Tutto sull'osteoporosi
Una ricerca dell’Istituto Superiore della Sanità ha rilevato che sono oltre cinque milioni gli Italiani interessati da questa malattia. Questa cifra tende sempre più ad aumentare con incremento della spesa sanitaria nazionale. L'osteoporosi senile è una malattia degenerativa delle ossa che colpisce prevalentemente le donne, a causa degli squilibri ormonali che seguono alla menopausa...
L’osteoprosi: la malattia delle ossa.
L'osteoporosi senile è una malattia degenerativa delle ossa, caratterizzata da una progressiva riduzione del tessuto osseo.
Questa condizione colpisce prevalentemente le donne, a causa degli squilibri ormonali che seguono alla menopausa, tuttavia può essere associata anche ad altre malattie quale l’ipertiroidismo, iperparatiroidismo, carenze alimentari e all'assunzione cronica di cortisonici.
L'impoverimento della struttura dell’osso comporta una diminuzione alla resistenza alle pressioni, alle trazioni e ai traumi e di conseguenza aumenta il rischio di frattura, sopratutto a livello della testa e del collo del femore e dei corpi vertebrali dorsali e lombosacrali. L’osso e' un tessuto in continuo rimodellamento e formazione. Nei soggetti giovani la quantità di osso distrutto è uguale alla quantità di osso neoformato, cosi che la quantità totale di tessuto osseo rimane costante. Cio non accade più nei soggetti di età avanzata o affetti dalle patologie e/o fattori di rischio sopra elencati.
TUTTO SULL'OSTEOPOROSI
Una ricerca dell’Istituto Superiore della Sanità ha rilevato che sono oltre cinque milioni gli Italiani interessati da questa malattia. Questa cifra tende sempre più ad aumentare con incremento della spesa sanitaria nazionale. Tale patologia può rimanere silente per tanto tempo fino poi a manifestarsi con una frattura improvvisa che spesso avviene per un trauma di modesta entità.Vediamo di rispondere a tutte le domande che comunemente vengo fatte riguardo questa malattia.
ARGOMENTI TRATTATI
- Cos’è l’osteoporosi?
- Come è possibile classificare l’osteoporosi?
- Cosa succede all’interno delle ossa delle persone affette da osteoporosi?
- Come è possibile capire se si è affetti da osteoporosi?
- Quali sono i sintomi?
- Esistono dei fattori di rischio?
- Esiste un modo per prevenire l’osteoporosi?
- Come si cura?
Cos’è l’osteoporosi?
L’osteoporosi è una malattia metabolica che determina un indebolimento delle ossa con conseguente fragilità e aumentato rischio di fratture. Ne deriva quale conseguenza una riduzione della motilità, dell’autonomia o, in altri termini, della qualità di vita.
Come è possibile classificare l’osteoporosi?
Essenzialmente in ambito medico si divide l’osteoporosi in due grossi gruppi:
1) Osteoporosi primaria: è dovuta alla menopausa. Colpisce soprattutto le donne ed è dovuta ad un cambiamento dell’attività ormonale
2) Osteoporosi secondaria: è riconducibile ad un’altra condizione patologica. E’ meno diffusa della forma primaria. In genere è dovuta ad altre patologie come il malassorbimento (per esempio la celiachia), l’uso di cortisone farmacologico (come avviene per esempio nell’artrite reumatoide), oppure ad alterazioni tiroidee o delle ghiandole surrenali.
Cosa succede all’interno delle ossa delle persone affette da osteoporosi?
In ogni singolo segmento osseo vi è un continuo ricambio della struttura attraverso l’azione di due gruppi di cellule. Da un lato vi sono gli osteoclasti, i “demolitori” cellulari, che distruggono l’osso per portare il calcio a livello del sangue; dall’altro lato vi sono gli osteoblasti, i “muratori” cellulari, che utilizzano il calcio del sangue fissandolo sulle ossa. Questa continua azione garantisce un osso di buona qualità e pronto a sostenere il peso corporeo.
Quando si instaura l’osteoporosi questo equilibrio viene alterato: l’attività dei demolitori supera quella dei muratori, per cui l’osso diventa di qualità peggiore e lo stesso peso corporeo comporta delle fratture.
Come è possibile capire se si è affetti da osteoporosi?
Attraverso un esame è possibile avere un indice di quella che è la densità dell’osso. Tale esame è la densitometria ossea.
Il valore che questa metodica fornisce viene rapportato con dei valori standard di una donna giovane. La deviazione da tale valore viene definito T-score.
Avremo pertanto:
T-score compreso tra 0 e -1: è un valore di un osso normale, paragonabile a quello di una donna giovane.
T-score compreso tra -1 e -2.5: indica una diminuzione importante della densità dell’osso. Non si parla di osteoporosi, ma di osteopenia. E’ un campanello d’allarme
T- score inferiore a -2.5: si parla di osteoporosi franca. Occorre porre rimedio farmacologicamente.
Quali sono i sintomi?
