifichi un qualsiasi incidente.

Bibliografia essenziale

  1. Tetanus J J Farrar 1L M YenT CookN FairweatherN BinhJ ParryC M Parry J Neurol Neurosurg Psychiatry 2000 Sep;69(3):292-301.doi: 10.1136/jnnp.69.3.292.
  2. Tetanus Henry R. Emerg Infect Dis 2012 Oct;18(10):1635.doi: 10.3201/eid1810.et1810.
  3. Indicazioni in merito alla vaccinazione anti-tetanicaCircolare Ministero Salute 20024 del 03/07/2018
Data pubblicazione: 26 aprile 2023

Autore

michele.piccolo
Dr. Michele Piccolo Medico igienista

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1998 presso Università degli Studi di Napoli Federico II.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Napoli tesserino n° 28824.

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