Stress…Nuntereggae Più!

Sempre più operatori che si occupano della salute mentale, elencano nei propri siti web tutto quello che sanno trattare: gli attacchi di panico, la depressione, l’insonnia, i disturbi dell’alimentazione i disturbi d’anisa, le fobie, le ossessioni, il bipolarismo, il disturbo borderline, i disturbi della sessualità… già, lo stresssss. Qualcuno elenca anche tutti i corsi di formazione (e sulla qualità della formazione, credetemi,
nel nostro Paese ne dovremmo davvero parlare insieme) con l’intento, immagino, di far vedere quante competenze possiede. Fin qui, nulla da dire.
Alle volte, però, mi chiedo cosa pensi la gente, che cosa ci faccia con queste informazioni e, traendo spunto da sollecitazioni di alcuni pazienti, che si sono ritrovati a pensare quanto lo stile di vita smart e cool che ci propongono i media, poco si addica al sostare nel pensiero e a ponderare con critica le proprie decisioni, mi chiedo come sia possibile che l’essere umano abbia perso di vista se stesso.
Quando incontro una persona, questa per me non è una categoria diagnostica, un sintomo, ma una persona. Tutto quell’elenco di patologie (chiamiamole pure così), con cui Rino Gaetano avrebbe potuto farci un pezzo sullo stile di Nuntereggae Più, sono solo dei nomi con cui chiamiamo la sofferenza psichica. D’accordo, lo Psicoterapeuta dovrà conoscere e differenziare…e poi? Vi siete mai chiesti cosa ci
faccia lo Psicoterapeuta con la diagnosi? Chi porta con sé la depressione non viene “trattato” diversamente da chi porta con sè l’ansia o l’insonnia, ma riceve la stessa accoglienza, viene riconosciuto, prima di tutto, come un essere umano che sta male. Focalizzarsi sul sintomo, per intenderci, è come un Odontoiatra che ti offre solo l’antidolorifico quando hai un ascesso. L’elenco è un elenco che fa riferimento a dei “criteri diagnostici” condivisi da una buona fetta del mondo “psico” e che servono per
comunicare tra operatori. Per questo sorrido fra me e me quando l’incipit è …”ma lei si intende di…?” perché l’unica cosa di cui cerco di intendermi da anni con molto impegno è la persona, con le sue risorse e le sue fragililtà.
Detto questo, non vi elenco i seminari e i gruppi di studio a cui regolarmente partecipo perchè c’è un Ordine Regionale ed uno Nazionale che presiede anche al controllo della nostra formazione permanente; non elenco le sfaccettature della sofferenza psichica con cui più di frequente mi trovo ad operare, perché mi sembra di violare comunque lo spazio terapeutco; non sono onniscente, perché ho voglia ancora di conoscere molte cose; non faccio interpretazioni iperboliche perché mi sento più a mio agio nel quotidiano e, più di ogni altra cosa, non sono qui per accaparrarmi più pazienti offrendo il primo colloquio gratis o facendo tariffe inaccettabili per la dignità di paziente e terapeuta.

Data pubblicazione: 19 marzo 2018

1 commenti

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!

Guarda anche stress 

Contenuti correlati