Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

Forum RFS: come stimare il rischio individuale di tumore al seno (modelli Gail/NSABP), fattori di rischio e indicazioni per una sorveglianza attiva e personalizzata.
Ex utente
Paffi
Io quello che hai scritto lo pensavo ma mai sarei riuscita a scriverlo in modo così incisivo e nello stesso tempo delicato
Chapeau
Ex utente
Stefania Bs
Grazie tesoro. In realtà, io sono un elefante travestito nella cristalleria. Un giorno, per farvi sorridere, vi farò un breve elenco delle gaffe che quotidianamente compio
Come stai, cara? Ogni volta che guardo il tuo nuovo avatar, mi viene voglia di copiartelo, forse te l'ho già detto, ma mi piace davvero un sacco!
Dada 62 Fiduciaria
Io ci sono
In questa mattina assurda ,ho aperto la finestra sul blog e mi è arrivata una bella ossigenata di Paffi
Mi adotti?

Creamy
Che dolcezza il Pelosino
Dada 62 Fiduciaria
Paffi:
Grazie tesoro. In realtà, io sono un elefante travestito nella cristalleria. Un giorno, per farvi sorridere, vi farò un breve elenco delle gaffe che quotidianamente compio

Non fosse cosi, non saresti umana!
Ex utente
Didi
❤️

Adesso vado a pulire casa. Oggi pomeriggio viene a trovarmi un'amica speciale. Qui siamo a livelli esagerati di marmottaggine. Un giorno vi racconterò la sua storia. Preparatevi, perché se di solito sono logorroica, per parlare di lei mi servirà una fettona del blog non indifferente!
Ex utente
Dada 62:
Mi adotti?

Sei già mia ❤️❤️❤️❤️❤️❤️
Hope1

Buongiorno blog,
ci sono,
Auguri di buon onomastico ad Annina.

Mare64
Buo inizio settimana a tutti

Ragazze della Sardegna che dolore vedere lo scempio fatto dall'uomo che idioti no riesco a trovare una offesa adatta a questi imbecilli che per varie ragioni (speculative soprattutto) appiccano focolai che devastano la meraviglia vhe è la Satdegna

Anche la toscana soprattutto zona Argentario era preda di questi delinquenti anni fa
Hanno distrutto tantissima macchia mediterranea ,
Però le amministraziomi locali o Regionali non ricordo bene approvarono una legge che prevedeva che su i terreni colpiti da incendi qualumque fosse la causa non poteva essere costruito nulla neanche posizionamento di prefabbricati per ricovero attrezzi e così l'appiccare incendi non era più così conveniente distruggevano tutto per costruire mega ville super lussuose e i terreni valevano oro!!!
Non è.che non succeda più in assoluto la mamma dei cretini come si sa e molto prolifica e quest'anno è un po' ripreso questo inutile scempio non come prima ma si sembra che questi cretini non li fermi nessuno
-
Ily 82 fiduciaria
Paffi:
Dada 62:
Patri:
- Ale ❤️ di Marisol ❤️
che fa la Tac

- il suocero ❤️ di LoryCalif ❤️
per l'intervento

- la mamma ❤️ di Alexa ❤️
che in questa settimana fa la visita dal radioterapista

- le altre RFS ❤️
impegnate in visite terapie controlli attese

Buongiorno e tantissimi fili colorati anche da parte mia
Mare64
Patrimi accodo alla tua agenda r sparpaglio fili coloratissimi per:

Ily 82:
Dada 62:
Patri:
- Ale ❤️ di Marisol ❤️
che fa la Tac

- il suocero ❤️ di LoryCalif ❤️
per l'intervento

- la mamma ❤️ di Alexa ❤️
che in questa settimana fa la visita dal radioterapista

- le altre RFS ❤️
impegnate in visite terapie controlli attese

Alexa

Buongiorno bellezze..
Annina
Buon onomastico
Patri
Grazie per l'agenda di mamma

Ho letto l'email della mamma di Lara..la forza di queste mamme credo che sia qualcosa di surreale di tremendamente fantastico

Ex utente
Paffi:
Tornerà il momento della spensieratezza e della serenità. Tu, te lo dissi in tempi non sospetti, sei una marmotta.

