28 gennaio il nuovo disegno di legge sulle unioni civili. Riflessioni sull'utero in affitto

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

"Nessuno stato è così simile alla pazzia da un lato, e al divino dall’altro, quanto l’essere incinta. La madre è raddoppiata, poi divisa a metà e mai più sarà intera".
Erica Jong


Premessa
Questo articolo non ha lo scopo di sindacare l'eventuale approvazione della legge sulle unioni civili, ma, partendo da una legge che aprirà parecchie strade verso la genitorialità, vorrei analizzare i pro ed i contro della maternità surrogata - in atto vietata in Italia, ma non sappiamo bene cosa succederà domani...- con uno sguardo al bambino ed alla mamma "contenitore".

La proposta di legge
Il 28 gennaio arriva in Senato il disegno di legge sulle unioni civili.

Il punto più dibattuto e controverso sarà quello che prevede l'adozione del figlio del partner.

La step-child adoption, che in inglese significa letteralmente “l’adozione del figliastro”, è la possibilità che il "genitore non biologico" adotti il figlio, naturale o adottivo, del partner

Quindi, ricapitolando, se un padre ha avuto un figlio da precedenti unioni o con la fecondazione eterologa, adesso, con l'approvazione di questa legge, potrà fare adottare al compagno il bambino.
La step-child adoption non è né una novità del 28 gennaio, né una prerogativa delle coppie gay. Esiste in Italia dal 1983 - Legge 184/1983 - permette l’adozione del figlio del coniuge, con il consenso del genitore biologico, solo se l’adozione corrisponde all’interesse del figlio, che deve dare il consenso (se maggiore di 14 anni) o comunque esprimere la sua opinione (se di età tra i 12 e i 14).

Secondo un altro emendamento, si ha l'obbligo di dichiarare e documentare l'esclusione della pratica dell'utero in affitto, o maternità surrogata, vietata in Italia.
In assenza della documentazione, "l'ufficiale di stato civile trasmette gli atti alla procura".
Se verrà accertata la maternità surrogata ed in assenza di alcun legame biologico, "viene dichiarato lo stato di adottabilità del minore".

 

Riflessioni cliniche sull'utero in affitto. Utero: contenimento o contenitore?

In un momento storico di consumismo sfrenato e di salute hi tech, tutto è acquistabile e riproducibile dall'uomo, ed a quanto pare, anche un figlio.

Leggi, emendamenti, provette e banche degli ovociti, e per finire, pellegrinaggi fecondativi in terre dove la legge è più clemente o "colludente", ed ancora, donne/madri surrogate e conti bancari che, miracolosamente, in soli nove mesi, ritornano a fiorire unitamente al bagno ormonale della prescelta.

Il figlio però, sembra l'unico a non poter dire la sua, a non essere tutelato prima di nascere e sarà colui che, a contratto stipulato, verrà estirpato dalla madre ed acquistato dalla coppia che lo ha commissionato, indubbiamente con le più nobili intenzioni.

Una vera giostra dell’embrione, un parco giochi, dove tutto è possibile ed attuabile.

Diamo uno sguardo ai costi.

Le cifre per una maternità surrogata sono infatti, davvero da capogiro, oscillano da 120.000 euro negli Stati Uniti, fino ad arrivare ad un " prezzo affare" in Grecia, soltanto 48.000 euro.

Forse, nel tempo, arriveremo alla formula da supermercato "tre al prezzo di due".

La scienza, si sa, aiuta le coppie attendiste e le coppie con problematiche di salute e di fertilità, ma, nel tempo con la frammentazione della maternità nella "triade ovocita/utero/genitorialità", si sta smarrendo il vero significato del "dare alla luce", del mettere al mondo, del figlio come conseguenza di un amore e di un utero come organo altamente simbolico e non un semplice organo esanime e cavo.

Maternità non equivale ad ospitalità, l'utero non è un organo disgiunto dalla donna, dalla vita intra-uterina del feto, dal desiderio di procreazione e dalle emozioni o ansie provate.

Un figlio ad ogni costo e, soprattutto, in ogni modo.

Non stiamo parlando di una casa al mare da affittare per le vacanze estive, o di uno chalet in montagna, o ancora di una barca, ma di un utero!

L'utero è un organo altamente simbolico attorno al quale ruota la crescita psico/sessuale e l'identità della donna: dal menarca al parto.

È un organo che evoca il contenimento - concetto ben differente dal "contenitore" - la gestazione ed il ventre materno, in tutte le sue infinite declinazioni e sfumature relative alla fase della vita intra-uterina e della fase postuma relativa alla diade "madre-bambino".

 La fecondazione assistita, mediante le tecniche di maternità surrogata, si orienta inevitabilmente verso la frammentazione della maternità nella triade ovulo-utero-genitorialità.

 

Quali rischi per la madre ed il bambino
La madre surrogata non è un contenitore che ospita e che contiene a sua volta il contenitore, cioè il suo utero, ma una donna con un"integrità somato-psichica" di cui nessuno sembra tener conto.

La parcellizzazione della maternità rimanda alla possibile ospitalità data da una casa in affitto, non so al mare o in montagna, magari già arredata, quindi abitabile con il minimo sforzo.

Il corpo di una donna e, soprattutto, il percorso intra psichico e relazionale che porta alla maternità è ben altro e parte da terre lontane.

