Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

Forum RFS: come stimare il rischio individuale di tumore al seno (modelli Gail/NSABP), fattori di rischio e indicazioni per una sorveglianza attiva e personalizzata.
Simona90
Patri70:
Io ci credo, non che i problemi in sé portino alla malattia, ma allo squilibrio tra corpo e mente che si crea, ai sensi di colpa che ci lacerano dentro, a non sentirsi bene con se stessi, all' incapacità di accettare ed elaborare nel giusto modo i nostri problemi, a distogliere lo sguardo da noi stesse.

Io ci credo eccome, lo vedo proprio su me stessa. Dopo una serie di sofferenze vissute da ragazzina, ho cominciato a soffrire di allergie varie, colon irritabile, reflusso gastroesofageo, emicrania con aura. Sono straconvinta che mi sia venuto tutto grazie all'ansia che ho sviluppato, e ho somatizzato così. Anche perché sono una persona che non parla con nessuno, le mie migliori amiche non sanno il mio vissuto e ho detto tutto. Quindi tutto esplode sfogando sul corpo.
salvocatania
Patri 70:
❤️ Oltre al covid l'assurdità di aver fatto morire da sole le persone. Quanta crudeltà 😢

Sì è inaccettabile la crudeltà di un trapasso senza un saluto, senza un addio.

Immagino che le parole del noto scrittore Ferdinando Camon per lei possano risultare una ullteriore coltellata al suo dolore. Ma sicuramente lei più di tutti potrà comprenderle in tutto il loro significato.
Ho conosciuto diverse persone che hanno perso nel corso della pandemia entrambi i genitori.

"Stiamo attraversando un’epidemia che non finisce mai, e ogni giorno ci lascia le sue tre-quattro-cinque centinaia di morti. Per salvarci, ci chiudiamo nella solitudine. Nessuno deve incontrare nessuno. Siamo soli.
Viviamo soli, moriamo soli.

La morte da soli è la morte completa, totale, che ci separa dalla famiglia, dal mondo, da tutti e da tutto. Nel momento finale ed estremo della vita, quando chi muore ha bisogno dell’aiuto e del conforto di tutti, si deve arrangiare da solo: o trova il conforto da sé, dentro di sé, o muore disperato. Disperato vuol dire pazzo.


Molti in questi giorni di pandemia sono morti pazzi, chiusi nei mezzi che li portavano da una città all’altra, in lunghi viaggi misteriosi, senza conforto, senza spiegazione, senza infermieri intorno, senza figli, senza nipoti, senza parenti, a morire come se fossero già morti. Morivano e si chiedevano: “Dove sono gli altri? Perché sono solo? Che mi sta succedendo? Che ne sarà di me?”. Non avevano risposta. Non gli abbiamo dato risposta. Li abbiamo lasciati impazzire.

È la “morte senza parole”, la morte muta, chiusa in un mezzo chiuso, in una stanza chiusa, in un reparto chiuso. La morte nelle tenebre, intese come assenza di luce e di parole. Noi pensiamo sempre che il male del nostro tempo sia l’eccesso di comunicazione, tutti parlano di tutto con tutti, usando tutti i mezzi.

Non ci rendiamo conto di quanto sia atroce non poter parlare con nessuno, di giorno e di notte, non sentire le parole di nessuno e trovarsi tagliati fuori dal mondo. In punto di morte è importantissimo parlare, magari anche soltanto bisbigliare all’orecchio, magari una sola parola, che potrebbe essere: «Grazie».

Chi vive dopo aver sentito quella parola, vive e scavalca la morte. Chi non sente quella parola inciampa sulla morte, cadrà e non si rialzerà mai più. Quello è il momento dell’addio. Si ha paura di quel momento, non solo di sentirlo ma anche di vederlo.


Sta girando la foto (c’è anche qui) di una giovanissima infermiera con la mascherina che sbircia spostando una tenda: è umano che voglia vedere, è anche professionale, ma non la aiuterà a vivere, la vita si vive meglio ignorando che cos’è la non-vita.

Quel che vedi non lo dimenticherai più, e l’indimenticabilità ti guasterà il tempo che ti resta da vivere. I lavoratori della salvezza, medici, infermieri, si preoccupano di te che sei malato ma anche di sé che non devono ammalarsi, se un’infermiera ti sosta accanto dopo la visita dei medici e ti tocca una spalla, una specie d’incoraggiamento, è certamente giovane, ancora una bambina, in lei l’istinto della vita vince sulla paura della morte. L’infermiera-bambina che tocca quel malato si sentirà forte e potente, il malato si sentirà incoraggiato. Ma questi sono contatti rari, sono proibiti.


La norma è l’isolamento.