Ooooo tesoro grazie
Mi è scesa la lacrimuccia e spuntato un sorrisone
Ti voglio bene
Stefania Fiduciaria
Paffi:
Come stai, cara? Ogni volta che guardo il tuo nuovo avatar, mi viene voglia di copiartelo, forse te l'ho già detto, ma mi piace davvero un sacco!

sto abbastanza bene, grazie. In realtà dovrei modificare l'avatar perchè adesso sono tutta spelacchiata (non dovrebbero caderle i capelli, disse l'oncologa bugiardella )
salvocatania
salvocatania:
#335.954 Scritto: 26-07-2021

Paffi:
Ikigai
La mia storia nel blog è cominciata con un appello disperato, subito dopo la diagnosi. Quando non sentivo più la terra sotto i piedi e il cielo mi era caduto addosso, sono approdata qua. Il dottor Catania e le ragazze mi hanno ritirato su cellula per cellula. Durante il ricovero, sono sparita per 9 giorni. Sono rimasta sola con me stessa. Poi sono tornata. Però ero svuotata. Il dottor Catania mi disse una cosa fondamentale, di usare il blog come un diario, di scrivere quello che mi veniva in mente, senza preoccuparmi dei destinatari. Così ho fatto e così, per me è ricominciato un percorso di guarigione interiore. Il primo passo: sbloccarmi dallo shock di quello che era successo.
Vorrei raccontarti tante cose, che ti aiutino durante questa attesa, che anticipino la tua serenità, ma rispetterò i tuoi tempi, perché ciascuno di noi ha i suoi. Tornerà il momento della spensieratezza e della serenità. Tu, te lo dissi in tempi non sospetti, sei una marmotta. ❤️❤️❤️

Tutto vero !!!!

salvocatania:
#27,953 Scritto: 29 Giu 2018 10:24

Lori Fiduciaria:
Dott. Catania Lei non ci crederà ma ho troppi impegni o forse....sono diventata anche un po' lenta ? Il mio diario è fatto di pezzi , continue aggiunte perché i miei ricordi sono come dei flash continui e tanti tanti.....pensi un po' quando dovrò riunire tutti i piccoli mosaici per arrivare a un libro....ne ho da fare. Il racconto del "pacco postale" sarà pronto per il terzo convegno perché io ci sarò senz'altro ...ci conti



Ormai non ci sono dubbi quanto sia importante narrare la propria malattia come terapia perche' permette di
1)uscire dal guscio anche se con un nick che non corrisponde al proprio nome .
Per questo il forum e' una palestra ideale per esprimersi.
2)Narrare l'esperienza di malattia è una strategia che può aiutare il paziente a rimettere insieme "i suoi pezzi", le parti di quel sé che la malattia ha spesso prepotentemente frammentato. L'atto narrativo, dalle preziose potenzialità terapeutiche, è però reso possibile non solo dal soggetto che racconta la malattia, ma anche da quello che la ascolta: il medico, lo specialista o l'operatore sanitario.

https://www.medicitalia.it/blog/senologia/5533-la-medicina-narrativa-e-la-blogterapia.html

3) Perchè se la persona malata riesce a trovare una propria voce per raccontarla, allora inizia a mutare la percezione stessa della malattia, che si traduce in una sfida alla solitudine e al silenzio che in genere si accompagnano ad essa. Sulla rete quello che scriviamo può essere letto da chiunque e può essere commentato, in tempo reale. Si intreccia con altre vite, altre storie, raramente simili e spesso molto diverse, specie riguardo alle modalità con cui si reagisce al trauma.

Tutti aggiungono contributi personali su quali risorse mettere in campo di fronte ad ostacoli che sembrano insormontabili e soprattutto di fronte all'ignoto. E c'è chi non ce la fa proprio a condividere questa visione attraverso la scrittura, ma finisce per confessare che resta comunque incollata al forum perché talvolta basta il conforto della lettura, per comprendere gradualmente che non esistono esperienze indicibili, inenarrabili.
Basta talvolta la semplice rassicurazione di altre esperienze per esorcizzare l'aspetto mitologico di questa malattia che tanta paura continua a fare.

