Blocco universitario

Buonasera Dottori,
vorrei esporre quello che inizia ad essere un serio problema per me.
Mi sono iscritto all'università a Ottobre 2001 (Economia), probabilmente per le motivazioni sbagliate. I miei genitori non avevano fatto l'università, e questo la rendeva uno step fondamentale per la vita del sottoscritto. Inoltre, ho pensato che prendere una laurea non poteva farmi sicuramente male e che sicuramente avrei conosciuto e frequentato un ambiente che mi avrebbe aiutato a maturare.
Nel 2002 ho iniziato anche a lavorare, subito a tempo indeterminato, giacché non me la sentivo di rimanere sulle spalle dei miei genitori.
L'università la portavo avanti un po' a rilento ma riuscivo a studiare, mettermi qualche soldo da parte e togliermi i miei sfizi.
Ora, che mi mancano 3 esami non ce la faccio più!! Mi rendo conto che mi manca pochissimo ma non riesco proprio a convincermi di studiare.
In tutti questi anni sono riuscito a fare due lavori contemporaneamente (cosa che faccio tutt'ora), fare carriera e diventare responsabile regionale, aprire una società (sono socio amministratore), acquistare casa con la mia ragazza, e così via, facendo tutto quello che fa di solito un 28enne... ma non riesco a dare questi maledetti 3 esami!
Ho provato a convincermi in tutti i modi. Niente.
Ho provato a mettermi forzatamente sui libri. Niente.
Ho provato a dire in giro che avrei dato l'esame in una data specifica, così da sentirmi spronato a non fare figuracce con le persone a cui l'ho detto. Niente.
Il problema è che non riesco a godermi nessun momento di relax, perchè quando tento di rilassarmi e di divertirmi, il mio cervello inizia a viaggiare e puntalmente mi ritrovo nel pianeta "bè invece di stare a non far niente potresti studiare!!!"
La situazione inizia ad essere pesante e spero che un chiarimento esterno possa venire da Voi. Non cerco soluzioni, per carità, ma magari un commento, un'idea, un'illuminazione da chi vede le cose in maniera totalmente distaccata, sicuramente può aiutarmi.

Grazie per il tempo che mettete a disposizione.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile utente,

la sua situazione è condivisa da molti ragazzi al termine del corso di studi, ma lei ha già raggiunto brillantemente molti obiettivi lavorativi e personali e di conseguenza non si può parlare di "paura del futuro" come nel caso di chi nutre aspettative negative nei confronti del post laurea.

Se non ho capito male questa laurea non le servirà dal punto di vista pratico, perchè la sua vita è già avviata e decisamente più "avanti" rispetto a molti suoi coetanei.

Mi chiedo quindi se il suo blocco non abbia a che fare con il rapporto con i suoi genitori, visto che lei sottolinea subito che loro non sono laureati e che per questo lei sentiva la laurea come uno "step fondamentale".
I suoi genitori come vivono il suo aver studiato più di loro? L'hanno appoggiata o scoraggiata? Sono orgogliosi di lei?
Con gli studi universitari pensava forse di ottenere qualcosa che alla prova dei fatti si è rivelato illusorio? Voglio dire: è deluso in qualche modo da questa esperienza?
Sta per affrontare altri cambiamenti, ad es. il matrimonio o la nascita di un figlio?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
Dottoressa voglio prima di tutto ringraziarla per la risposta.

Cercando di chiarire quanto sopra esposto, dal punto di vista pratico, lavorativo per intenderci, la Laurea non mi servirà. O meglio, potrebbe sempre servirmi, chi può dirlo, ma diciamo che sono fortunato ad avere un lavoro che mi piace, e che mi permette di vivere bene. Non nel lusso, ma bene.

Per quanto concerne il discorso genitori cercherò di essere più chiaro. I miei genitori non hanno fatto l'università per mancanza di soldi, pertanto, ai loro occhi, era necessario che la facessi io. Non la sentivo io come step fondamentale, bensì loro. Ammetto che la decisione di frequentare l'università è in parte derivata dal fatto di non deludere le loro aspettative.

Ora come ora, non vedono l'ora che io la finisca. Ogni tanto insistono e tendono a ricordarmi che mi mancano solo 3 esami, ecc. Ma credo che, nonostante questo, siano comunque orgogliosi di me, anche se non vedono l'ora (questo sicuramente più del sottoscritto) di vedermi arrivare con il pezzo di carta in mano.

