Sistema glinfatico.

Il cervello si "pulisce" di notte: nuovo studio rivela che è cruciale per la salute mentale

v.martiadis
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta

Negli ultimi anni abbiamo imparato molto sul cervello, ma una scoperta sorprendente sta attirando sempre più attenzione: il sistema glinfatico, una sorta di “rete idraulica” che ogni notte aiuta il cervello a liberarsi dalle tossine accumulate durante la giornata. Una funzione fondamentale, che secondo studi recenti potrebbe avere un ruolo anche nello sviluppo e nella cura di molti disturbi psichici.

Un nuovo lavoro pubblicato su Frontiers in Psychiatry (1) offre una sintesi completa di ciò che sappiamo oggi sul sistema glinfatico e sul suo legame con condizioni come: depressione, disturbo bipolare, schizofrenia, disturbo post-traumatico da stress, disturbi da uso di sostanze, ADHD, insonnia.

Regole di igiene del sonno

Cos’è il sistema glinfatico?

È un circuito che utilizza il liquido cerebrospinale (CSF) e cellule specializzate (in particolare gli astrociti e i canali AQP4) per “lavare” il cervello durante il sonno, eliminando:

  • proteine tossiche come beta-amiloide e proteina tau,
  • radicali liberi,
  • mediatori infiammatori.

È per molti versi come il sistema linfatico per il resto del corpo: un meccanismo di pulizia essenziale per mantenere la salute e l'efficienza dei sistemi cellulari che operano nel cervello.

Sistema glinfatico: cosa succede se funziona male?

L'aspetto importante è che quando il sistema glinfatico funziona male, il cervello fa più fatica a ripristinarsi. Questo può favorire processi già noti nella psichiatria moderna:

  • infiammazione cronica del sistema nervoso,
  • peggioramento del sonno (soprattutto perdita del sonno profondo),
  • difficoltà cognitive e calo di energia,
  • alterazioni dei ritmi circadiani,
  • accumulo di metaboliti tossici.

Il legame con i disturbi psichici

Infatti, gli studi di neuroimaging mostrano anomalie del sistema glinfatico in:

  • Depressione maggiore: associata a stanchezza intensa, rallentamento motorio e processi infiammatori.
  • Disturbo bipolare: la disorganizzazione del ritmo sonno–veglia sembra ridurre l’efficienza del “lavaggio cerebrale”.
  • Schizofrenia e altre psicosi: soprattutto nelle fasi iniziali, anche in pazienti senza esposizione a farmaci antipsicotici.
  • ADHD e DSA: già durante l’infanzia compaiono pattern anomali.
  • Disturbo Post-Traumatico da Stress: l’iperattivazione del sistema noradrenergico notturno riduce la capacità del cervello di “spegnersi” e ripulirsi.

Perché tutto questo è rivoluzionario?

Per decenni la psichiatria si è concentrata quasi esclusivamente sui neurotrasmettitori. Questo modello resta fondamentale, ma non basta a spiegare la complessità di numerose patologie tra le quali la depressione resistente, i disturbi del sonno o i deficit cognitivi associati a diverse patologie e che spesso persistono anche con terapie adeguate.

Il sistema glinfatico introduce un nuovo livello di comprensione: la salute mentale dipende anche da come il cervello riesce a pulirsi, ripararsi e mantenere un equilibrio infiammatorio sano.

Una prospettiva che apre la strada a nuovi interventi, anche non farmacologici.

Si può migliorare il funzionamento del sistema glinfatico?

Secondo gli autori, sì. Alcune strategie sono già disponibili nella pratica clinica.

Migliorare il sonno profondo:

  • CBT-I
  • igiene del sonno
  • stabilizzazione del ritmo circadiano
  • evitare alcol e benzodiazepine non ipnoinducenti in orario serale.

Guarda il video: Disturbi del sonno: come dormire meglio?

Attività fisica regolare:

  • Migliora la pulsazione vascolare che “spinge” il liquido cerebrospinale attraverso i vasi.

Alimentazione e integrazione

  • Omega-3 (tramite alimentazione o integrazione consigliata da un professionista)
  • supporto antinfiammatorio (farmacologico o integrativo sotto supervisione clinica)
  • melatonina in casi selezionati (su indicazione medica)

Interventi emergenti (ancora sperimentali)

  • neuromodulazione (rTMS, stimolazione gamma 40 Hz)
  • terapie che agiscono sugli astrociti
  • timing farmacologico basato sui ritmi circadiani.

Quali conseguenze per i pazienti?

Comprendere il sistema glinfatico significa integrare la visione classica della psichiatria con un approccio più ampio:

  • valutare la qualità del sonno come parte della diagnosi,
  • considerare infiammazione e ritmi circadiani come elementi chiave di alcuni disturbi psichici,
  • personalizzare i trattamenti anche sulla base della “biologia del ripristino” cerebrale.

È un cambio di paradigma che potrà rendere più efficace la terapia, soprattutto nei casi resistenti.

Conclusioni

Il sistema glinfatico rappresenta uno dei filoni più promettenti delle neuroscienze moderne. Non sostituisce le teorie classiche sui neurotrasmettitori, ma le completa, offrendo una nuova lente per capire perché alcuni pazienti non rispondono alle cure e come potremmo migliorare sonno, infiammazione e recupero cerebrale.

Un cervello che riesce a “pulirsi” meglio è un cervello che pensa, sente e reagisce meglio.

Fonte

  1. Barlattani, Tommaso & Cavatassi, Alessandro & Bologna, Antony & Socci, Valentina & Trebbi, Edoardo & Malavolta, Maurizio & Rossi, Alessandro & Martiadis, Vassilis & Tomasetti, Carmine & De Berardis, Domenico & Di Lorenzo, Giorgio & Pacitti, Francesca. (2025) - Glymphatic system and psychiatric disorders: need for a new paradigm? Frontiers in Psychiatry
Data pubblicazione: 07 dicembre 2025

Autore

v.martiadis
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 2000 presso Università di Napoli SUN.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Napoli tesserino n° 39851.

Eccellenza accademica in Medicina e Psichiatria con lode, dottorato in Scienze del Comportamento e master in Psicofarmacologia Clinica. Specialista riconosciuto in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale, con oltre 60 pubblicazioni scientifiche internazionali. Esperto in disturbi dell’umore, ansia, ossessivi, alimentari e dipendenze. Membro attivo di prestigiose società scientifiche europee e italiane.

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