Solo nel 2002 gli americani hanno cominciato a parlare di Medicina narrativa, e mi fa sorridere che il sottoscritto avesse scritto il primo libro di Medicina al mondo nel 1986, quando ai pazienti non si diceva neanche la verita' sulla loro malattia.



La malattia si puo' narrare anche a se' stessi , ma non sempre si ha voglia di farlo. Il forum e' uno stimolo quotidiano per allenare la resilienza attraverso la narrazione di pezzi di vita quotidiana. Scrivere " oggi mi vado a radiare" e' narrazione terapeutica .

Non e' indispensabile scrivere per pubblicare un libro .
Si puo' scrivere per se' stessi. Come si faceva una volta quando si tenevano i diari scritti a mano.
L'ho compreso quando una mia paziente, che avete conosciuto, Michela Mantovan (redattrice del Corriere della Sera che ha partecipato ai convegni del 2013, 2017) mi ha inviato un libro che aveva scritto per se' stessa e per pochi altri dal titolo Tomorrow.
Bellissimo !...L'ho invitata piu' volte a pubblicarlo e lei mi ha sempre ribadito che l'aveva scritto per se' stessa e per pochi altri .



Anche io avevo avuto commissionato un libro da un editore e su questo ci avevo lavorato per 2 anni
Un libro su tutta la storia della comunicazione in oncologia a partire da quando avevo conosciuto Ada Burrone nel secolo scorso. La terza parte si occupava del nostro blog e della comunicazione virtuale. Quando ci si preparava alla stampa mi resi conto che , poiche' il blog era in continua evoluzione, il libro....fosse gia' vecchio !!!!
Chiesi allora all'editore di non pubblicarlo piu' !
L'Editore rimase sbalordito di tanta onesta' culturale e a mia insaputa mi fece una sorpresa : stampo' il libro in edizione limitata che mi regalo' sorridendo (100 copie...me ne e' rimasta una sola) .......edito da EDITORE FUORI DI SENO !

P.S.
Francesca fiduciaria:
@ dott. Catania: Davvero le piaceva piu' Francesca 1? Quella pazza scatenata!!!!

Senza dubbio ! Il Fuori di seno ...restituisce maggior spensieratezza e permette di affrontare il dolore con piu' armi a disposizione.
Francesca 1 era piu' allenata alla resilienza attraverso la narrazione in un libro (la sua palestra).



https://www.medicitalia.it/blog/senologia/6614-la-storia-di-una-ragazza-fuori-di-seno.html

Francesca 2 ...mi piace meno, perche' ha razionalizzato troppo il secondo tumore.
Questo non e' un vantaggio per adattarsi alla nuova situazione.

salvocatania:
#27,953 Scritto: 29 Giu 2018 10:24

pepeli:
E' ragionevole sperare he non sia troppo aggressivo anche se è ricomparso sulla mammella già colpita anni fa da ca in situ e sottoposta a mastectomia + ricostruzione con protesi e gran dorsale?eh lo so , è una domanda da un milione di dollari...Scommetto che il dott.Catania mi direbbe che lo sa solo il Padre Eterno

Pepeli siamo sulla strada sbagliata !
Ma come faccio a farle comprendere che la sua vita non dipende da un esame istologico ?
Come faccio a farle comprendere che dipende da...ALTRO?

Provi a prendere appunti quando scrivono i tripli negativi con tumori enormi o quando scrivono quelle che hanno gia' le metastasi da oltre 5 anni e sono piene di interessi e non hanno tempo ......per occuparsi dei fattori prognostici ?

Ha mai letto Onde, Giovanna, Francesca, Lori, Antonia...ecc ecc parlare del loro istologico ?

SCRIVA ! SCRIVA ! SCRIVA sulle sue paure, emozioni, interessi....e lasci perdere il suo istologico !



Si vive una sola volta........e quando ci saremo reincarnati in un criceto....magari non ci permetteranno piu' di scrivere !



salvocatania:
#268,818 Scritto: 7 Dic 2020 20:38

Morgana76:
Non l'ho letto questo commento cara Ely, il dottore mi ha già risposto....e di me non ne può più e lo capisco, sono tanto ansiosa



Guardi che oggi le ho scritto di raccontare di nuovo la sua storia , purchè non copi con il copa incolla quella che ha già postato.
Provi a riscriverla con quello che si ricorda.