Il legame unico che si crea tra madre e bambino che ha in utero è unico, irripetibile e determinerà caratteristiche della sua psiche e del suo patrimonio emotivo; non si può disgiungere il patrimonio genetico dal contenitore - l'utero - né dalla mamma che lo cullerà, che lo accudirà, che lo curerà e che si occuperà di lui.
Quando il piccolo, dopo ben nove mesi, verrà alla luce, la madre che lo avrà tra le sue braccia - esattamente un prolungamento dell'utero materno - che lo inebrierà con il suo odore, unico ed irripetibile, dovrebbe essere la madre che lo avrà partorito.

                    Entrambi avranno bisogno l'una dell'altro.

Ed il bambino che nascerà?
In un momento storico di amori a termine, di sentimenti e di legami che non diventano longevi, di crisi sociale e di coppia, anche il bambino che nasce sembra essere candidati al "precariato psichico e relazionale".
Questo bambino sarà destinato alla mancanza di certezze, di continuità affettiva e di amore stabile ed unico, cominciando già dal suo essere embrione.
Queste sgradevoli sensazioni sopravviveranno poi con lui durante la sua crescita, nella sua memoria corporea.
Sono piccoli e già nomadi, sin dall'utero, con una valigia in mano già dalla provetta e, forse, dalla fase del desiderio: nascono "qua", ma dovranno andare "altrove".
Nemmeno l’embrione sembra poter avere stabilità, poter avere un luogo sicuro e stabile dove poter nascere e crescere; anche l'utero è in affitto, a termine, si proprio l'utero che dovrebbe essere un luogo simbolico di contenimento e di travaso di emozioni, di sensazioni, di ansie miste a paure che passeranno dalla mamma al suo piccolo, come un'importantissima "dote" genetica ed emozionale.

Il piccolo a parto avvenuto, non avrà nemmeno il tempo di emettere il suo primo vagito che, a consolarlo, saranno ben altre braccia.

Questo sradicamento dall'affettività, di certo, non è a favore della crescita psichica.

 

Bibliografia:

 

  • Giuseppe Cassano “Le nuove frontiere del diritto di famiglia. Il diritto a nascere sani, la maternità surrogata, la fecondazione artificiale eterologa” Giuffré, 2000
  • Ines Corti “La maternità per sostituzione” Giuffré, 2000
  • Carla Faralli e Cecilia Cortesi “Nuove maternità. Riflessioni bioetiche al femminile” Diabasis, 2005
  • Alicia B. Faraoni “La maternità La natura del fenomeno, gli aspetti giuridici, le prospettive di disciplina” Giuffré, 2002

 

Fonte: http://www.lastampa.it/2016/01/20/italia/politica/per-utero-in-affitto-pene-fino-a-anni-lassalto-alla-legge-sulle-unioni-civili-firmato-dai-cattolici-pd-EcU4XOk8fgkl0JP5n8ncQP/pagina.html

 

Lettura consigliata: https://www.medicitalia.it/news/psicologia/6066-dalla-cicogna-all-utero-in-affitto-soluzione-o-tratta-delle-schiave.html

 

Aggiungo le seguenti letture ed i canali salute sull'argomento infertilità:

 

https://www.medicitalia.it/salute/andrologia/151-infertilita-maschile.html

 

https://www.medicitalia.it/salute/ginecologia-e-ostetricia/10-infertilita.html

 

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1839-infertilita-coppia-psiche-e-sessualita.html

https://www.medicitalia.it/news/psicologia/5376-egg-freezing-party-dal-cocktail-alla-provetta.html

https://www.medicitalia.it/news/psicologia/4963-scambio-di-embrioni-i-figli-sono-dei-genitori-genetici-o-di-chi-li-partorisce.html:

//www.medicitalia.it/news/psicologia/5087-speriamo-femmina-supermercato-concepimento.htmlhttp:

//www.medicitalia.it/news/psicologia/5137-congelamento-ovuli-offresi-occasione-trappola.html

 

Data pubblicazione: 25 gennaio 2016

26 commenti

#1
Dr.ssa Paola Valenzano
Dr.ssa Paola Valenzano

Buonasera,
io sono una psicoterapeuta e parto dal presupposto che la base della professionalità nel nostro lavoro (ed anche nel caso si scriva su argomenti che coinvolgono le persone) sia l'assenza di giudizio e mi dispiace leggere da una professionista un articolo che si possa definire "schierato", perché è l'opposto di ciò che la nostra professione ci insegna ogni giorno e d ogni volta che abbiamo a che fare con le persone: giudicare e schierarci.
La scelta ed il comportamento più utili sono la conoscenza e la comprensione, impegnandoci a conoscere al meglio proprio quelle situazioni che più animano i nostri sentimenti personali proprio per riuscire ad essere il più obiettivi e "competenti".
Ripeto che mi dispiace leggere questo tipo di articoli, perché poi si fa anche presto alla generalizzazione da parte di chi legge, perché la "scientificità" con la quale si maschera questo articolo può far nascere in chi legge la convinzione che non sia lei a scrivere le sue personali opinioni, ma la categoria alla quale appartiene, perché lei non scrive come comune cittadina, ma lo fa prendendosi la responsabilità di rappresentare la categoria.
Non lo condivido, mi dispiace, ma non condivido il modo ed il contenuto, anzi credo che lei non conosca neanche troppo bene ciò che ha cercato di spiegare e non abbia neanche parlato con chi la surrogacy l'ha vissuta, tantomeno ha conosciuto i famosi bambini strappati alle braccia della fantomatica madre.

