Gravidanza a rischio: cos'è, cause e rimedi
Come si riconosce una gravidanza a rischio? Patologie già esistenti nella mamma o altre che si manifestano durante i nove mesi: le cause che possono ostacolare una gravidanza, i possibili rimedi e la tutela del lavoro.
Per alcune donne la gravidanza può trasformarsi in un percorso a ostacoli fino al momento del parto, a causa di patologie che possono mettere a rischio la vita della mamma e del bambino. In questo caso si tratta di una gravidanza a rischio.
Indice
Riconoscere i sintomi di una gravidanza a rischio
È normale che durante una gravidanza una donna possa avvertire piccole contrazioni, dolorini addominali e perdite vaginali bianche e non maleodoranti. Niente di preoccupante.
Bisogna invece fare attenzione ad altri segnali che il corpo lancia quando c'è qualcosa che non va. Verso la fine della gravidanza, ad esempio, il bimbo scalcia dalle 15 alle 20 volte al giorno. Se non si avvertono i suoi segnali da un po' di tempo, è meglio avvertire subito il ginecologo.
Tra gli altri sintomi di una gravidanza a rischio, che non vanno mai ignorati, ci sono forti dolori al basso ventre, bruciore intimo e sintomi tipici della cistite, contrazioni regolari, perdite acquose abbondanti, ma soprattutto perdite di sangue.
Gravidanza a rischio: quando si aspettano due gemelli
Tra i fattori di rischio di una gravidanza c'è anche l'essere in attesa di due o più gemelli. Mettere al mondo non uno, bensì due bambini può mettere a dura prova il corpo della donna e complicare la gestazione.
La gravidanza gemellare aumenta il rischio che si verifichino alcune complicanze come le malformazioni fetali o cromosomiche, i feti potrebbero non crescere adeguatamente, si potrebbe verificare la sindrome di trasfusione feto-fetale, anemia, ipertensione, diabete gestazionale e altre patologie materne.
Nei casi più gravi può verificarsi una mortalità perinatale, l'aborto oppure una rottura prematura delle membrane e parto imminente.
Gravidanza a rischio: le cause
Le cause che possono trasformare la normale gestazione in una gravidanza a rischio sono in primo luogo le condizioni di salute della madre. In presenza di patologie pre-esistenti come ipertensione, sindrome dell'ovaio policistico, diabete, disturbi renali, malattie autoimmuni, malattie della tiroide, obesità e positività al virus dell'HIV o presenza di AIDS conclamato.
In secondo luogo c'è l'età. La gravidanza può essere a rischio sia in giovane età (prima dei vent'anni) sia quando la madre ha superato i 35 anni. Nel primo caso c'è il rischio di sviluppare anemia e ipertensione, portando a un parto prematuro.
Nelle gravidanze in età più avanzate sale il rischio di dover ricorrere a un parto cesareo, sopportando un travaglio più lungo, oltre a osservare lo svilupparsi di neonati con malattie congenite come la sindrome di Down.
Anche lo stile di vita si può elencare tra le cause di una gravidanza a rischio: assumere alcolici e fumare in gravidanza può produrre rischi a lungo termine sul feto.
L'alcool può provocare aborti spontanei e sindromi feto-alcoliche, oltre a disturbi iperattivi, disabilità intellettive, problemi alla vista e all'udito. Il fumo invece espone il feto a nascita prematura, difetti congeniti e alla sindrome della morte improvvisa del lattante.
Il quarto fattore di rischio sono le condizioni della gravidanza. Una gravidanza gemellare con due, tre o più feti può aumentare il rischio di parto prematuro. L'insorgere del diabete gestazionale, se non controllato, può aumentare il rischio di travaglio e parto pretermine.
Può verificarsi anche la preeclampsia, una sindrome legata all’aumento della pressione arteriosa. Questa condizione può verificarsi dopo la ventesima settimana di gravidanza. Questa patologia può provocare danni ai reni, fegato e cervello della gestante.
Per evitare che uno di questi fattori di rischio comprometta la salute della gestante, è necessario che ci sia un continuo monitoraggio sia delle abitudini che della salute fisica durante tutti i nove mesi di gestazione.
Gravidanza a rischio: i rimedi
Per evitare che una gravidanza diventi a rischio, in presenza di uno dei fattori individuati in precedenza, si può procedere con dei trattamenti specifici.Per l'ipertensione arteriosa durante la gravidanza si deve modificare la terapia farmacologica, oltre alla dieta, in cui si deve ridurre drasticamente il sale. Inoltre, è raccomandata una regolare attività fisica.
In presenza di diabete gestazionale l'attenzione si sposta tutta sul controllo dei livelli di glicemia. Il controllo della dieta alimentare farà gran parte del lavoro ed impedirà un aumento incontrollato del peso corporeo.
In presenza di sieropositività la gestante potrà sottoporsi a terapie che contrasteranno il potenziale contagio da madre a figlio.
Gravidanza a rischio e lavoro
Secondo l'Istituto Superiore della Sanità la tutela della gravidanza è un diritto della donna, che lavori oppure no. Nel primo caso per il datore di lavoro questa tutela è un obbligo. Per questo in Italia è stata istituita una normativa a tutela e sostegno della maternità e della paternità.
Se una futura mamma lavoratrice sta affrontando una gravidanza a rischio, può fare richiesta di un congedo anticipato di maternità. In questo periodo decade l'obbligo di visita fiscale e non sussiste il dovere di reperibilità presso la propria abitazione e domicilio.
Per inoltrare la richiesta di congedo anticipato di maternità a rischio bisogna recarsi presso la propria Asl di competenza con un certificato di gravidanza e un documento firmato dallo specialista che attesti le complicanze manifestatesi.
L'Asl produrrà un provvedimento entro una settimana dalla ricezione della richiesta. La necessità di recarsi presso la struttura sanitaria non è necessaria qualora il ginecologo scelto operi nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale. In quel caso basta il suo certificato.
La legge italiana, attraverso il Testo Unico sulla maternità e paternità, permette di richiedere questo congedo anticipato se ci sono "gravi complicanze della gravidanza o di preesistenti forme morbose che si presume possano essere aggravate dallo stato di gravidanza"; "quando le condizioni di lavoro o ambientali siano ritenute pregiudizievoli alla salute della donna o del bambino"; oppure se "la lavoratrice addetta al trasporto e al sollevamento pesi, nonché a lavori pericolosi faticosi e insalubri, non possa essere spostata ad altre mansioni".
Chi vive una gravidanza a rischio ha diritto all'esenzione su molti esami forniti dal Servizio Sanitario nazionale quali le prestazioni necessarie per individuare eventuali difetti genetici nel nascituro, i trattamenti per malattie che comportino rischi per madre o bambini, il monitoraggio dell'evoluzione della gravidanza. Queste esenzioni sono segnalate tramite il codice M50.