Sesso anale incontinenza fecale

Il sesso anale provoca incontinenza fecale?

andreafavara
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale

Uno dei quesiti che con una certa frequenza pongono i pazienti valutati in un ambulatorio colonproctologico è proprio il rischio di incontinenza fecale a seguito di rapporti anali, che a volte viene posto con discrezione quasi sottovoce, altre esplicitamente esposto come aspetto di primaria importanza.

Rapporti anali e incontinenza: cosa dicono gli studi?

Le risposte degli specialisti sono variabili e fino ad oggi mancava una letteratura scientifica significativa per dare risposte precise relative al rischio di incontinenza.

Incontinenza fecale

Questo vuoto è stato colmato da uno studio pubblicato sul prestigioso American Journal of Gastroenterology che ha affrontato il problema studiando ben 6150 pazienti e i loro dati pubblicati nel National Health and Nutrition Examination Survey condotto negli anni 2009 e 2010 negli Stati Uniti.

Da questo numero, 4170 pazienti, 2070 donne e 2100 uomini di età compresa tra 20 e 69 anni hanno completato un questionario riguardante l'attività sessuale ed è stata indagata la eventuale presenza di incontinenza fecale definita come perdita di feci solide, liquide o muco almeno una volta al mese.

I risultati:

  • il 37,3% delle donne ed il 4,5% degli uomini hanno praticato sesso anale (come riceventi)
  • per le donne, i rapporti si sono verificati più frequentemente tra i 20 ed i 30 anni con un calo negli anni successivi mentre per gli uomini si sono registrati due picchi di attività attorno ai 30 ed ai 50 anni
  • considerato che lo studio è stato condotto negli Stati Uniti, soggetti di razza bianca e ispanici non messicani hanno avuto più frequentemente rapporto anali rispetto agli afroamericani
  • un titolo di studio di scuola superiore è risultato associato ad un aumento dei rapporti mentre la laurea si è associata ad una diminuzione e i pazienti con meno rapporti sono risultati essere quelli che non hanno conseguito un diploma
  • in entrambi i sessi una storia di depressione maggiore è risultata fortemente associata ai rapporti anali.

I dati degli autori hanno dimostrato che vi è un rischio relativo di incontinenza fecale aumentato del 34% nelle donne e del 119% negli uomini mentre l' aumento assoluto è risultato essere del 2.5% nelle donne e del 6.3% negli uomini. 

Il meccanismo ipotizzato sembrerebbe associato alla dilatazione del muscolo sfintere interno con un danno sia del muscolo stesso, sia dell'innervazione e quindi riduzione della sensibilità.

 

👉🏻L'esperto risponde: Disturbi dopo il sesso anale

Sesso anale: quanto contano le dimensioni del pene?

Lo studio presenta evidenti limiti, in particolare non viene indagata la frequenza dei rapporti ed è presumibile supporre che una pratica occasionale sia differente da una ad esempio settimanale, non viene indagata poi l'eventuale utilizzo concomitante di oggetti, cosiddetti sex toys o altro oltre al pene ed eventuali pratiche estreme quali ad esempio il cosiddetto fisting. Infine non vengono menzionate le dimensioni del pene del partner ed in particolare il diametro considerato che la lunghezza non sembrerebbe responsabile di un maggiore trauma.

Uno studio pubblicato sul British Journal of Urology ha dimostrato che le dimensioni medie del pene in erezione sono 11.66 cm, corrispondenti quindi ad un diametro medio di 3,7 centimetri.

In confronto, per avere un'idea, il diametro di un colonscopio medio è 1,2 centimetri, quindi circa un terzo.

Colonscopio

Frequenza del rischio

In conclusione, le osservazioni che potremmo riassumere sono:

  • i rapporti anali sembrano aumentare in modo significativo il rischio di incontinenza fecale, soprattutto negli uomini e sarebbe opportuno fornire questa informazione ai pazienti
  • qualora praticati, una minore frequenza è probabilmente associata a un rischio minore e, nel caso, una lubrificazione adeguata è consigliabile
  • un pene di minori dimensioni è probabilmente associato a un rischio ridotto.

Questi dati richiedono ovviamente ulteriori studi per essere confermati e per definire meglio gli aspetti ancora oscuri.

 

Fonti:

  • Anal intercourse and fecal incontinence: evidence frome the 2009-2010 National Health and Nutrition Examination Survery
  • The American Journal of Gastroenterology 111,269-274 (feb 2016) doi:10.1038/ajg.2015.419
Data pubblicazione: 17 marzo 2016 Ultimo aggiornamento: 08 luglio 2021

Autore

andreafavara
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso Universita' Studi Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Milano tesserino n° 31610.

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12 commenti

#1
Utente 169XXX
Utente 169XXX

Eppure mi era parso di leggere per la rete che alcuni professionisti la ritengono non dannosa motivando la risposta con il fatto che l'anello anale sarebbe una struttura molto elastica che a distanza di qualche tempo dal rapporto ritorna ad essere come prima. Ciò è dunque errato?