Le istituzioni che rendono gli onori ai camion che trasportano i morti ci rappresentano tutti, è come se tutti noi fossimo lì, e tuttavia quello è un corteo militare, appartiene a un altro mondo, e pare perfino a un altro tempo: le abbiamo viste nei telegiornali queste file di camion militari, carichi di salme, e ci sembrava lo spezzone di un film della prima guerra mondiale, con i caduti del ’17 che tornavano dal fronte.

Stesse strade, stessi mezzi, stesse targhe. A parte il piccolo picchetto di carabinieri, non c’è gente. La solitudine domina. Il canale è vuoto, non c’è gente né su una riva né sull’altra, la scala mobile è vuota, nessuno scende e nessuno sale.
Le città sono morte. Le fontane sono deserte, non solo non ci sono turisti a guardarle, ma non ci sono neanche colombi. Non siamo soltanto noi “umanità” a fuggire la vita e rifugiarci nella solitudine, ma è anche tutta la “natura”: gabbiani o colombi che passeggiano indisturbati sul selciato sembrano così stupefatti per la loro solitudine che pare stiano lì a discuterne. Noi uomini siamo spaventati, ma gli animali più di noi. È tutto assurdo e innaturale.

Ormai siamo abituati a uscire di casa con la mascherina, girare per i negozi, se incontriamo qualcuno non capiamo bene chi è ma cerchiamo d’indovinare. Però qualche foto di noi per la strada con indosso la mascherina finirà nei testi di storia fra qualche decennio, nelle pagine dove si parlerà dell’epidemia, e i nostri nipoti le guarderanno con meraviglia. A me la foto che mette più tristezza è quella dell’aula scolastica vuota.

Chi in vita sua non ha mai lavorato in un’aula scolastica (io ci ho passato tutta la vita, a fare l’insegnante), non può capire il rapporto che c’è tra un’aula scolastica e la vita. Si identificano. Per gli scolari la vera vita è quella passata lì dentro, il vero mondo è quello formato dall’insieme di studenti e studentesse, e aggiungiamoci pure i professori.

C’è tutto, in quell’insieme. Segreti, relazioni, amicizie, tradimenti, confidenze, speranze. Amori, nascenti o già nati. Il mondo visto e vissuto dai piccoli cervelli dei nostri ragazzi è completamente diverso da quello che crediamo noi. È pieno di segreti fino a scoppiare. Ma nella foto quest’aula è vuota. L’epidemia fa il deserto. Dobbiamo vivere nel deserto.

Ma questa non è vita, e francamente non ne possiamo più. —



Quelle parole scritte da Camon nel febbraio del 2021 mi incoraggiarono ancora di più come testimonial dell'



Non tutti gli utenti di questo blog ne hanno compreso il significato.
Anzi un folto gruppo ad agosto mi rispose a muso duro che "Non ha senso !" Ho pensato " non ha senso ? In che senso non ha senso ?"
Poi non me ne sono occupato più di cercare di comprendere il senso di quel non senso.
Ma io vado avanti per la mia strada, anzi quando è partito il lockdown per quasi 2 mesi abbiamo acceso quella luce 24/24 ore e forse solo lei e pochi altri con la sua dolorosa esperienza può rendersi conto di quanto nella vita sia importante anche un semplice

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Salvo Catania non ha certo la fama , nè il carisma di Ferdinando Camon che scrisse quell'agghiacciante articolo nel febbraio del 2021, ma mi sento orgoglioso di avere scritto questo post
il 31 marzo del 2020 alle 4 del mattino in piena pandemia con una luce sempre accesa

salvocatania:
#185.639 Scritto: 31-03-2020 04:54

quella illuminata ?

....

un blog attivo 24 h/24 ??

Non e' la mia una idea originale......ma parafrasando Ungaretti
.....

Da quindici giorni forse non avete notato che non c'e' stata mai un'ora senza almeno un commento e nelle ore di solito deserte mi hanno dato il cambio al mattino in successione Speranza e poi l'agenda di Patri.

Avevo presa questa decisione gia' a febbraio quando cercavo di mettervi sull'avviso dello tsunami in arrivo ed ero preoccupato delle conseguenze psicologiche inevitabili su un terreno fragile gia' preparato dal cancro.

Da qui la decisione di misurare il polso riguardo alla gerarchia delle paure attraverso un primo sondaggio lanciato l'8 marzo

post n. 185.654
https://www.medicitalia.it/spazioutenti/forum-rfs-100/come-si-calcola-il-rischio-reale-per-il-tumore-al-seno-44-12377.html

Infatti, le possibili reazioni di disorientamento e confusione, preoccupazione ed incertezza, che le persone stanno provando possono facilitare comportamenti incongrui o dare luogo a forme di disagio relazionale ed emotivo.
La ricerca è volta proprio ad esplorare i vissuti, i comportamenti, le percezioni e le valutazioni su quanto ci sta accadendo e ci sta impegnando ma anche il modo di sostenere la propria speranza e la fiducia, il senso civico e la solidarietà

E mentre eravamo bombardati da informazioni schizofreniche nel frattempo e' arrivato il tempo della quarantena all'inizio solo da noi al Nord e poi estesa in tutta Italia.


