Arresto cardiaco: quanto conta l’uso del defibrillatore?
Perché è importante l’assistenza tempestiva in caso di arresto cardiaco? L’utilizzo dei defibrillatori automatici esterni (DAE) è fondamentale per aumentare la probabilità di sopravvivenza: come intervenire in caso di emergenza e cosa dice la legge in merito all’utilizzo dei DAE.
In Italia si verificano circa 60.000 arresti cardiaci all’anno e ad oggi l’unica arma a disposizione per contrastare la successiva morte improvvisa è la diffusione e conoscenza dell’uso dei defibrillatori automatici pubblici (DAE – Defibrillatori Automatici Esterni).
Lo dimostrano tutti gli studi mondiali che sono stati fatti su questo tema: nei paesi e luoghi in cui è stata portata avanti una sensibilizzazione sull’uso dei DAE (con corsi e campagne dei media) la mortalità per arresto cardiaco si riduce [1].
Perché intervenire subito?
Recentemente è stato presentato al Congresso dell’ESC European Society of Cardiology uno studio dei ricercatori danesi del Nordsjaellands Hospital che ha utilizzato i dati del registro danese degli arresti cardiaci extraospedalieri avvenuti dal 2016 al 2020 [2, 3].
I ricercatori hanno confrontato la probabilità di sopravvivenza tra i pazienti che erano stati defibrillati da un passante prima dell'arrivo dell'ambulanza e quelli che, invece, non avevano ricevuto assistenza con il defibrillatore.
Su oltre 7.400 adulti analizzati, solo il 14.7% aveva ricevuto la defibrillazione prima dell’arrivo dell’ambulanza: la sopravvivenza a 30 giorni dall’evento è stata del 44,5% in chi aveva ricevuto l’assistenza con DAE prima dell’arrivo dell’ambulanza e del 18,8% in chi, invece, non l’aveva ricevuta.
La probabilità di sopravvivenza è risultata ancora superiore in chi aveva ricevuto una manovra di rianimazione da parte delle persone presenti durante l’arresto cardiaco, in attesa dell’arrivo dei soccorsi.
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Come intervenire in caso di arresto cardiaco?
L’arresto cardiaco si verifica quando, a causa di una aritmia cardiaca chiamata fibrillazione ventricolare, il cuore smette di pompare e il flusso sanguigno si interrompe. A meno che non si intervenga tempestivamente con la rianimazione cardiopolmonare (RCP) e un defibrillatore, nell’arco di 10-20 minuti l’individuo in arresto muore.
Il massaggio cardiaco fa sì che la manovra di chi lo esegue si sostituisca al cuore aiutandolo a pompare sangue. Il defibrillatore, costituito da due piastre che vengono appoggiate sul torace del paziente, eroga una scarica elettrica che consente al muscolo di contrarsi e riprendere a battere superando l’aritmia.
Se il primo può essere eseguito da chiunque, non sempre la rianimazione con DAE può essere fatta prima all’arrivo dell’ambulanza: innanzi tutto perché non è scontato che nel luogo in cui ci si trova sia presente un DAE; ma anche perché non sempre i cittadini si sentono pronti a utilizzarli, o perché non sanno di poterlo fare o perché temono di non saperlo fare.
Per garantire la possibilità di fornire un intervento tempestivo diventa fondamentale la presenza dei DAE nei luoghi pubblici, così come la necessità di migliorare la conoscenza della popolazione sulla manovra di rianimazione cardiopolmonare e sulla possibilità di utilizzare il DAE in stato di necessità.
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Cosa dice la legge italiana in merito ai DAE?
Grazie alla Legge 116/2021 sui Defibrillatori Automatici Esterni, ora chiunque è autorizzato a usare un DAE in assenza di personale sanitario o di operatori con specifica formazione, applicando il principio dello “stato di necessità” previsto dall’articolo 54 del Codice penale.
Ma l’importanza di questa legge non riguarda solo la possibilità di fornire tempestivamente il primo soccorso in caso di arresto cardiaco. La legge prevede anche:
- l’introduzione dell'insegnamento nelle scuole della manovra di rianimazione cardiopolmonare,
- l’obbligo di dotazione del DAE in società sportive professionistiche e dilettantistiche,
- misure economiche volte a favorire la presenza dei DAE nei luoghi pubblici.
Varie associazioni hanno a cuore l’argomento DAE e promuovono iniziative volte alla conoscenza delle manovre salva-vita e, tra le varie attività di beneficenza, si occupano di donare i defibrillatori nei luoghi pubblici.
Segnaliamo la campagna del Dott. Maurizio Cecchini che con l’associazione Cecchini Cuore finora ha donato 571 defibrillatori in vari spazi comuni. Poiché l’80% dei decessi avviene in casa, l’associazione ha lanciato anche la campagna “condomini cardioprotetti”, affinché gli amministratori di condominio sollecitino l’installazione di un DAE negli spazi condominiali [4].
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