#2
Utente 350XXX
Utente 350XXX

Condivido il parere della dottoressa Valenzano.
Avevo già commentato un suo articolo simile dottoressa Randone, anche se non sono omosessuale ho particolarmente a cuore questo tema, e non tanto per gli omosessuali in se che sono persone come le altre e quindi per nulla più degne di essere difese. Ma perché sono sensibile al tema della famiglia.
Io ho avuto una famiglia orribile per colpa di mio padre che mi ha rovinato completamente il futuro e fatto crollare ogni punto di riferimento. Non ho sul serio alcun desiderio di vivere e cerco solo ormai di farmi aiutare per riuscire ad andare i Svizzera a sottopormi al suicidio assistito.
Non mi sono mai drogato, sono stato studente modello, rinunciato sempre a tutto per essere un figlio esemplare: casa e scuola (o università). Eppure sono stato trattato peggio di Totò Riina, anzi almeno lui una famiglia e gente che lo stima ce l'ha, beato lui! (che mi tocca dire... ma intanto è così)
Ebbene a me che ormai alla soglia quasi dei 30 anni non mi frega nulla di cosa avrò da questa vita dopo dico che col senno di poi avrei tanto voluto essere strappato dal grembo di mia madre (con lei consenziente sia chiaro), e dato in adozione ad una coppia gay che mi avesse amato e insegnato la gioia di vivere che io oggi non ho più.
E glielo scrivo con le lacrime cara dottoressa.
Immagino, quasi come se fosse in un universo parallelo, che oggi sarei molto più felice e che magari invece che partirmene per la Svizzera per la fine dei miei giorni visto che non ho più sogni da vivere, partire magari per un viaggio a trovare la mia madre biologica che mi ha messo al mondo e di cui i miei due genitori adottivi mi hanno tanto parlato.

I bambini hanno diritto a una famiglia felice! Indipendentemente che sia la sua famiglia naturale o no!
Il suo discorso è solo un discorso a difesa della sua categoria, ovvero quella di madre, e non a difesa dei figli. Il sapere che esistono delle madri capaci di dar via i propri figli le crea un angoscia enorme, e posso capirla. Ma provi per una volta a non pensare solo a quei pochi mesi massimo un anno di vita neonatale.
Cerchi di capire che la vita dei figli più importante non è quella da neonati. Sì è vero i neonati sono indifesi, ma non richiedono cose troppo difficili: solo cibo, calore, coccole e piccoli e semplici insegnamenti.
Mentre tante, troppe famiglie che riescono in queste semplici cose di sopra poi non sono minimamente capaci quando i figli crescono, quando iniziano ad avanzare personali pretese, quando affrontano le vere difficoltà a supportarli.

#3
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Gentile Dottoressa,
grazie per essere intervenuta, lo scopo del blog è quello di facilitare lo scambio di idee.
Nessuno giudica nessuno, forse avrà letto l'articolo con uno sguardo prevenuto.
L'articolo inizia con una premessa che la invito a rileggere; infatti non accusa, non giudica e non si schiera, ma analizza la tematica - veramente complessa - della maternità surrogata, analizzando soprattutto la prospettiva del figlio di cui nessuno si occupa.
Come ben sa non esistono studi di follow up che ci dimostrano la crescita psichica dei bambini nati con questa metodica che, a mio avviso, non sono dei " trofei narcisistici" da avere in ogni modo, ma esseri umani da tutelare già in fase fantasmatica.
La maternità surrogata apre inoltre la strada ad un commercio di organi, di donne e di mercificazione del corpo femminile, su cui lei glissa.
Mi chiedo se lei è madre.
Un cordiale saluto.

Per l'utente.
Le ho già risposto approfonditamente nell'altro blog sulla maternità surrogata.
Invito, anche lei, a rileggere la premessa di questo articolo che dichiara che, ovviamente, non trattasi di un attacco alle unioni civili .
Se lei ha avuto una vita difficile e disagiata sul piano psichico e la sua famiglia non ha funzionato, non significa che tutte le famiglie debbano essere messe al rogo.
Possono esserci famiglie di coppie eterosessuali felici o disfunzionali, e famiglie di coppia gay felici o disfunzionali.
La serenità non è correlata al genere, ma al l'equilibrio psichico di chi la compro e ed al l'empatia di coppia.
Le separazioni, i tradimenti ed i divorzi, anche in questo caso, non sono legati al genere dei protagonisti di questi amori.
Un neonato, gentile utente, ha ben "altri" bisogni, oltre al semplice cibo e carezze, anche perché l'adilto di domani è il neonato di oggi.
Un saluto.

#4

Cara Valeria, interessante, sensibile articolo che analizza i pro e i contro della maternità surrogata, con attenzione al bambino e alla madre .. contenitore..."l'adulto di domani è il neonato di oggi", infatti..e non mi pare che se ne tenga abbastanza conto.. Complimenti..Magda

#5
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Cara Magda,
Grazie per la condivisione.
È sempre un arricchimento per me e per i lettori leggerti.
C'è una bella differenza tra "contenimento" e "contenitore", infatti...

