Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno

Forum RFS: come stimare il rischio individuale di tumore al seno (modelli Gail/NSABP), fattori di rischio e indicazioni per una sorveglianza attiva e personalizzata.
Norma86
Alerai91:
Arcobaleno
Angy65
Robe68 Fili colorati speciali per voi

Norma86
☯Fede:
Io ci sono!
Non va per niente bene!
:

Non voglio insistere ma ti richiedo di scrivere se possiamo fare qualcosa per te e tua figlia.

NOI CI SIAMO
Norma86
Angy65:
La mia oncologa mi ha detto che sono metastatica coinvolgimento linfonodi latero cervicali 4 stadio
Gia mi vedo nella bara 😭😭
Scusate ma io non riesco a reagire





Norma86
Angy65:
La mia oncologa mi ha detto che sono metastatica coinvolgimento linfonodi latero cervicali 4 stadio
Gia mi vedo nella bara 😭😭
Scusate ma io non riesco a reagire





- Modificato da Norma86
Norma86
Angy65:
La mia oncologa mi ha detto che sono metastatica coinvolgimento linfonodi latero cervicali 4 stadio
Gia mi vedo nella bara 😭😭
Scusate ma io non riesco a reagire





Cecilia 1360
Angy65n9jn
Non ti abbattere. Noo siamo qui con te....
Ragazze buongiorno a tutte...
Io ci sono...un abbraccio per tutte
salvocatania
Angy65:
La mia oncologa mi ha detto che sono metastatica coinvolgimento linfonodi latero cervicali 4 stadio

E allora ???
Dica alla sua oncologa, facendo il mio nome e cognome che nella nostra professione la cosa che conta di più è la CAPACITA' COMUNICATIVA .
Spieghi alla sua oncologa che è vero che aumentino le difficoltà terapeutiche al quarto stadio, ma dovrebbe studiarsi anche tutti i casi di REMISSIONE COMPLETA di tumori non al quarto stadio, ma addirittura in fase terminale.
Quindi prima di parlare di terapie dovrebbe imparare a rafforzare nei suoi pazienti la SPERANZA




Le allego la storia della nostra Lori.
Guardi la bibliografia

https://www.senosalvo.com/ragazzefuoridiseno/terapia_speranza_determinazione.htm

E mi raccomando come terapia, anche se qui pochi ci credono (affari loro !!)
non faccia mancare mai il suo

e un giorno mi ringrazierà.

Le ricopio di seguito un mio vecchio post perchè c'è una base scientifica su queste mie affermazioni.
- Modificato da salvocatania
salvocatania
Mi assumo la piena responsabilità nel ribadire che anche il solo contributo del



incrementa il tasso di sopravvivenza , anche se pochi di voi ci credono.

salvocatania:
#11.969 Scritto: 31-07-2017 18:5


Quando, dopo avere aperto questo forum, in un consesso pubblico di oncologi, cercavo di spiegare che
"CON-dividere [imgs]https://www.medicitalia.it/public/uploadedfiles/minforma/salvocatania_condividere_
2-1.png[/imgs] un percorso o un iter diagnostico-terapeutico attraverso una RETE SOCIALE fosse gia' terapeutico per l'umore e forse addirittura per un aumento della sopravvivenza, mi avevano preso tutti per un FUORI DI SENO..

ORA C'E' LA CONFERMA SCIENTIFICA

Condividere il tempo e lo spazio, e quindi le parole, i timori, le emozioni che accompagnano le sedute di chemioterapia, aiuta. Anzi, di più: è in grado di aumentare, sebbene di poco, i tassi di sopravvivenza. È il risultato di uno studio longitudinale, il primo del suo genere su un campione così vasto e per un tempo così lungo (5000 persone seguite per circa 9 anni), che è stato realizzato dai ricercatori del NHGRI, National Human Genome Research Institute dell'NIH e di Oxford, e pubblicato sulla rivista Network Science. Più in dettaglio gli autori dell'indagine hanno dimostrato che la socialità, la possibilità di comunicare, di entrare in relazione, di stare fianco a fianco con altri pazienti nel corso delle sedute di chemio aumenta del 2% la sopravvivenza a 5 anni.

