I disturbi primari del sonno

francescosaverioruggiero
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta

Distinzione tra i disturbi primari del sonno: dagli incubi al sonnambulismo, dalla pipì a letto al bruxismo

I disturbi primari del sonno si suddividono in

  • dissonnie: insonnia, ipersonnia, narcolessia
  • parasonnie: incubi, pavor nocturnus, sonnambulismo, bruxismo, enuresi notturna.

Le dissonnie si ritrovano all’inizio o durante il sonno, pertanto si altera la quantità, la qualità od il ritmo, mentre le para­sonnie sono dei fenomeni prevalente­mente legati ai sogni.

Statisticamente sono più frequenti durante l’infanzia e l’adolescenza.

Dissonnie

Insonnia

L’insonnia è il disturbo del sonno più diffuso nella popolazione e si ritrova maggior­mente nelle donne in età compresa tra 20 e 50 anni.
Le cause principali sono correlate a sintomatologia depressiva e/o ansiosa.
Inoltre, è spesso associata a sintomi diversi come la difficoltà ad addormentarsi, risveglio senza utilizzo della sveglia al mattino, frequenti risvegli notturni.

Ipersonnia

L’ipersonnia è un disturbo del sonno che impone al soggetto di dormire un numero di ore superiore alla media con necessità continua di riposare ad ogni orario.

Narcolessia

La narcolessia è un disturbo del sonno caratterizzato da un’eccessiva sonnolenza durante il giorno che si avverte nonostante regolari ore di sonno notturno.
Differisce dall’ipersonnia poichè si presenta come attacchi improvvisi di sonno, al termine dei quali il riposo viene percepito fino al ritorno di un nuovo attacco di sonno.
Questi epi­sodi possono durare da qualche minuto ad un’ora, e pos­sono verificarsi anche in momenti ina­spettati.

 

Parasonnie

Incubi notturni

É un disturbo che si manifesta durante il sonno profondo che evoca immagini spaventose che inducono al risveglio.
Iniziano a manifestarsi già dai 3 anni. Il risveglio è caratterizzato da paura e sintomi neurovegetativi.

Pavor nocturnus

Si manifesta con un brusco risveglio spesso accompagnato da urla, pianto, tachi­cardia, sudorazione e pupille dilatate. Ha un’intensità emotiva maggiore rispet­to all’incubo.
L’episodio si manifesta in uno stato di veglia non completa ed è possibile che il giorno dopo il soggetto non abbia memoria dell’accaduto.
Si manifesta maggiormente nei bambini dai 4 ai 12 anni. E’ di solito un fenomeno transitorio.

Sonnambulismo

Il sonnambulismo è un disturbo del sonno che fa svolgere azioni a chi ne è affetto.
Di solito avviene all’inizio della notte durante la fase NREM. Spesso il soggetto affetto da sonnam­bulismo, se non disturbata, torna a letto spontaneamente dopo poco tempo, senza che abbia ricordi di quello che è successo.
Il sonnambulismo solitamente compare tra i 4 e gli 8 anni e tende a scomparire da solo.
La persistenza nell’età adulta richiede una terapia specifica.

Bruxismo

Il bruxismo, è un disturbo molto diffuso e consiste nello sfregare i denti, soprattutto durante il sonno, tanto da rendere incon­sapevole chi soffre di tale disturbo fino alle manifestazioni di sintomi specifici.
Infatti, può crearsi tensione muscolare mandibolare che impedisce l’apertura della bocca, mal di testa e mal di orec­chie oltre che danno ai denti, in quanto usurati dallo sfregamento continuo.

Enuresi notturna

L’enuresi (o più comunemente "fare pipì nel letto") è un fenomeno abbastanza comune e normale se si presenta entro i 6 anni circa.
Se persiste o si ripresenta dopo tale età, devono essere prese in considerazione le più comuni cause, che possono essere organiche e/o psicologiche. Inoltre è da considerare anche il fattore ereditario.

 

Trattamento dei disturbi del sonno

Il trattamento di tali patologie differisce a seconda della sintomatologia lamen­tata.
In funzione dell’entità del disturbo è possibile iniziare un trattamento farma­cologico, mentre resta da valutare la possibilità di intraprendere un percorso psicoterapeutico ad orientamento cogni­tivo-comportamentale, qualora i sintomi sottendano a patologie sottostanti quali disturbi dell’umore o disturbi d’ansia.
In età pediatrica è sconsigliato l’uso di farmaci ad azione psicotropa.

Data pubblicazione: 05 giugno 2011

Autore

francescosaverioruggiero
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1998 presso Università Cattolica del S. Cuore - Roma.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Avellino tesserino n° 3387.

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