Un abbraccio

#6
Dr.ssa Paola Valenzano
Dr.ssa Paola Valenzano

Gentilissima Dottoressa, la ringrazio per la risposta, anche io sono per lo scambio di idee, ma anche a beneficio della corretta informazione.
Devo dire che proprio la premessa al suo post ha destato in me un sospetto, perché spesso chi fa premesse lo fa per deresponsabilizzarsi rispetto a ciò che poi finisce per affermare.
So bene che purtroppo non ci sono studi che definiscano una statistica in merito alla sicurezza o insicurezza dei bambini avuti con surrogacy in Italia, ma è proprio per questo che mi sono presa la briga di andarli a conoscere questi bambini, piuttosto che creare mie personali teorie a riguardo, mi chiedo se lei lo abbia fatto, ma mi sembra improbabile viste le sue pubblicazioni che trattano argomenti piuttosto distanti dall’età evolutiva.
Ho incontrato questi bambini ed i loro genitori (perché lo sono, anche geneticamente, nel caso non lo sapesse), ho giocato con loro, ho osservato come si comportano e devo dirle in tutta onestà che non ho notato nulla che mi facesse pensare ad una forzatura, ad un modo “malforme” di essere figli, tantomeno ad una sofferenza di fondo, nonostante la terribile fase fantasmatica della quale parla lei, almeno non mi hanno dimostrato nulla di diverso rispetto a figli avuti in modo diverso. Non posso stimare una statistica, mi dispiace, so che lei ci tiene, ma una certezza posso affermarla e cioè che sono bambini che hanno una difficoltà in più: dover vivere in un paese dove ci sonno persone che si fanno vanto di volerli tutelare, ma non smettono di dipingere le loro vite, il loro essere in questo mondo come abomini.
Riguardo a quanto dice circa la mercificazione della donna ed il commercio degli organi mi sembrano deliri e proprio per questo ho volutamente glissato, anche in questo caso la invito ad informarsi a dovere circa il modo esatto col quale si svolge il tutto. La soluzione migliore sarebbe contattare qualcuno che ha intrapreso il lungo percorso della surrogacy, dall’Ucraina, al Canada o gli Stati uniti, sacrificando tempo e denaro, informandosi e chiedendosi più volte se fosse davvero possibile o non fosse oltre le proprie possibilità non tanto economiche quanto psicologiche, perché non è davvero un trofeo quello che queste persone cercano, persone che ho conosciuto e che può conoscere anche lei nel caso voglia contattare le famiglie arcobaleno, ma un figlio che non strappano dalle braccia di nessuna mamma (perché biologicamente non lo è la portatrice, altra informazione sulla quale ha glissato), al quale dare l’unica cosa della quale tutti i bambini hanno bisogno: AMORE!
Le porgo i miei più cordiali saluti

#7
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Gentile dottoressa,
Provo a risponderle punto per punto

1- "Devo dire che proprio la premessa al suo post ha destato in me un sospetto, perché spesso chi fa premesse lo fa per deresponsabilizzarsi rispetto a ciò che poi finisce per affermare."

Mi dispiace averla fatta insospettire, ma la premessa era doverosa per non fare di tutta l'erba un fascio, non è mia abitudine deresponsabilizzarmi circa il mio pensiero.

2- "è proprio per questo che mi sono presa la briga di andarli a conoscere questi bambini, piuttosto che creare mie personali teorie a riguardo, mi chiedo se lei lo abbia fatto, ma mi sembra improbabile viste le sue pubblicazioni che trattano argomenti piuttosto distanti dall’età evolutiva."

Il fatto che lei li abbia conosciuti, non significa che la loro vita intra uterina sia stata azzerata, il loro vissuto parcellizzato e negato e così via..non sto ancora a dilungarmi su questo tema.
Sulla mia formazione, preferisco glissare.

3-"perché lo sono, anche geneticamente, nel caso non lo sapesse"

La ringrazio per gli ulteriori chiarimenti, vedo che sul concetto di integrità e di maternità abbiamo concetti differenti.
Lei non ha risposto alla mia domanda: " lei è madre?"

4- "Non posso stimare una statistica, mi dispiace, so che lei ci tiene,"

Non comprendo da dove lei abbia intravisto la mia passione per le statistiche...ogni essere umano, per fortuna, è unico ed irripetibile, non omologabile all'interno di una statistica.

5- "Riguardo a quanto dice circa la mercificazione della donna ed il commercio degli organi mi sembrano deliri e proprio per questo ho volutamente glissato, anche in questo caso la invito ad informarsi a dovere circa il modo esatto col quale si svolge il tutto"

Sono abbastanza informata, anche sui costi e sulle motivazioni...
Diventerà a breve una riedizione della tratta delle schiave, ennesima mercificazione del corpo delle donne, una vera prostituzione ammantata da altro, dove ci sarà chi sfrutta e chi viene sfruttato, dove ci saranno pagamenti, parcelle e guadagni illeciti.
Esiste un contratto, dei legali, delle agenzie e dei bonifici.
Le tariffe può verificarle anche lei.

6- "ma un figlio che non strappano dalle braccia di nessuna mamma (perché biologicamente non lo è la portatrice, altra informazione sulla quale ha glissato)"

Immagino lei sottovaluti l'altissimo valore simbolico della vita intra uterina, l'aspetto fantasmatico, del desiderio e del " contenimento", che è ben altra cosa dal contenitore "utero".
Lei ha mai lavorato con pazienti isterectomizzate?
È un viaggio verso la conoscenza del "significato di quest'organo", che poco ha a che fare con il mero me semplice "contenitore".

Per non parlare della memoria olfattiva, uditiva - il bambino nasce e non sente più la vice della mamma ma di estranei che non ha mai sentirò prima, per esempio la mamma era Ucraina e l'altra italiana - del tatto e del contatto...
Anche questo le sembra irrisorio?
La donna non è una matrioska, ma una donna con un bagno ormonale - innegabile - una camera gestazionale, una vita intra uterina, un battito che batte grazie a lei, emozioni, ansie, paure, pensieri e sogni, un inconscio e tantissimo altro...
Dimenticavo: un dopo parto!
Lei glissa anche sull'allattamento e sul suo altissimo valore nutritivo e simbolico di incontro tra due inconsci.
Immagino che sappia che è vietatissimo!