Con gli studi universitari mi aspettavo di ottenere qualcosa di più? Forse sì, ma, non posso non tener conto del fatto che la vita da universitario, in senso stretto, l'ho fatta per poco meno di un anno. Poi ho deciso di andare avanti "nonostante" l'università, e non "grazie a" essa. Per non rimanere a carico dei miei e per togliermi i miei sfizi.

Nessun cambiamento importante all'orizzonte (non per quanto ne sappia almeno).

Spero di essere stato chiaro. Dottoressa, la ringrazio ancora per il tempo che mi ha dedicato.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Nel dire "non riesco proprio a convincermi di studiare" sembra che lei stia vivendo con un forte senso del dovere, ma anche e soprattutto di obbligo, quest'ultima parte del suo percorso.
Ha infatti utilizzato verbi come "forzare" e "costringere", che rendono bene la pesantezza della situazione.

Non ho capito in concreto per quale motivo non riesce a studiare: non riesce a concentrarsi? Non riesce a mettersi seduto di fronte ai libri?

Forse stanno venendo al pettine dei nodi riguardanti il suo rapporto con i suoi genitori, ma di questo dovrebbe parlare di persona con uno psicologo perchè in questa sede possiamo solo fare delle ipotesi.
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dopo
Utente
Utente
Il punto è proprio questo: non riesco a mettermi di fronte ai libri. Ogni scusa, vera o presunta, è buona per rimandare a domani.
Non so se possa essere un problema di rapporto con i miei genitori: sicuramente sento un po' di pressione da parte loro, per la questione università, ma credo sia del tutto naturale.
Più che altro vorrei trovare la forza e la concentrazione necessaria, per finirla, ma proprio non ce la faccio.
E il fatto di aver iniziato la carriera universitaria per le motivazioni sbagliate, sicuramente non mi aiuta.
Ma è vero che la sto vivendo con un forte senso del dovere/obbligo. Anche nei confronti di me stesso, visto che non riuscirei mai a perdonarmi di aver lasciato ad un metro dal traguardo.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
La mia ipotesi non riguarda tanto la situazione contingente e il fatto che i suoi insistono perchè lei finisca gli esami, quanto piuttosto la possibilità che questa situazione rappresenti il classico momento in cui vengono al pettine nodi che riguardano conflitti che si pensavano superati nel rapporto genitori-figli.

Può essere insomma che si tratti di un "pretesto per discutere", tanto più se lei non si attende cambiamenti dopo la laurea che potrebbero motivarla inconsciamente a non concludere gli studi. Se davvero pensa che nulla cambierà con la laurea non si possono ipotizzare motivi legati al suo futuro, e non resta che cercarne nel passato o in una motivazione così scarsa a laurearsi che le ha fatto passare del tutto la voglia di concludere.

Se inoltre non ha problemi di attenzione o concentrazione, ma sta semplicemente evitando di riaprire i libri, deve esserci a monte qualcosa che la blocca e che ha un significato ben preciso.

Se la situazione non si sbloccasse le consiglio di consultare di persona uno psicologo per capire come mai non riesce a riaprire i libri e come si può intervenire, perchè a 3 esami dalla fine sarebbe un peccato che lei non concludesse gli studi.

Le faccio tanti auguri,
[#6]
dopo
Utente
Utente
Quello che ha scritto mi ha lasciato perplesso.
Non ho la più pallida idea di come possa aver pensato una cosa del genere. L'idea di questo "blocco passato" non mi ha mai sfiorato.
Ora invece mi rimbomba in testa come se qualcuno (se ne prenda la colpa/merito) l'avesse forzatamente ficcata nel mio cervello.
Mi ha dato molto da pensare. E per questo, la ringrazio. Al di là del fatto che la motivazione è ancora lungi dall'esser trovata, mi ha dato uno spunto da cui partire.
Consiglia quindi un consulto psicologico?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Molte volte le cause di situazioni come la sua non sono quelle che possono sembrare all'apparenza più probabili, ma risiedono in questioni irrisolte legate al passato: il fatto che lei si senta così colpito dall'idea che una spiegazione possa derivare da motivi di questo genere significa che probabilmente è così.
Ovviamente scoprire se l'ipotesi corrisponde al vero e in che senso sarà compito dello psicologo che lei decidesse di consultare: le consiglio di farlo perchè fa parte del nostro lavoro aiutare le persone che attraversano momenti di crisi o di stallo a vari livelli.

Mi faccia sapere!