Rumore.

Malati di frastuono: conseguenze psicofisiche dell'esposizione al rumore

Il rumore non necessario è la più crudele mancanza di attenzione che si possa infliggere sia a chi è malato sia a chi è sano
(Florence Nightingale, 1859) [1]

Negli ultimi decenni, l’interesse sull’aspetto terapeutico non solo della musica, ma anche del suono, sta focalizzando l’attenzione sempre più su aspetti che hanno a che fare profondamente col nostro benessere.

Un benessere inteso inevitabilmente come globale, “di corpo e mente” – in ottica di psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) [2]. Personalmente, sono affascinata da quei temi che mostrano come la nostra interazione con l’ambiente possa produrre effetti benefici un tempo considerati “astratti” e impalpabili e invece effettivi e concreti, in modo olistico.

Il focus posto sul potenziale del suono – tutto è vibrazione – apre però di conseguenza una domanda: nella varietà del “suono” c’è anche il rumore. E che contraccolpo ha, il rumore, su di noi?

Come definire il rumore?

Chiaramente, prima di tutto, c’è da definire il concetto di “rumore”:
Qualsiasi perturbazione sonora che, emergendo dal silenzio (o anche da altri suoni), dia luogo a una sensazione acustica (…) si usa soprattutto per suoni soggettivamente giudicati non musicali o che comunque riescano sgradevoli, fastidiosi, molesti, o addirittura nocivi” [3], recita il vocabolario Treccani.

Vi è, palese, un primo elemento da ponderare, nel delineare: la soggettività dell’idea di rumorosità, che è legata a caratteristiche connaturate alla persona e alle esperienze di vita (si pensi alle reazioni che certi suoni possono evocare in chi soffre di disturbo post traumatico da stress).

Vi sono poi aspetti culturali e sociali: a ogni latitudine, tradizioni e usi rendono la vocalità stessa e la percezione di ciò che è “baccano” estremamente variabile; consideriamo in più le variegate soglie di tolleranza legate magari al vivere in un ambiente altamente urbanizzato piuttosto che ai margini di un bosco.

E, oltre, ci sono condizioni patologiche per cui l’essere esposti a determinati stimoli acustici ha effetti deleteri, come per esempio può accadere nell’autismo o in altre condizioni morbose, sia organiche che psicologiche, che rendono ipersensibili a precise sonorità magari per altri tollerabili, con una conseguente sofferenza che può essere invalidante (per esempio nell’ ‘iperacusia’, nella ‘fonofobia’ o nella ‘misofonia’) [4].

Quindi, si ha a che fare con una dimensione ad ampio spettro, che però evidenzia una realtà che è applicabile in maniera pervasiva alla nostra società nella sua interezza, con varie sfumature; invero, si vuole trattare qui degli effetti del rumore nel vissuto quotidiano – un’epoca di frastuono. Ormai abitanti di un caos acustico innaturale, siamo forse tutti malati di rumore?
Potrebbe essere un problema sempre più pressante? E che effetto ha questo, su di noi?

Effetti psicofisici dell'esposizione al rumore

La psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) si propone come paradigma che studia le interconnessioni complesse fra i macrosistemi umani, considerando anche il singolo nella sua storia e realtà sociale – è dunque un paradigma complesso, che abbraccia una moltitudine di variabili che dialogano tra loro, ed è essenzialmente attraverso questa lente che si vuole inquadrare un argomento forse trascurato.

Tutti noi sappiamo la reazione sgradevole, di irritazione e nervosismo che ciò che viene in maniera unanime considerato rumore provoca, soprattutto quando il fenomeno continua nel tempo. E se entrassimo più nello specifico?

Da un punto di vista meccanico, sappiamo che l’esposizione a forti rumori può provocare danni permanenti come perdita dell’udito e acufeni. Ma cosa succede a livello psicofisico?

In un’interessante revisione della letteratura scientifica del 2017 [5], eseguita dai ricercatori dell’Università di Gujarat, India, si sono studiate a fondo le ripercussioni dell’inquinamento acustico sul benessere, sottolineando come esso sia un problema in crescendo, una situazione da considerare con urgenza. Gli autori evidenziano che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha creato delle linee guida in cui si esplicano le varie tipologie di effetti negativi del rumore sul nostro stato psicofisico:

  • problemi di udito;
  • comportamenti sociali negativi e irritazione;
  • interferenze nella comunicazione parlata;
  • disturbi del sonno;
  • problematiche cardiovascolari;
  • problematiche mentali [5].

L'impatto del rumore sul sonno

Per quel che concerne il sonno, si può immaginare come l’impatto sulla sua qualità possa avere effetti persino gravi. Si va dalla difficoltà ad addormentarsi e mantenere lo stato di sonno (il cortisolo, necessario ormone dello stress, non aiuta quando è il momento della melatonina, ormone fondamentale per il sonno), sino a compromettere la profondità del riposo notturno stesso, e ad alterare la fase REM [6].