Lei pensa davvero che questo bambino non vada incontro ad uno stress psico-fisico notevole, oltre che ad una " precoce separazione"?

Un figlio può non avere gli stessi geni dei genitori, ma essere anche adottato ed amato ugualmente,ma questo è un mio pensiero.



Ricambio i saluti.

#8
Dr.ssa Paola Valenzano
Dr.ssa Paola Valenzano

Dottoressa le auguro il meglio possibile, a proposito: sono una mamma ed ho allattato, mi dispiaceva non farglielo sapere.

#9
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Grazie per il suo augurio che ovviamente contraccambio e la ringrazio per avermi dato la possibilità di argomentare meglio questo mio piccolo contributo

Cordiali saluti

#10
Dr. Nunzia Spiezio
Dr. Nunzia Spiezio

Cara Valeria,
Grazie per le riflessioni che poni e che, in confronti costruttivi e rispettosi, alimentano ulteriori riflessioni. Una mia, che sicuramente mi lascia perplessa, è la concezione che ha l'immaginario collettivo dello psicologo/psicoterapeuta come unico detentore del "libretto di istruzioni d'uso della vita". Il pericolo, a mio modesto avviso, nasce quando incominciamo a credere noi stesse di averlo negandoci , a mò di automi, di essere ancora "in progress" su un detrminato tema. Doverose le premesse di non schieramento come è giusto che sia per uno scritto pubblico ma, se anche non ci fossero state così chiare e nette, avrei apprezzato il tuo articolo lo stesso. Ritengo, e forse mi sbaglio, che alcune questioni così complesse e per molti versi nuove non possono non far trasparire un, come dire, "secondo coscienza".
Sono perfettamente d'accordo con te che l' utero non è un semplice contenitore ma molto molto di più sia a livello biologico che più squisitamente psichico. Ho sempre amato credere che la teorizzazione "dell'identificazione pre-primaria" anche da parte di gruppi di studiosi osservatori dei figli dei desaparecidos che tornavano alle loro madri biologiche dopo anni, avesse le sue ottime ragion d'essere. E a proposito di utero non semplice contenitore ma parte di "corpo cavo" biologicamente e filogeneticamente determinato e quindi con imprescindibili annessi e connessi, riporto questo interessante scritto ( non a caso ho evitato di riportare scritti di colleghi psicologi pur presenti sul web) su: http://www.alessandragraziottin.it/it/articoli.php/Ovodonazione-che-cosa-implica-?EW_FATHER=7770&ART_TYPE=AOGGI

E riporto anche uno stralcio della lettera della Graziottin ad un utente
"...la donna ricevente (in questo caso lei) non è semplicemente un’incubatrice “passiva”. Oggi sappiamo che la madre condiziona l’espressione di geni del figlio attraverso l’ambiente biochimico, ma anche emotivo, che la caratterizza e che è specifico di quella gravidanza. Non è infatti importante solo il tipo di geni che noi ereditiamo (la maggior parte resta in effetti silente per tutta la vita), ma quanto e quando si esprimono. Si parla infatti di “penetranza” ed “espressività” dei geni, proprio per dire che esiste una grande variabilità nel modo in cui le diverse parti del codice genetico possono esprimersi, nel senso di dar luogo a tutte le azioni e le modificazioni che sono di loro competenza. Potremmo dire che lo stesso ovocita, fecondato in vitro con lo stesso spermatozoo, può dar luogo a due bambini in parte diversi a seconda della madre che riceve quell’embrione. Basti pensare all’effetto dell’alimentazione della mamma, se beva o fumi o meno, quanto aumenti di peso, se sia depressa, stressata o serena, se sia diabetica o abbia l’ipertensione. Persino molte malattie dell’adulto sono condizionate da quello che succede in gravidanza. Inoltre, durante la gravidanza biologica, cresce anche il “grembo psichico”, la capacità di amore e di attaccamento emotivo e affettivo che la mamma sviluppa nei confronti del bambino. Quei nove mesi sono dunque essenziali per creare un legame profondo fisico e psicoemotivo. A ciò si aggiunga che lo partorirà e allatterà: tutti aspetti essenziali perché quel bambino, seppur concepito da un uovo donato, sia percepito e amato come proprio a tutti gli effetti....."

