Come si calcola il rischio reale per il tumore al seno
Capita anche a voi?
Sisi a me capita spesso quindi abbatti questi cricetini








In ritardo ma vi auguro buon pomeriggio di questa domenica di fine novembre.
Oggi mio zio che ha perso da due settimane la compagna di una vita )mia zia) compie 81 anni.
Mio zio che nella sua vita ha rischiato di morire ben 54 volte (meningite da giovane sposo con oltre 6 mesi di ospedale, infarto, brutta caduta da una scala alta oltr 5 metri, covid) si ritrova ora vedovo di mia zia che non ha mai avuto nemmeno un raffreddore nella sua vita, che non e’ mai stata ricoverata in un ospedale se non per la nascita del suo unico figlio … perché nel 2025 si continua a morire per un tumore alle ovaie? 


Io ci sono
Oggi mio zio che ha perso da due settimane la compagna di una vita )mia zia) compie 81 anni.
Mio zio che nella sua vita ha rischiato di morire ben 54 volte (meningite da giovane sposo con oltre 6 mesi di ospedale, infarto, brutta caduta da una scala alta oltr 5 metri, covid) si ritrova ora vedovo di mia zia che non ha mai avuto nemmeno un raffreddore nella sua vita, che non e’ mai stata ricoverata in un ospedale se non per la nascita del suo unico figlio … perché nel 2025 si continua a morire per un tumore alle ovaie?
Mi dispiace Stefy😞 ti sono vicina. Un pensiero per te
, per tua zia
e per lo zio ❤️ Anch'io ho perso una cugina da poco.
Buona domenica blog! io ci sono! 
mi dispiace tantissimo Stefy
Oggi mio zio che ha perso da due settimane la compagna di una vita )mia zia) compie 81 anni.
Mio zio che nella sua vita ha rischiato di morire ben 54 volte (meningite da giovane sposo con oltre 6 mesi di ospedale, infarto, brutta caduta da una scala alta oltr 5 metri, covid) si ritrova ora vedovo di mia zia che non ha mai avuto nemmeno un raffreddore nella sua vita, che non e’ mai stata ricoverata in un ospedale se non per la nascita del suo unico figlio … perché nel 2025 si continua a morire per un tumore alle ovaie?



Buonasera🌜
Io ci sono 💜













Buonasera ragazze e dottore, io ci sono 




Condoglianze Stefy
Grazie, grazie a tutte.
Si trova a Torre del Mar, a circa 35 km da Malaga e 7 da casa mia.
Vi tengo aggiornate. 🥰😚🫶
Buonanotte blog io ci sono ❤️
Terribile, questa estate ho perso mia cugina giovanissima per questo tumore 😥
Eccomi con un nuovo racconto sulla mia attività professionale, devo dire leggermente frenetica.
Quando a New York incontrammo il “PADRINO”
Era il 1984 quando un gruppo di rinomati chef italiani insieme ad una associazione enogastronomica ci chiese di assisterli durante un viaggio a New York dove si sarebbero confrontati con altri cuochi nostrani, emigrati molti anni fa negli USA e ormai titolari di ristoranti di altissimo livello. Il soggiorno nella “Grande Mela” doveva durare a lungo ed eravamo in dubbio se accettare visti i nostri impegni redazionali. Ma accettammo perché sarebbe stata la nostra prima toccata sul suolo americano. Da alcuni anni erano usciti film indimenticabili come “Il braccio violento della Legge” e “Il Padrino” e l’atmosfera della città, appena arrivati, fu inconfondibile e affascinante, proprio come in quelle pellicole. Ovviamente passammo N.Y. palmo a palmo riportando in Italia centinaia e centinaia di immagini con novità da noi quasi sconosciute come il Fast food, la consegna a casa dei cibi pronti, i neon pubblicitari, il “DDL Foodshow” del produttore Dino de Laurentis, e così via. La prima intervista che peraltro esulava dall’elenco propostoci dal gruppo italiano che ci aveva invitato, fu a Sirio Maccioni nel suo prestigioso ristorante “Le Cirque” (oggi ormai chiuso) dove questo personaggio simpaticissimo, toscano di Montecatini, era diventato il re della cucina francese a Manhattan. A noi però servì lo “spaghetto primavera” nell’ “angolo del potere”, un tavolo cosi chiamato perché lì cenavano spesso Nixon e Carter, Reagan e persino Papa Giovanni Paolo II. Ci fece compagnia in quel pranzo “di lavoro” ( ovviamente intanto intervistavamo il proprietario, lo chef, i barman e scattavamo foto ai piatti) un famoso principe romano che ci stupì per la sua umiltà ! Durante quel mese a N.Y. salimmo all’ultimo piano della Torre Nord delle fatidiche Torri Gemelle dove il ristorante “Windows on the World” ci regalò l’emozione straordinaria di camminare sul vetro con sotto i nostripiedi ben 107 piani ! Ovviamente visitammo i caratteristici negozi di alimentari di Little Italy (oggi il quartiere è stato fagocitato completamente dai cinesi), il Museo degli Indiani d’America dove arrivammo a piedi quando i tassisti si rifiutarono di portarci perché la zona era pericolosa (!), il South Bronx dove ci avventurammo di sera e io nascosi la mia Nikon F sotto un voluminoso cappotto che mi trasformò in una giovane donna in attesa, e poi ovviamente siti più tranquilli e tradizionali come Ellis Island, la Statua della Libertà e lo spettacolare Central Park. Visitammo decine e decine di prestigiosi bar annessi solitamente a grandi hotel (lavoravamo anche per una rivista dell’I.B.A International Bartenders Association) dai quali scoprimmo cocktails straordinari riproposti poi nel nostro libro “ Cocktails d’Autore”. Col gruppo di chef italiani incontrammo ristoratori che avevano trasferito negli States la loro competenza gastronomica diventando icone della cucina italiana…. fino a che non ci venne prospettata l’intervista all’ultimo “Padrino”. Ci diede appuntamento nell’Hotel di Times Square dove soggiornavamo con tutto il gruppo. Dovete sapere che la Mafia negli States non è mai stata come quella italiana, nel senso che i mafiosi statunitensi se la sono goduta la vita e non si sono mai nascosti in fattorie fatiscenti nella campagna siciliana come hanno fatto i nostri. Peraltro i figli dei primi mafiosi hanno preso poi tutt’altra strada e oggi sono qualificati professionisti con tanto di laurea. Era il nostro caso. Il personaggio che per padre aveva avuto l’uomo al quale si era ispirato Mario Puzo per il suo romanzo “Il Padrino” , era un rispettabile, professionale importatore di generi alimentari italiani che aveva condotto al successo negli States in pochi anni. Tutto regolare, intervista piacevole, basata sui nostri prodotti enogastronomici d’elite. Fino a che....ci trovavamo nel salotto dell’hotel che praticamente era tutta una vetrata gigantesca che si affacciava sulla zona di Times Square quando l’occhio mi cadde sulle 2 limousine che avevano accompagnato il “personaggio”, parcheggiate sul marciapiede col muso rivolto alla vetrata, senza alcun timore di eventuali multe e con gli autisti armati ….. quasi che temessero uno “sgarbo” improvviso. In quel momento ci scambiammo un’occhiata e cercammo di chiudere l’intervista con grandi sorrisi ma anche con grande sollievo. L’incontro era stato interessante sotto ogni punto di vista… Questa è stata la nostra New York degli anni ’80. Indimenticabile.
Seguono alcune immagini ovviamente di scarsa qualità visto il passaggiio da slides a digitale.
Privo di virus.www.avast.com