Si è visto come basti un rumore continuo superiore ai 30 decibel per avere già un impatto; tra l’altro, il rumore incostante risulta più fastidioso e il numero di “episodi” acustici sono correlati alla quantità di risvegli [7].

Si è notato come la presenza di rumore durante il dormire possa portare ad un incremento della pressione arteriosa, a vasocostrizione, all’aumento dei movimenti mentre si è addormentati e a cambiamenti nei ritmi del respiro [5].

Per cui si spalancano gli sconfinati paesaggi che descrivono le conseguenze massive della deprivazione di sonno, in una società già insonne: la cascata di eventi a livello cardiovascolare e immunologico, la perdita di un’omeostasi che si smarrisce nell’impossibilità di un ristoro e di un recupero, per poi considerare il riverbero profondo su cognizione e psiche.

Sappiamo da tempo come l’assenza di un sonno adeguato porti ad irritabilità, maggiore aggressività, abbassamento del tono dell’umore, ansia, e a una sequela di difficoltà in termini di concentrazione, attenzione e memoria – aspetti che si alimentano vicendevolmente con quanto sinora elencato, portando a scadimento della qualità del vivere su differenti fronti (rapporti interpersonali, produttività sul lavoro, senza dimenticare il temibile rischio di incidenti mentre si è alla guida, solo per citare alcuni aspetti).

Per approfondire:Le regole per l'igiene del sonno

Impatto del rumore sul sistema nervoso e cardiovascolare

Per quanto concerne poi le componenti cardiovascolari, endocrinologiche e di attivazione del sistema nervoso autonomo, ecco che il rumore innesca i meccanismi psicofisici che scattano nei momenti di tensione, meccanismi di difesa che vengono scatenati da stimoli che ci fanno sentire a rischio nella nostra integrità: è la reazione “fight or fly”, “combatti o fuggi”, questione di sopravvivenza – ma non ci sono più leoni da cui scappare come nelle epoche primitive, e si perde la funzione adattiva dell’automatismo, mentre si manifesta quella lesiva.

Cortisolo, adrenalina, noradrenalina – utili prodotti dello stress - che portano all’emergere di risposte necessarie ma incongruenti e pensate per essere di breve durata, ma che divengono stati quasi costanti, dato che siamo avvolti e coinvolti in un mondo che talvolta mantiene acceso, come un allarme, questo stato tonico, questo essere allertati e quindi, inevitabilmente, ancora più recettivi agli stimoli (anche quelli sonori) [8].

Il rumore, sia inteso come soggettivo che come oggettivo, può in effetti perpetuare questo stato di ipervigilanza che si accompagna a sensazioni sgradevoli:

  • battito cardiaco accelerato,
  • aumento della pressione arteriosa,
  • tensione,
  • sudorazione aumentata,
  • eccessivo focalizzarci su input dell’ambiente esterno a scapito delle funzioni cognitive, tendenza alla rabbia [6],
  • per alcuni, persino stati di paura, sino al panico e alla risposta di fuga dalla fonte di disagio, con sviluppo in certi casi di evitamento e ansia anticipatoria (“Aiuto, adesso ripartirà quel rumore terribile!”).

Altro dato interessante, i ricercatori del Massachussetts General Hospital hanno visionato le cartelle cliniche di centinaia di pazienti, rilevando che coloro che vivevano in zone rumorose avevano maggiori possibilità di sviluppare infiammazione ed eventi cardiaci avversi entro i cinque anni [9].

Impatto del rumore sul sistema immunitario

Dal punto di vista immunologico, un vasto corpo di più di 800 studi sull’argomento (reperiti su Google Scholar, PubMed, Web of Science) è stato scandagliato in una systemic review iraniana del 2020 [10], che ha evidenziato come le modificazioni a livello del sistema immunitario siano conseguenza dell’alterazione degli altri sistemi, in primis quello endocrino e cardiovascolare [10]; possiamo inoltre aggiungere, in ottica PNEI, i contraccolpi che derivano dall’instaurarsi di uno stato di infiammazione cronica di “basso grado”.

Impatto del rumore sugli aspetti psicosociali

Per quanto riguarda gli esiti sui comportamenti e gli aspetti psicosociali, quanto elencato sinora già profila le sequele nefaste dell’esposizione al rumore, per l’alterazione di quell’equilibrio complesso e multifattoriale che ci caratterizza.

Vi è poi da considerare, come detto, gli aspetti personologici, di contesto e visione soggettiva in cui l’esposizione al rumore avviene – noi diamo costantemente significato e prospettive a ciò che viviamo. Pensiamo a come possiamo tollerare un fastidio sonoro se esso è di breve durata, o in un ambiente dal quale possiamo allontanarci, e che non appartiene alla nostra zona di comfort; e, invece, quanto sia più impattante l’interpretazione di un suono estremamente fastidioso che viene causato con intenzione o indifferenza al disagio a noi arrecato, in un setting che viviamo come nostro – e quindi c’è un’amplificazione della sofferenza che deriva dall’analisi psicologica, dal nostro stato emotivo, dalle caratteristiche della situazione.