#11
Utente 112XXX
Utente 112XXX

Buongiorno,
Apprezzo il tentativo della dottoressa Randone di vedere le cose dal punto di vista del figlio. Troppo spesso si pensa solo ai diritti degli adulti e si perde di vista l'individuo più debole, che può solo subire le decisioni altrui. Immedesimarsi nei bambini e tentare di capire che cos’è meglio per loro non è facile, ci sono molte variabili in gioco e molte eccezioni, ma penso che dovremmo sforzarci tutti di farlo.
La mia opinione riguardo la step-child adoption è: dipende. Dipende prima di tutto da che fine fa l’altro genitore biologico. I genitori biologici sono un uomo e una donna. Questo può essere un bene, può essere un male, ma è un dato di fatto e, finché qualcuno non troverà il modo di creare uno zigote con due ovuli o due spermatozoi, dobbiamo accettarlo. Secondo me il figlio dovrebbe avere il diritto di essere amato, educato, sostenuto economicamente da entrambi i genitori biologici. Sono le persone responsabili di averlo fatto venire al mondo e hanno il dovere di prendersi cura di lui. L'eventuale scelta di uno dei genitori di rinunciare al supporto dell'altro non ha valore, perché non si può rinunciare a un diritto altrui (in questo caso del figlio). Se poi c’è anche una terza persona che vuole prendersi cura del bambino, può essere un bene, se i tre adulti riescono a creare un ambiente sereno e collaborativo. Non credo sia facile (già è difficile andare d’accordo in 2, figuriamoci in 3), ma non è impossibile. In questo caso non vedo particolari problemi per il bambino, almeno non più di quelli che possono avere i figli di genitori separati e riaccoppiati.
Ma se la step-child adoption diventa un modo per escludere uno dei genitori biologici dalla vita del bambino (o consentirgli di defilarsi dai suoi doveri, nel caso sia consenziente all’esclusione), sono contraria.
La dottoressa Valenzano dice che, nel caso di utero in affitto, la portatrice non è madre biologica. Nell'utero in affitto "puro" non lo è, ma ci sono casi in cui chi presta l'utero dona anche l'ovulo, e poi si fa portar via il bambino. Una coppia di uomini che vuole un figlio non prende solo a prestito un utero, da qualche parte deve prendere anche l'ovulo. Dove va a finire la madre biologica?

#12
Dr.ssa Paola Valenzano
Dr.ssa Paola Valenzano

Buonasera,
proprio perché non credo di avere libretti d'istruzioni di nessun tipo ho voluto conoscere di persona ciò di cui o coloro dei quali parlo, perché non lo fate anche voi? Sporcatevi le mani e cercate prove concrete con dei nomi e cognomi alle teorie che affermate, quello si che può essere rischioso per chi, forse più di me, pensa di avere il libretto d'istruzioni di ciò che è giusto e ciò che non lo è.

#13
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Cara Nunzia,
che piacere leggerti nel mio blog!
Grazie per avermi riportato alla memoria temi così centrali ed importanti come:

"Ho sempre amato credere che la teorizzazione "dell'identificazione pre-primaria" ...

"Inoltre, durante la gravidanza biologica, cresce anche il “grembo psichico”, la capacità di amore e di attaccamento emotivo e affettivo che la mamma sviluppa nei confronti del bambino"...

"ciò si aggiunga che lo partorirà e allatterà: tutti aspetti essenziali perché quel bambino, seppur concepito da un uovo donato, sia percepito e amato come proprio a tutti gli effetti....."

Su questo ultimo punto aggiungo che, occupandomi di idoneità all'eterologa, conosco bene le emozioni ed il vissuto di chi dona e di chi riceve...ed il miracoloso "dopo".

Un abbraccio e grazie per le tue riflessioni.

#14
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Gentile Utente,
grazie per la condivisione e per le sue note,
Trovo molto interessante il suo "dipende" e quando scrive
"Ma se la step-child adoption diventa un modo per escludere uno dei genitori biologici dalla vita del bambino (o consentirgli di defilarsi dai suoi doveri, nel caso sia consenziente all’esclusione), sono contraria."

Penso che i genitori, nel bene e nel male, siano entrambi e che - fino a quando le possibilità lo permettono - dovrebbero essere entrambi ad occuparsi del bambino.

Il bene del bambino andrebbe valutato caso per caso e considerato sempre il bene supremo.

Un cordiale saluto.

#15
Utente 401XXX
Utente 401XXX

Dr.ssa Randone,
ho letto il suo articolo e mi sono detto: non si può tacere di fronte a tutto questo!
Se era sua intenzione suscitare il fastidio del lettore ed offendere le coscienze di persone serie che con difficoltà cercano un loro percorso genitoriale è stata al quanto brava.
La sua posizione è ben chiara sin dai prima passi … la sua premessa, che per altro ha più volte ricordato ad altri critici lettori, potrebbe essere chiaramente definita “excusatio non petita, accusatio manifesta”.
Conosco molte bene la tematica da lei affrontata, potrei dirle per esperienza diretta!
Sarò molto breve poiché non ho e non voglio perdere tempo in un confronto che risulterebbe certamente improduttivo, vista la sua dimostrata incapacità autocritica.
Le razionali critiche presentatele dalla Dott.ssa Valenzano non hanno sortito in lei alcuna riflessione seria portandola addiruttura ad una sprezzante invasione della sfera personale. Chiederle se sia madre?! Ma chi si pesna di essere? Vergogna!
Questo articolo è a mio avviso molto fastidioso, intriso di mere opinioni individuali viziate da preconcetti retrogradi con vaga parvenza scientifica.
Penso di non peccare di presunzuine affermando cio, sono un ricercatore universitario in ambito medico e di ricerca ci vivo da quasi 20 anni.
Lo dico chiaramente, non ritengo sia questo il sito per tali tipologie di articoli.
La invito a riflettere sul tema e cercare di informarsi seriamente, leggere la letteratura scientifica internazionale …ma più di tutto, la invito a confrontarsi a cuore e mente aperti con chi ha personale esperienza. Incontrare queste donne capaci di un atto di altruismo raro. Passare del tempo con questi normalissimi bambini.
Bambini che malgrado loro dovranno con chiare difficoltà confrontarsi con un mondo miope, incapace di vedere che il sentimento va oltre i gameti e la mera anatomia riproduttiva, ed allo stesso tempo abile a barricarsi per paura del nuovo dietro falsi sentimenti e retro pensieri intrisi di buonismo.
Inutile dire che è proprio grazie ad articoli come il suo che questa stanca società faticherà a guardare oltre la punto del proprio naso.
Mi dispiace essere aggressivo e magari scortese, non è nella mia persona, ma la sua dichiarata e pubblica posizione, torno a dire, mi offende.
Cordialmente.
Dr. Montevecchi M.