Come per il virus credo che anche per la quarantena ora non ci rendiamo conto di quali effetti esploderanno con la segregazione forzata .
La prima reazione e' stata quasi festosa
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come i soldati che vanno in guerra festosi perche' non sanno ancora cosa sia una guerra.

Ne vedete piu' flashmob in giro ?
In quel momento ho pensato al blog come sostituto no-stop del flashmob !
Perche' ancora oggi stiamo sottostimando gli effetti collaterali della quarantena e della rivoluzione del nostro modo abituale di vivere.
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La quarantena e' una limitazione forzata dei movimenti delle persone per arginare il diffondersi di una epidemia.
Ma spesso e' una esperienza traumatica e ancor di piu' per chi ha gia' alle spalle altre esperienze traumatiche, il cancro in primis.
Ben cinque studi hanno confrontato l'esperienza di chi e' messo in quarantena rispetto ad un gruppo di controllo non sottoposto a quarantena. Uno di questi studi ha mostrato effetti importanti sul personale ospedaliero venuto a contatto con la SARS , gia' dopo soli 9 giorni.
Il disturbo come potete immaginare piu' frequentemente diagnosticato fu il disturbo acuto da stress (ansia invadente e ricorrente....)
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Questo e' stato riconfermato da una ricerca di Lancet che ha valutato in 24 studi l'impatto psicologico sulla quarantena forzata.

La chiave per riuscire a mantenere il controllo della razionalita' e' una corretta informazione , e non mi riferisco solo ai media, da cui chi e' in quarantena "costruisce" la propria percezione del rischio reale.

Abbiamo assistito contemporaneamente al tentativo per non allarmare di minimizzare ("e' solo una influenza") il fenomeno, smentito nella stessa giornata puntualmente alle 18 dal bollettino di guerra della protezione civile.

Informazione schizofrenica

" E' solo una influenza " No e' un pericoloso virus !

E' ... No e' pandemia
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quella illuminata ?

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un blog attivo 24 h/24 ??
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LA PERCEZIONE DEL RISCHIO

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Molti si stupiscono che dinnanzi al bollettino di guerra quotidiano alcune persone prefigurando catastrofi peggiori sopravvalutino il rischio svuotando i supermercati mentre altri sottovalutano i rischio e continuano a girare senza mascherina o prtando a spasso il cane del vicino che sino a un mese fa veniva accusato di abbaiare oltremodo.
Queste reazioni cosi' diverse non sono da mettere in relazione al grado di scolarita' o intelligenza, fanno parte della natura.
Si tratta di un fenomeno ben conosciuto dalla psicologia cognitiva e ben tratteggiato analizzando diversi studi da uno psicologo israeliano , Premio Nobel (2015) dell'economia Daniel Kahneman autore del Best seller Pensieri lenti e veloci
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secondo il quale le rappresentazioni del rischio sono fortemente influenzate da convinzioni personali e da aspetti emotivi.
In base a questa osservazione contano poco i dati che ogni giorno ci vengono somministrati, che sono ignorati , oppure sono filtrati e selezionati in modo da corrispondere alle proprie convinzioni.
In altre parole quei dati sono inutili ,
Ci sono altri studi classici , tra cui quelli condotti da Paul Slovic (Oregon) che mostrano che ad esempio la morte per incidente stradale
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e' considerata dall'80 % delle persone piu' probabile della morte per ictus.
Quindi sopravvalutazione della prima causa e sottovalutazione della seconda nonostante l'evento vascolare provochi quasi il doppio dei decessi rispetto agli incidenti.
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...............per il


- Modificato da salvocatania
67Stefy
Patri70
Un abbraccio in questi giorni di triste ricorrenza
67Stefy
Annina Fiduciaria
Auguroni dovunque lei sia
Mamyblue
Patri70:
facendo ritornare l'attenzione su me stessa

Anche a me il tumore è servito proprio a questo
67Stefy

Appena tornata dal funerale del mio vicino: 72 anni ed all’improvviso ci ha lasciati per un infarto. E’ morto giovedi sera dopo una giornata a passeggiare con il cane nei boschi, un dolore nel centro del petto che sembrava non aver digerito il pranzo e si è’ accasciato sul divano lasciando senza parole la moglie ed i figli. Il pronto intervento dell’ambulanza e dei medici non ha potuto fare nulla. Oggi pomeriggio la chiesa gremita di gente di tutte le età’ ed un pallido sole per dare l’ultimo saluto ad un uomo buono, sempre prodigo ad aiutare gli altri, amante del suo guardino (il piu’ belli del vicinato) e del suo cane che ora e’ triste e caga nel giardino senza piu’ il suo grande amico

67Stefy

Scusate il correttore automatico “vaga nel giardino”

LindaTorino

Mi unisco agli auguri per NONNA GILLY...anche se nella porta accanto so che ci guardi e sorridi!