L’esempio più classico è quello delle problematiche tra vicini di casa a causa dei rumori, specialmente in condominio, dove la convivenza gli uni accanto agli altri può provocare conflitti non da sottovalutare, innescando rapporti negativi che vanno ad esacerbare la situazione.

In questo esempio dell’abitazione vi è anche un aspetto che è sia atavico che psicologico: la casa è il nostro luogo sicuro, il porto, il posto cui tornare e che ci appartiene, l’approdo senza predatori, parte della nostra identità, conquistato faticosamente; in un certo senso, rientra come estensione della nostra stessa corporeità, condivisa coi nostri cari e intrisa dei nostri ricordi.

Questo “spazio sacro” personale, quando lo percepiamo invaso e non rispettato, tende a creare un’irritazione intensa, oltre che la sensazione di essere “in trappola”, perché il pensiero che questa certezza fisica sia divenuta un angolo ansiogeno rende instabile il nostro stesso senso di sicurezza (come avviene dopo essere stati vittime di un furto nel proprio appartamento).

Sembra una divagazione off topic, rispetto a queste righe, ma non lo è, perché la mancanza di riguardo verso il “nido” può anche essere, appunto, sonora, e quindi perfetta rappresentazione di questa questione – il rumore non è, solo perché non tangibile a livello tattile o visivo, astrazione, ma può essere, come deriva dalla citazione di Florence Nightingale, una reale forma di violenza.

Decibel: raccomandazioni dell'OMS

E vorrei citare, a scopo informativo, un passaggio interessante tratto dal sito Sordita.it:
…la scala dei decibel è logaritmica, non lineare. Ogni 10 dB in più, la sensazione di rumore per l’orecchio generalmente raddoppia. Ciò significa che l’esposizione regolare anche a pochi decibel di rumore in più rispetto ai livelli moderati può scatenare reazioni dannose per la salute.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, un rumore medio del traffico stradale superiore a 53 dB o un’esposizione media al rumore degli aerei superiore a circa 45 dB sono associati a effetti negativi sulla salute.

L’OMS raccomanda da tempo una media annua di rumore notturno esterno inferiore a 40 dB per prevenire effetti negativi sulla salute e una media di rumore all’interno delle camere da letto inferiore a 30 dB per un sonno di qualità. (…)
Le ricerche condotte suggeriscono che la relazione tra livelli di rumore e malattie è estremamente significativa.

Uno studio che ha seguito più di quattro milioni di persone per oltre un decennio, ad esempio, ha rilevato che, a partire da soli 35 dB, il rischio di morire per malattie cardiovascolari aumentava del 2,9% per ogni aumento di 10 dB dell’esposizione al rumore del traffico stradale” [10].

Conclusioni sugli effetti del rumore

Siamo dunque tutti, chi più e chi meno (inconsapevoli o no) vittime del rumore – ne siamo così inevitabilmente immersi da lasciarlo come sottofondo di ogni nostro giorno. Al di là di aspetti soggettivi, è innegabile che vi siano contesti dove questa esposizione diviene problematica e potenzialmente dannosa per il nostro benessere.

Per fortuna, altri generi di suoni possono ricondurre ad un maggiore stato di armonia, “ricalibrandoci”: ricordo qui una parola che amo particolarmente, “psythurism”, ossia il fruscio del vento tra i rami degli alberi; ecco, le note di una canzone e certe sonorità naturali hanno di per sé una capacità notevole di alleviare e sanare, a livello globale. Ma, di questo, parleremo in un’altra occasione.

Per cui, semplicemente, quando si può, allontaniamoci dal fragore delle nostre vite, e fermiamoci ad ascoltare, per un istante, la brezza tra le foglie.

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

  1. Florence Nightingale's Perspective on Noise Pollution in the Modern-Day Hospital
  2. Bottaccioli F., Bottaccioli A. G., “Psiconeuroendocrinoimmonologia e scienza della cura integrata. Il manuale”, Edizioni Edra, Milano, 2017
  3. https://www.treccani.it/vocabolario/rumore/
  4. https://www.acufene.it/iperacusia
  5. Noise Pollution & Human Health - A review
  6. Basner, M., Babisch, W., Davis, A., Brink, M., Clark, C., THE LANCET, Volume 383, issue 9925(April, 2014), page 1325-1332.
  7. What are the health effects of noise pollution?
  8. Singh, N., Davar, S., Noise PollutionSources, effects & Control, Journal of Human ecology, 16(3):181-187(2004).
  9. Il rumore può rubarti anni di vita
  10. Inflammatory and immunological changes caused by noise exposure: A systematic review
Data pubblicazione: 17 agosto 2023

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