Perchè sino all'approfondimento della sua lesione in assenza di fatti nuovi quale contributo le potremmo dare ?
Solo lei può cambiare la percezione di quel che prova.
Se la invito a narrare di nuovo senza copiarsi, ma così come le viene, perchè scrivere è altra cosa rispetto al pensare.
Tutti siamo scrittori anche se non scriveremo mai un libro e si diventa bravi scrittori in generale ed in particolare per sè stessi quando si riesce a provocare la

degli altri.
A quel punto la narrazione diventa terapeutica .

L'IO CI SONO di ELI Firenze nei suoi confronti , che sembra istintivo, anche in assenza di spiegazioni tecniche è già terapeutico per aiutarla a diminuire il suo livello di ansia che purtroppo in assenza di certezze è destinato a mantenersi elevato.

Se Eli FI è intervenuta tutti pensiamo che sia un caso ,
O che abbia provocato sentimenti di Pietas.
Potrebbe anche essere vero ma chi è il più bravo scrittore di una storia se non noi stessi con la nostra ? La narrazione della sua storia non è escluso che abbia toccato metronomicamente le corde della storia di Eli,



Tant'è che qualcuno illustre ci lasciò questo

" Il compito dello scrittore è quello di scavare talmente nella sua storia
da arrivare a toccare la storia di ciascuno "


E questo blog è una palestra di vita dove ciascuno raccontando la propria storia riesce a toccare la storia di ciascuno.

A questo scopo ( ecco perchè l'ho invitata a riscrivere) la narrazione già di per sè è uno strumento efficace contro lo stres, alimentato dall'avvitamento che consegue al PENSARE !
La narrazione attraverso la scrittura , con la penna o mouse è la stessa cosa, è del tutto differente dal pensare.

Sfrutti questa opportunità terapeutica.

Lasimo oggi ha raccontato che un anno fa dall'Australia scriveva le sue stesse cose anche se con stile differente e con dettagli del tutto diversi.

Quindi si fidi e sino all'approfondimento della lesione

NARRARE INVECE CHE PENSARE

.


Su tutto ciò ci sono le conferme scientifiche e nei prossimi commenti andrò a richiamarle un mio approfondimento di 3 anni fa.

salvocatania:
#11,969 Scritto: 31 Lug 2017 18:50


Quando, dopo avere aperto questo forum, in un consesso pubblico di oncologi, cercavo di spiegare che
"CON-dividere un percorso o un iter diagnostico-terapeutico attraverso una RETE SOCIALE fosse gia' terapeutico per l'umore e forse addirittura per un aumento della sopravvivenza, mi avevano preso tutti per un FUORI DI SENO..

ORA C'E' LA CONFERMA SCIENTIFICA

Condividere il tempo e lo spazio, e quindi le parole, i timori, le emozioni che accompagnano le sedute di chemioterapia, aiuta. Anzi, di più: è in grado di aumentare, sebbene di poco, i tassi di sopravvivenza. È il risultato di uno studio longitudinale, il primo del suo genere su un campione così vasto e per un tempo così lungo (5000 persone seguite per circa 9 anni), che è stato realizzato dai ricercatori del NHGRI, National Human Genome Research Institute dell'NIH e di Oxford, e pubblicato sulla rivista Network Science. Più in dettaglio gli autori dell'indagine hanno dimostrato che la socialità, la possibilità di comunicare, di entrare in relazione, di stare fianco a fianco con altri pazienti nel corso delle sedute di chemio aumenta del 2% la sopravvivenza a 5 anni.

La ricerca. Gli scienziati – esperti di scienze sociali comportamentali - che hanno firmato la pubblicazione hanno analizzato i dati relativi a 4.691 uomini e donne di circa 60 anni affetti da varie forme di cancro, in chemioterapia presso due ospedali pubblici dell'Oxfordshire dal 2000 al 2009. Di ognuno hanno seguito i destini clinici e anche la posizione occupata nelle sale dove venire loro somministrata la chemioterapia lungo tutto il corso della malattia: chi fossero i loro vicini di poltrona, quelli con i quali scambiavano chiacchiere, preoccupazioni e magari anche battute, e che destino clinico avessero a loro volta questi pazienti. In termini più scientifici gli autori hanno costruito e analizzato un network, una rete, di co-presenze.