#16
Ex utente
Ex utente

Essendo di matrice puramente social e nn scientifica,dissento da ciò che dice la fautrice dell'articolo ed concordo con la dottoressa Valenzano.
considerarsi depositori autoritari della vita di un bambino mi sembra un Po esagerato,dato che molti nn conoscono l'uso delle ns estremità (mani-piedi).
Oggi ,in una società dove tutti cominicano con una facilità impressionante ,si teme di esser più soli.è assolutamente vero ,si è collegati coi cittadini del mondo ,ma emotivamente si è degli analfabeti di ritorno.si era appena imparato cosa significava la comunicazione emozionale -dopo secoli di anestesia emotiva- e subito qualcuno ha inventato i feed-beck-che tristezza l'omologazione.cio che nn son riusciti a far con le dittature e i monopi del capitalismo planetario ,hanno potuto i maghi della tecnologia.dall' Italia alla California siamo rappresentati in un unico modo ,siamo giunti all:'epoca planetaria dell'emozione.nn si possono riassumere. In pochi caratteri ,cosi come la solitudine morale di pochi giovani E NON SOLO ,nn potrà esser combattuta iscrivendosi ad una chat ,Facebook e medicitalia?!? Qui la tecnologia ha perso la sua battaglia,ma dovrà esser l'umanità a liberarsi da questa moderna schiavitù ,senza temere di esser contro corrente . Dottoressa Paola ,se nn cancellano il mio intervento ,si ricordi che la normalità è una strada lastricata.è comoda per camminare,ma nn vi cresce alcun fiore:)

#17
Ex utente
Ex utente

Nn sono madre ,ma sono figlia,quindi credo che l'eredità più bella e migliore di ogni patrimonio che i genitori possono lasciare ai figli ,è l'esempio di una vita onesta- conconddo in assonanza con il dr MOntevecchi. buona serata.






#18
Ex utente
Ex utente

Medice,cura te ipse!

#19
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Gentile Dottore,
Il blog è aperto a tutti, quindi che ben vengano opinioni - garbate ed educate - diverse dalle mie o da altri colleghi.

Mi dispiace che lei, in prima persona si sia sentito offeso, ma il fastidio non mi sembra generalizzabile ed estendibile a tutti i lettori, come avrà avuto modo di leggere.
Sulle sue offese glisso di proposito, così come sul suo vissuto e la sua esperienza, non è questa la sede adatta.

Rispondo soltanto ad alcuni punti che, a mio avviso, perseverano nella miopia con cui si osserva questo complesso scenario, glissando totalmente sul significato dell'utero, della vita intra uterina, della continuità post partum - la madre surrogata ha comunque un dopo parto, nonostante il contratto...tacitato e negato dalle terapie farmacologiche postume che bloccheranno la montata Lattea e, forse, regolarizzeranno l'umore - e dell'allattamento - indispensabile per entrambi: madre e bambino.
Dimenticavo: la precoce separazione ed il precariato psichico e relazionale a cui questi bambini vanno incontro.
Sono piccoli e già nomadi, sin dall'utero, con una valigia in mano già dalla provetta e, forse, dalla fase del desiderio: nascono "qua", ma dovranno andare "altrove".


"Bambini che malgrado loro dovranno con chiare difficoltà confrontarsi con un mondo miope, incapace di vedere che il sentimento va oltre i gameti e la mera anatomia riproduttiva"

Come avrà letto nell'articolo e nei successivi commenti, il Focus della lettura è sul l'inscindibilità della triade ovocita/utero/genitorialità.
L'autonomia riproduttiva di cui parla lei e che enfatizza, apre scenari complessi: dal delirio fecondativo - incluse madri chiaramente anziane - alla tratta delle schiave.
Lei sa bene che questo atto di generosità è a pagamento, immagino.

"Mi dispiace essere aggressivo e magari scortese, non è nella mia persona, ma la sua dichiarata e pubblica posizione, torno a dire, mi offende"

Un cordiale saluto.

#20
Dr.ssa Paola Valenzano
Dr.ssa Paola Valenzano

Dottoressa comunque continua a non descrivere le prove di questa "precoce separazione ed il precariato psichico e relazionale a cui questi bambini vanno incontro".

#21
Utente 350XXX
Utente 350XXX

Dottoressa Valenzano la prova che non vi esiste alcuna forma di precariato psichico e relazionale per via della precoce separazione dalla madre naturale è dimostrata da decenni, dai tantissimi casi di bambini adottati da neonati o ancora dagli sfortunati bambini la cui madre è morta nel parto. Tutti comunque cresciuti e maturati psicologicamente sani!

E mi sono permesso di precisare madre naturale, proprio perché l'importanza di una connessione del neonato con qualcuno è quella l'unica cosa di cui la scienza ha dimostrato essere necessaria, ed infatti il bambino appena nato nel "utero in affitto" è subito preso in braccio dal futuro genitore adottivo.
Il fatto che questa persona debba anche essere la madre naturale non è dimostrato e, ripeto, ci sono da sempre tantissimi casi di bambini che la madre vera non l'hanno mai conosciuta e sono cresciuti benissimo senza sentirne il bisogno.