La ricerca. Gli scienziati – esperti di scienze sociali comportamentali - che hanno firmato la pubblicazione hanno analizzato i dati relativi a 4.691 uomini e donne di circa 60 anni affetti da varie forme di cancro, in chemioterapia presso due ospedali pubblici dell'Oxfordshire dal 2000 al 2009. Di ognuno hanno seguito i destini clinici e anche la posizione occupata nelle sale dove venire loro somministrata la chemioterapia lungo tutto il corso della malattia: chi fossero i loro vicini di poltrona, quelli con i quali scambiavano chiacchiere, preoccupazioni e magari anche battute, e che destino clinico avessero a loro volta questi pazienti. In termini più scientifici gli autori hanno costruito e analizzato un network, una rete, di co-presenze.

Si mangia di più quando si è tra amici. Ma spinti da quale curiosità, o da quale considerazione? Jeff Lienert, del Social and Behavioral Research Branch dell'NHGRI e primo autore della ricerca, dichiarando in una nota rilasciata dall'NIH quanto segue ha di fatto risposto alla domanda: "I modelli di comportamento degli esseri umani si basano su ciò che li circonda - ha detto -. Per esempio, spesso si mangia più quando si è tra amici, anche se nemmeno si sa cosa c'è nel piatto. Come anche, quando si va in bicicletta in compagnia, spesso le nostre performance migliorano, indipendentemente dalle performance altrui". Lienert e i suoi colleghi devono essersi chiesti se la possibilità di frequentare la compagnia giusta, per così dire, può influenzare persino la risposta alla chemio. Magari di poco. E in effetti così è stato.

I risultati. Coloro che avevano condiviso più tempo della cura con compagni di chemio lungo-sopravviventi avevano avuto il 2% in più di chance di sopravvivere a 5 anni rispetto a chi aveva avuto come compagni altri pazienti che non avevano avuto lo stesso destino. In termini di tassi di sopravvivenza, nel primo caso il valore registrato era stato di circa 72% mentre nel secondo del 70%.
Il tasso di sopravvivenza a 5 anni è la percentuale di persone che vivono per più di un quinquennio a partire dalla fine del trattamento. Per esempio un tasso di sopravvivenza del 70% , hanno chiarito gli autori, significa che su 100 persone, 70 di loro dopo 5 anni sono ancora in vita.

Se il 2% vi sembra poco. Il 2% è poca cosa? Forse. Tuttavia è un dato indicativo: indica che il setting della chemio conta. E sui grandi numeri è anche un dato significativo. Lienert ha infatti dichiarato: "Su un campione di 5000 pazienti in nove anni, parliamo di 100 persone". Di cento persone che hanno una chance di vivere un po' di più.

Cosa c'è dietro. Naturalmente lo studio in questione non aveva l'obiettivo di indagare se ci fossero, e quali fossero, le ragioni biologiche dell'influenza del setting delle chemioterapie sulla sopravvivenza, né poteva averlo, per come era strutturato. Tuttavia gli autori un'ipotesi l'hanno fatta: che quel 2% di differenza ha a che vedere con lo stress. "Quando sei molto stressato vengono rilasciati i cosiddetti ormoni dello stress, come l'adrenalina, che servono per innescare la risposta di combattere o scappare", ha dichiarato Lienert. "Se non puoi fare né l'una né l'altra cosa, come succede quando sei in chemioterapia, gli ormoni dello stress possono aumentare".

L'importanza del supporto sociale. Tra gli obiettivi della ricerca non c'era nemmeno quello di valutare l'impatto dei visitatori sulla sopravvivenza. Tuttavia i ricercatori ipotizzano che l'effetto della presenza di amici, o parenti possa essere simile a quello degli altri pazienti. "Un supporto sociale positivo nel momento esatto in cui si prova uno degli stress maggiori è cruciale. Se hai un amico col cancro, fargli compagnia durante la chemio probabilmente lo aiuterà ad abbattere i livelli di stress. Ed è probabile che l'impatto sia efficace, e forse più efficace di quello provocato dall'interazione con altri pazienti ammalati di cancro come lui", ha concluso Lienert. Ma amici o parenti o pazienti che siano "I nostri risultati suggeriscono che si verifica un'influenza sociale nei reparti di chemioterapia, e quindi potrebbe essere necessario considerare in che modo la chemio viene somministrata", si legge nel testo della pubblicazione.