Si mangia di più quando si è tra amici. Ma spinti da quale curiosità, o da quale considerazione? Jeff Lienert, del Social and Behavioral Research Branch dell'NHGRI e primo autore della ricerca, dichiarando in una nota rilasciata dall'NIH quanto segue ha di fatto risposto alla domanda: "I modelli di comportamento degli esseri umani si basano su ciò che li circonda - ha detto -. Per esempio, spesso si mangia più quando si è tra amici, anche se nemmeno si sa cosa c'è nel piatto. Come anche, quando si va in bicicletta in compagnia, spesso le nostre performance migliorano, indipendentemente dalle performance altrui". Lienert e i suoi colleghi devono essersi chiesti se la possibilità di frequentare la compagnia giusta, per così dire, può influenzare persino la risposta alla chemio. Magari di poco. E in effetti così è stato.

I risultati. Coloro che avevano condiviso più tempo della cura con compagni di chemio lungo-sopravviventi avevano avuto il 2% in più di chance di sopravvivere a 5 anni rispetto a chi aveva avuto come compagni altri pazienti che non avevano avuto lo stesso destino. In termini di tassi di sopravvivenza, nel primo caso il valore registrato era stato di circa 72% mentre nel secondo del 70%.
Il tasso di sopravvivenza a 5 anni è la percentuale di persone che vivono per più di un quinquennio a partire dalla fine del trattamento. Per esempio un tasso di sopravvivenza del 70% , hanno chiarito gli autori, significa che su 100 persone, 70 di loro dopo 5 anni sono ancora in vita.

Se il 2% vi sembra poco. Il 2% è poca cosa? Forse. Tuttavia è un dato indicativo: indica che il setting della chemio conta. E sui grandi numeri è anche un dato significativo. Lienert ha infatti dichiarato: "Su un campione di 5000 pazienti in nove anni, parliamo di 100 persone". Di cento persone che hanno una chance di vivere un po' di più.

Cosa c'è dietro. Naturalmente lo studio in questione non aveva l'obiettivo di indagare se ci fossero, e quali fossero, le ragioni biologiche dell'influenza del setting delle chemioterapie sulla sopravvivenza, né poteva averlo, per come era strutturato. Tuttavia gli autori un'ipotesi l'hanno fatta: che quel 2% di differenza ha a che vedere con lo stress. "Quando sei molto stressato vengono rilasciati i cosiddetti ormoni dello stress, come l'adrenalina, che servono per innescare la risposta di combattere o scappare", ha dichiarato Lienert. "Se non puoi fare né l'una né l'altra cosa, come succede quando sei in chemioterapia, gli ormoni dello stress possono aumentare".

L'importanza del supporto sociale. Tra gli obiettivi della ricerca non c'era nemmeno quello di valutare l'impatto dei visitatori sulla sopravvivenza. Tuttavia i ricercatori ipotizzano che l'effetto della presenza di amici, o parenti possa essere simile a quello degli altri pazienti. "Un supporto sociale positivo nel momento esatto in cui si prova uno degli stress maggiori è cruciale. Se hai un amico col cancro, fargli compagnia durante la chemio probabilmente lo aiuterà ad abbattere i livelli di stress. Ed è probabile che l'impatto sia efficace, e forse più efficace di quello provocato dall'interazione con altri pazienti ammalati di cancro come lui", ha concluso Lienert. Ma amici o parenti o pazienti che siano "I nostri risultati suggeriscono che si verifica un'influenza sociale nei reparti di chemioterapia, e quindi potrebbe essere necessario considerare in che modo la chemio viene somministrata", si legge nel testo della pubblicazione.



Immagine: rappresentazione della rete sociale di co-presenza durante le sedute di chemioterapia. I piccoli cerchi rappresentano i pazienti, i colori si riferiscono all'anno in cui hanno iniziato le sedute. Credit: Jeff Leinert, NHGRI

- Modificato da salvocatania
Franc.64

Buongiorno, ci sono!

Tanti fili colorati per le persone in agenda!

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