In genere la malattia passa misconosciuta fino a che non si determina una frattura. Tuttavia in alcuni casi la comparsa di dolori ossei diffusi, in particolare a livello della colonna vertebrale, può essere un campanello di allarme.
Altri sintomi sono, soprattutto nella terza età, la diminuzione dell’altezza dell’individuo ed il progressivo curvamento in avanti. Questo in genere avviene per dei piccoli crolli vertebrali che, sebbene non si associano a dolore, fanno diminuire in altezza i corpi delle vertebre.
Sintomi ben più gravi sono invece le fratture per traumi banali o, a volte, addirittura in assenza di trauma. Piccole sollecitazioni possono comportare delle fratture importanti.
In particolar modo sono interessati alcuni distretti anatomici quali il collo del femore, il polso e le vertebre.
Per approfondire:Osteoporosi: malattia silenziosa
Esistono dei fattori di rischio?
Si. Esistono diversi fattori di rischio che riportiamo:
Sesso: il sesso femminile è maggiormente colpito rispetto al sesso maschile. Questo può esser spiegato sia per la diversa qualità dell’osso che per le influenze ormonali diverse. Nell’ambito poi del sesso femminile le donne che vanno incontro ad una menopausa precoce (prima dei 45 anni) sono ulteriormente colpite da questa malattia.
Razza: studi epidemiologici hanno evidenziato che la razza caucasica e asiatica sono maggiormente colpite dell’osteoporosi.
Familiarità: esiste una correlazione genetica per cui se in famiglia uno dei genitori ha avuto una osteoporosi marcata è estremamente probabile che anche i figli possano andare incontro a tale patologie
Abitudini alimentari: il ridotto apporto di calcio, una dieta non equilibrata, l’abuso di alcool si associano a una maggiore incidenza di osteoporosi
Fumo: anche il tabacco sembra associarsi ad una maggiore insorgenza di osteoporosi.
Prolungata immobilizzazione: i soggetti che sono costretti ad un allettamento prolungato vanno incontro ad un impoverimento della qualità dell’osso per cui il semplice movimento eseguito da chi ne cura l’igiene personale può provocare delle fratture.
Malassorbimento: qualsiasi patologia che determina un cattivo assorbimento (es. celiachia) può aumentare il rischio di insorgenza dell’osteoporosi.
Patologie ormonali: l’ipertirodismo, l’iperparatiroidismo e la sindrome di Cushing si associano ad osteoporosi
Terapia farmacologiche: il cortisone o i farmaci antitumorali determinano osteoporosi.
Esiste un modo per prevenire l’osteoporosi?
Una adeguata dieta, in particolare ricca di calcio, riduce l’insorgenza dell’osteoporosi.
Affinchè il calcio venga comunque assorbito è necessaria però l’azione di una vitamina, la vitamina D.
Tale vitamina è poco presente nei cibi. Si trova nei pesci, nel latte e derivati, nelle uova, nel fegato e nelle verdure verdi. Per fortuna la pelle umana è in grado di produrla se è esposta ai raggi solari. Per tal motivo svolgere delle attività all’aria aperta aiuta a prevenire l’osteoporosi.
Per approfondire:Il collagene idrolizzato nell’osteoporosi
Come si cura?
Ogni singolo farmaco va assunto sotto controllo medico. Riportiamo qui i principali farmaci per l’osteoporosi per completezza di informazione.
Essenzialmente i principali farmaci per la cura dell’osteoporosi sono:
Calcio: va somministrato soprattutto a chi non lo introduce in quantità adeguata con l’alimentazione.
Vitamina D: con l’età diminuisce la capacità delle pelle di formare vitamina D. In questo caso l’apporto di vitamina D esogena può essere importante. Esistono inoltre delle associazioni di vitamina D con calcio
Ormoni: la terapia ormonale sostitutiva utilizzata in menopausa consisteva nell’introduzione di estrogeni. Tuttavia recenti studi hanno fatto si che tale atteggiamento terapeutico sia stato abbandonato per gli effetti collaterali.
Bifosfonati: sono i farmaci maggiormente usati nella terapia per l’osteoporosi. La loro azione si realizza andando a bloccare l’attività degli osteoclasti, diminuendo quindi la demolizione dell’osso da parte di queste cellule.
Ranelato di stronzio: agisce con un duplice meccanismo di azione. Inibisce l’azione degli osteoclasti e favorisce l’attività degli osteoblasti
Paratormone: aumenta, se adeguatamente dosato, la massa ossea. Viene usato nelle forme gravi di osteoporosi e solo in ambiente ospedaliero
Anticorpo monoclonale denosumab: rappresentano la novità nell’ambito della terapia per l’osteoporosi. Recenti studi hanno dimostrato l’efficacia di tale anticorpo nel simulare una proteina che consente il blocco dell’attività degli osteoblasti.
Revisione scientifica
Dr.Michele Milano, Ortopedico
Articolo pubblicato il 01/12/2012