Immagine: rappresentazione della rete sociale di co-presenza durante le sedute di chemioterapia. I piccoli cerchi rappresentano i pazienti, i colori si riferiscono all'anno in cui hanno iniziato le sedute. Credit: Jeff Leinert, NHGRI

Star76 fiduciaria

Buongiorno io ci sono!
Angy65 ❤️❤️❤️❤️

sole 66
salvocatania:
E allora ???
Dica alla sua oncologa, facendo il mio nome e cognome che nella nostra professione la cosa che conta di più è la CAPACITA' COMUNICATIVA .
Spieghi alla sua oncologa che è vero che aumentino le difficoltà terapeutiche al quarto stadio, ma dovrebbe studiarsi anche tutti i casi di REMISSIONE COMPLETA di tumori non al quarto stadio, ma addirittura in fase terminale.
Quindi prima di parlare di terapie dovrebbe imparare arafforzare nei suoi pazienti la SPERANZA

posso mandarla anche alla mia oncologa che lunedì scorso in una telefonata ha sottolieato per l'ennesima volta il fatto che ho cellule cancerogene che girano per il corpo, e che PURTROPPO non c'e' cura definitiva ne guarigione............

Grazie per esserci e darci il supporto morale e scentifico di cui abbiamo bisogno.
- Modificato da sole 66
Kemdalia
Patri70:
Ne sono certa anche io!!

❤️❤️❤️❤️
Cristina88B

Buongiorno.. io ci sono! Grazie a tutte dell'accoglienza e al dottor Catania per le sue parole e convinzioni.. e forza, forza e speranza a tutti, soprattutto a chi ha ricevuto notizie scoraggianti!

Angy65
Savi
Grazie ,non ricordo il tuo messaggio Purtroppo, ma credimi sono davvero stanca , non si finisce mai . I miei figli mio fratello il tumore bastaaaaa
Non ho letto l'articolo del doc ultimamente non sono stata nel gruppo
Ti abbraccio e grazie di ❤️
Robe68
Angy65:
La mia oncologa mi ha detto che sono metastatica coinvolgimento linfonodi latero cervicali 4 stadio
Gia mi vedo nella bara 😭😭

Oh Angy, ma proprio no..... ma che c'entra la bara?
Eccomi. Metastatica. IV stadio. Con cellule che, per dirla con l'oncologa di Sole, girano per il corpo. Quanto stanno girando lo saprò dopo risonanza di oggi pomeriggio.
E non voglio con te usare parole fintamente consolatorie..la malattia metastatica spaventa, fa paura, è circondata da una incognita che talvolta impedisce di guardare in là.
Ma mi sento di dirti che, prima di tutto, tu debba avere un riferimento tra i tuoi curanti a cui affidarti e di cui fidarti ( ad esempio a me sta accadendo in questo ultimo periodo di non avere avuto più contatti con oncologo che sinora mi vedeva in day hospital e non ti nascondo che è una situazione che un po' mi impensierisce...) .
Se ciò che ti è stato prospettato, quanto a scelte terapeutiche, non ti convince, o comunque non sei tranquilla, non esitare a chiedere un secondo parere. Io, ad esempio, l'ho fatto, per poi tornare a farmi curare da dove ero partita. Ma con una diversa serenità di fondo.
Poi, certo, c'è la paura. Credimi che ti comprendo sino in fondo. Ma purtroppo, per noi la malattia si è presentata in questo modo. E questa malattia dobbiamo affrontare. Seguendo le indicazioni di chi ci cura e, possibilmente, non vivendo da malate.
Non sempre sarà possibile. Io te lo sto scrivendo ora, e chissà se tra qualche giorno te lo potrò confermare. Ma quando è possibile dobbiamo approfittarne. E dobbiamo imparare, con tanto impegno, a resettare rapidamente la nostra mente. Anche quando riceviamo una brutta notizia ( le mie ultime due risonanze non sono state uno splendore.. e ne sono seguiti due trattamenti radioterapici) dobbiamo puntare la mente alla soluzione che ci viene prospettata. E non al problema. Il problema c'è. Lo sappiamo. Quindi dobbiamo concentrarci su altro.
Cerca di ottenere dall'oncologa tutti i chiarimenti necessari sul percorso di cura e vedrai che quello sarà già un passo importante. Perché è sulla cura che dovrai mettere la tua attenzione e il tuo impegno. Ti abbraccio
Angy65
sole 66
Devo fare altri due cicli di immuno e chemio e poi ripetere la PET e vedremo se si blocca qualcosa
Grazie ❤️

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