#22
Ex utente
Ex utente

Credo sia conoscenza e coscienza di come tutti noi dovremmo condividere caratteristiche comuni.IL destino a termine,le emozioni ,il dolore e la paura ,la malattia e la fragilità,ci accomunano in un noi di cui nn dovremmo dimenticarci .Anche le emozioni positive sono le stesse x tutti ,ma,pur sentendo il bisogno di condividerle ,nn ci rendono bisognosi delle comunità come le altre.I persecutori ,i violenti,i superbi,i cattivi,scordano questa fratellanza che dovrebbe renderci tutti solidali.Tutti,nei periodi fortunati,abbiamo la tentazione di sentirci unici e speciali ,autonomi e infrangibili ,e di scordar i bisogni degli altri e la nostra stessa fragilità.Sono gli stati di difficoltà a suonare il campanello della percezione dell'umanità.Umanità che,pur nn eliminando il giudizio,apre alla comprensione.UNito all'empatia e all'esperienza,il senso di umanità ci fa riconoscere negli altri una particella di noi ( unica premessa :nn confondere i gli uni con gli altri)) e anche nostro malgrado ci spinge a cercar di comunicare con loro.Sforzarci di sentirci parte della comunità che abita il mondo aiuta nn soltanto a vincere la solitudine,ma ci motiva anche x lavorare x il bene di tutti.Di fatto le scoperte scientifiche come le opere d'arte sono a giovamento di tutti e anche ogni cultura è,o dovrebbe essere,a disposizione libera per la grande comunità umana. -parafrasando Rostand rispetto il sapere,amo la verità ma vedo la salvezza soltanto nell'amore. :) buona continuazione.

#23
Ex utente
Ex utente

Buongiorno, sono d'accordo con la dottoressa Valenzano econ gli utenti che hanno sottolineato che non può esserci "precariato psichico e relazionale" (ma poi cosa vuol dire?) se un essere umano viene separato dalla mamma naturale per essere adottato. Mi pare ci siano, al contrario, tanti studi che attestano proprio il contrario di qunto si legge qui. Mi pare infatti che le ricerche a riguardo parlassero di problematiche solo nel caso non fosse disponibile immediatamente una figura genitoriale e non se al contrario è presente, come nel caso del genitore adottivo.
Va bene articolo social e non scientifico ma a tutto c'è un limite e tutto ciò che è scritto nell'articoletto mi sembra solo delle considerazioni campate per aria.
Non ci sono mi pare nemmeno delle ricerche a conferma della differenza tra allattamento al seno o artificiale. Ma ci sono gruppi ben precisi di psicologi che vogliono addirittura farti sentire in colpa se non allatti al seno tuo figlio!!! Tutto questo è ridicolo. Vorrei sapere quali traumi psicologi ha un bambino non allattato al seno o un bambino che non sente la voce della madre naturale dopo il parto.
Inoltre si legge addirittura che un bambino adottato andrà incontro ad uno stress psico-fisico notevole, oltre che ad una " precoce separazione". Ma io gradirei davvero avere i dettagli dall'autore e le specifiche di queste affermazioni bislacche.
Mi piacerebbe anche leggere un articolo serio scritto dalla dottoressa Valenzano perché il tema è attuale e molto interessante e qui si dimostra anche quanta confusione ci sia.

#24
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Gentile Utente,
Non è il luogo adatto per fugare tutti i suoi "mi pare", che mi sembrano essere parecchi.

Ci sarebbe davvero tanto da dire sulla maternità, gestazione, genitorialità ed allattamento - e questo spazio non può di certo contenere tutte le risposte alle sue domande -può consultare il mio sito personale ed il mio blog dove troverà parecchio materiale scientifico., può proseguire consultando la bibliografia che trova in calce all'articolo.

La dottoressa da lei citata, essendo uno psicoterapeuta, può tranquillamente contribuire con articoli scientifici, che verranno validati, e blog, nessuno le vieta nulla.

La invito inoltre a moderare i toni, tra "affermazioni bislacche" ed articoletto da social, visto che è ospite nel mio blog.
Un cordiale saluto.

#25
Ex utente
Ex utente

Articoli social e non scientifici sono stati definiti anche sopra da altri commentatori. E se siamo tutti d'accordo nel contestare un articoletto poco attendibile sulle sue opinioni personali e non professionali credo dovrebbe porsi delle domande.
Il mio "mi pare" era solo un modo morbido per non dire che qui ci sono moltissime castronerie, altrimenti non avrebbe nessun problema a rispondere a semplici domande:
cosa vuol dire "precariato psichico e relazionale" per un bambino adottato e quale stress psico-fisico notevole, oltre che ad una " precoce separazione dovrà affrontare un bambino adottato.
Non mi pare, ma sono certissima che questa sua affermazione di scientifico non ha niente di niente. Altrimenti potrebbe anche dimostrare il contrario.
Visto che ha citato la bibliografia sa dirmi dove si parla di notevole stress psicofisico e precariato ecc oltre ai concetti da lei espressi, perché io non li ho trovati. Grazie

#26
Ex utente
Ex utente

è una cosa veramente incredibile pensare che il 95% dei politici,"medici"-"clinici" sia capace di compromettere la reputazione del restante 5%.
L'anno da poco iniziato sembra caratterizzato da venature inebrianti di cambiamento del nulla,come una rivoluzione copernicana,che si diffonderà a macchia di ghettopardo ,dal mondo della politica a tutto il tessuto economico e sociale.Edison ricorda , colei o colui che crede di nn sbagliare mai perde un sacco di buone occasioni per imparare qualcosa. Buona continuazione e buona serata

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