#2
Dr. Andrea Favara
Dr. Andrea Favara

Grazie per il commento. 'Leggere per la rete' e' una cosa,questo e' un lavoro scientifico pubblicato su una rivista importante, pur con i limiti sopra ricordati.

#3
Utente 169XXX
Utente 169XXX

Mi pare dunque di capire che siano sconsigliati anche i sex toys, indipendentemente dalle caratteristiche di forma e dimensione. O no?

#4
Dr. Andrea Favara
Dr. Andrea Favara

Nel lavoro non viene esplicitamente detto, tuttavia sembrerebbe una deduzione logica, in particolare per quelli con diametro uguale o superiore a quello di un pene in erezione.

#6
Utente 169XXX
Utente 169XXX

Anche se non riferito al problema dell'incontinenza, ho da poco richiesto un consulto sulla relazione tra sex toys anali ed eventuali danni determinati dall'una o dall'altra caratteristica del soggetto. Se le va la invito a prenderne parte!

#7
Dr. Manlio Converti
Dr. Manlio Converti

Il Italia il rischio di incontinenza secondo gli studi che ho trovato in rete è circa del 16,5% ed è uguale per tutti e due i generi, mentre alcuni articoli dichiarano percentuali maggiori tra le donne, dovute forse al maggior numero di donne anziane.
Questo articolo pone una questione di genere molto importante nel modo sbagliato.
Sicuramente la cura del proprio corpo è necessaria, ma gli studi devono essere fatti con i controlli e non nel gruppo medesimo altrimenti si scrivono le stesse sciocchezze come nel caso dei vaccini e dell'autismo.
Tutti quanti quelli che fanno sesso anale sono sodomiti, questa modalità di articoli senza controllo sono figli di una mentalità americana sessuofobica e religiosa.
Non ho trovato su Pubmed nessun articolo di controllo e nessuna review standardizzata neanche studi di coorte o caso-controllo.
La questione dell'incontinenza resta un problema posto da questo articolo, ma essendo la sessualità anale inevitabile anche per le persone eterosessuali maschi (dal che le percentuali di sesso anale maschile troppo basse secondo le mie stime =-)) dobbiamo aspettare studi effettivi di Medicina di Genere eseguiti secondo criteri scientifici.
Nel frattempo il buon senso induce a pensare che le vostre idee personali e pregiudizi sulla sodomia comprometteranno il rapporto medico paziente, qualunque sia il genere e l'orientamento sessuale.

Studi caso-controllo invece esistono sulla prevalenza di HPV positivi e Cancro Anale in MSM (maschi che fanno sesso con maschi, quindi anche cosiddetti eterosessuali con transessuali) ma in Italia non esiste la possibilità di praticare PAP test ANALI e non è consentita la prevenzione col vaccino HPV in modo sistemico.
In fondo anche questa è una forma di maltrattamento istituzionale omofobo.

#8
Dr. Andrea Favara
Dr. Andrea Favara

Gentile collega,
grazie per il commento.
Mi permetto di osservare che questa frase è del tutto fuori luogo: "il buon senso induce a pensare che le vostre idee personali e pregiudizi sulla sodomia comprometteranno il rapporto medico paziente, qualunque sia il genere e l'orientamento sessuale.": non comprendo a chi sia riferito quel 'vostre', certamente non a me o agli Autori del lavoro dove non viene fatto alcun cenno ad idee personali o pregiudizi.
Il lavoro ha certamente dei limiti, come ho sopra ricordato, è tuttavia pubblicato su una rivista scientifica importante e i dati riportati sono oggettivi e non hanno nullla a che vedere con opinioni personali o pregiudizi.
Nel lavoro, il confronto è fatto tra persone che hanno avuto rapporti anali e persone che non li hanno avuti, e i dati sono quelli riportati.

#9
Dr. Manlio Converti
Dr. Manlio Converti

Mi riferisco all'aporia del commento: come sconsigliare ad una vergine di avere rapporti col marito per evitare l'HPV in pratica. Non ho trovato l'articolo originale né altre reviews e trovo l'argomento interessante, come ho scritto. Potresti darmi altro materiale quando ne trovassi?
Forse un ANCHE era d'uopo, ce lo metto...

#11
Utente 389XXX
Utente 389XXX

Mi sembra utile scrivere qui la Mia esperienza. Un solo rapporto anale avuto sette mesi fa mi ha rovinato la vita! Sono una Donna giovane e sportiva, Ci tengo a dirlo. Soffro Di pesantezza anale, soiling Ed urgenza defecatoria. Mi accingo a fare ecografia sfinteriali a giorni. Rientro fra quelli a cui il sesso anale ha provocato incontinenza fecale. Leggo troppi articoli in cui si consiglia questo rapporto. Vi prego fate attenzione. Laura

#12
Ex utente
Ex utente

è una questione prettamente psicologica.. leggo che quasi tutti i praticanti hanno storia di depressione maggiore.... mha a me me pare na strunzata . altro che studio serio.

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