Sara Padova
Patri70 un abbraccio grande ❤️
Sara Padova
Nonna Gilly buon compleanno ❤️ è un abbraccio alla tua Annina
salvocatania
Simona90:
Io ci credo eccome, lo vedo proprio su me stessa. Dopo una serie di sofferenze vissute da ragazzina, ho cominciato a soffrire di allergie varie, colon irritabile, reflusso gastroesofageo, emicrania con aura. Sono straconvinta che mi sia venuto tutto grazie all'ansia che ho sviluppato, e ho somatizzato così. Anche perché sono una persona che non parla con nessuno, le mie migliori amiche non sanno il mio vissuto e ho detto tutto. Quindi tutto esplode sfogando sul corpo.

Giovanna86

Ciao blog , Io ci sono!
Non ho grandi notizie positive da darvi. A mio padre non hanno più fatto biopsia , la farà venerdì prox . Ha fatto tac ma nn abbiamo ancora i risultati… sono tanto preoccupata anche per l’intervento. Da quello che ho capito si tratta di tumore alla laringe e bisogna capire com è la situazione, in base a quello si valuterà L intervento con asportazione di una parte della laringe o totale . Non lo sembra vero che anche il mio papà debba affrontare una prova così dura… vi chiedo fili colorati, preghiere affinché qualcuno da lì su possa risparmiare almeno lui da tt questo calvario . In famiglia anche mia mamma più di 10 anni fa tumore all utero fortunatamente non ha dovuto fare nessuna terapia . Io 2 volte un triplo negativo … ma si può ? Sono stanca ragazze , tanto davvero . Oggi ho ritirato il mio emocromo e ho i globuli bianchi bassi a 3500 non so se riuscirò a fare chemio martedì .. fino a lunedì erano a 8000 poi non so ma questi ultimi giorni a causa della notizia di papà non ho mangiato quasi nulla , magari sarà dipeso anche da quello nn so . Vi abbraccio

Patri70
salvocatania:
Salvo Catania non ha certo la fama , nè il carisma di Ferdinando Camon che scrisse quell'agghiacciante articolo nel febbraio del 2021, ma mi sento orgoglioso di avere scritto questo post

il 31 marzo del 2020 alle 4 del mattino in piena pandemia


salvocatania:
I lavoratori della salvezza, medici, infermieri, si preoccupano di te che sei malato ma anche di sé che non devono ammalarsi, se un’infermiera ti sosta accanto dopo la visita dei medici e ti tocca una spalla, una specie d’incoraggiamento, è certamente giovane, ancora una bambina, in lei l’istinto della vita vince sulla paura della morte. L’infermiera-bambina che tocca quel malato si sentirà forte e potente, il malato si sentirà incoraggiato. Ma questi sono contatti rari, sono proibiti.

Non so come ringraziarla per tutto questo suo scritto, per la persona così unica che lei è.Le parole di Camon colpiscono facendomi sentire un dolore così grande,quasi fisico e il pianto lo riversa fuori.Non tutti comprendono,anzi non tutti hanno compreso cosa ha significato perdere dei cari in quel modo e che la vita non sarà più come prima.
Io ho avuto la fortuna di avere un'infermiera per papà e un medico per mamma che hanno avuto un umanità incredibile dopo che li ho pregati disperata.A papà di poterlo accompagnare alla fine con la mia voce al telefono..a mia mamma ho potuto solo chiedere di dargli una carezza da parte mia e di dirgli che io c'ero, ero lì con lei.La disperazione e lo stato di stress dei medici era così alto che la dottoressa dopo un po' mi ha richiamato piangendo,scusandosi perché la carezza a mamma l'aveva dovuta fare con il guanto...senza avrebbe rischiato troppo.Non finirò mai di ringraziarli

Ora vi preparo un buon the e dei biscotti fatti da mia figlia,per ringraziarvi di avermi ascoltata,anzi letta😅, perché la vita è fatta di lacrime e sorrisi,la vita è bellissima e ogni attimo è unico,perché ,come scrive il dottore,le terapie curano ma le relazioni guariscono♥️☀️🌷🌈
- Modificato da Patri70
Lela

Io ci sono

Giovanna86
Patri70
❤️Un abbraccio forte Patrizia . Non ci sono parole ma il tuo racconto mi ha toccato tanto

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