Qual è il problema di fondo?

Buonasera,
sono un ragazzo ventunenne e vorrei avere un piccolo aiuto, pur consapevole di non poter risolvere i miei problemi in questo modo. Premetto che sono molto molto prolisso (e mi dispiace, ma non riesco a non esserlo) perché mi piace esporre chiaramente le questioni e farle capire bene a chi legge. Vedo che c'è un limite massimo di caratteri, ma per me è un grosso problema perché ho moltissime cose da dire. Spero di poter inserire più messaggi.
Dunque questa è la mia situazione, per “punti”:
-Carattere e autostima: soffro di una grande mancanza d’autostima, in generale. Mi ritengo sempre meno bello, meno intelligente e meno simpatico di chi mi sta intorno. Sono alto poco più di 1 metro e 60 e a causa di un incidente avvenuto nel 2002, quando a scuola mi cadde un incisivo che poi mi è stato reimpiantato, ho un sorriso molto brutto e per questo evito di sorridere sempre (anche se vorrei tanto sorridere…ma l’esperienza mi ha dimostrato che le persone guardano realmente l’aspetto fisico altrui). Ho un aspetto ancora da adolescente, mi faccio la barba solo una volta alla settimana e ho ancora i brufoli (che mi sono spuntati quando avevo già 16 anni) e mi illudo ancora che la mia bruttezza sia solo una questione di sviluppo ritardato.
Il mio aspetto fisico è stato uno dei fattori, ma non l’unico, che mi ha portato a credere di essere una persona incapace ed inadeguata. Quando qualcuno mi fa un complimento, cosa che comunque avviene raramente, tendo sempre a sminuirmi e sento di non meritarlo anche se sotto sotto mi fa piacere. Quando ottengo dei buoni risultati riesco sempre a dare l’impressione che siano dei traguardi in qualche modo “scontati”, che avrebbe potuto raggiungere chiunque. Questa mia mancanza di autostima ultimamente mi ha reso apatico e svogliato; non ho infatti voglia di coltivare degli interessi che precedentemente avevo (es. l’astronomia) perché penso che ci sia sempre qualcuno che ha più interessi di me e sa più cose di me. Lo so, è un pensiero assurdo.
Inoltre sono sempre stato molto indeciso e troppo pensieroso, non riesco mai a buttarmi nelle cose. Questa mia indecisione a volte sconfina nell’ansia.

Ho vari altri problemi nello studio (mancanza di motivazione, frustrazione), nella vita sociale e nell'identità sessuale (confusione e mancanza assoluta di rapporti che vadano oltre l'amicizia), problemi che forse affondano le loro radici in situazioni passate, ma per farvi capire realmente mi è indispensabile poter esprimere più organicamente la mia situazione e non riesco a farlo in queste poche righe, perché la situazione è più complicata di quanto traspare da questo messaggio. Fatto ciò, la mia domanda sarebbe: qual è il mio problema di fondo? Non riesco a capirmi, non so se sono depresso, se ho disturbi ossessivi, se soffro di entrambe le cose o di qualcos'altro.
Vi ringrazio in anticipo per l'attenzione e il tempo che mi dedicherete.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<qual è il mio problema di fondo?>

Gentile ragazzo,
da qui non è possibile darle una risposta esaustiva, poiché è necessario raccogliere molti elementi, cosa che on line non è possible.

La mancanza di autostima, il cattivo rapporto che ha con la sua immagine, le sue frustrazioni, la carenza di motivazioni e l' indecisione, le difficoltà relazionali e la confusione che sperimenta, meriterebbero di essere indagate rivolgendosi di persona ad uno psicologo.
Cita l'aspetto fisico come uno dei fattori e gli altri secondo lei?

Se vuole aggiungere altro per aiutarci a comprendere una situazione che ritiene maggiormente complessa, la ascoltiamo per poterle eventualmente dare indicazioni più appropriate, pur sempre nei limiti consentiti da qui.

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la veloce risposta.
Altri fattori...Dunque, innanzitutto lo studio. Dalle elementari al liceo sono stato considerato il classico genio che otteneva tanto con poco sforzo, ma io non ho mai pensato che fosse vero e ho sempre fatto di tutto per cercare di convincere gli altri del contrario. Alla fine del liceo, dati i miei ottimi risultati, tutti si aspettavano una brillante carriera universitaria e lavorativa (tranne me). Invece è andato tutto storto: ho fatto tre volte il test di medicina, passandolo sempre, ma l'ansia e la convinzione (convinzione, non paura) di non farcela mi hanno fatto desistere ed alla fine ho scelto una facoltà che non mi piace perché è fatta male e che non dà sbocchi lavorativi di alcun tipo. Non sono riuscito a stringere amicizie con nessuno (i miei colleghi sono le classiche persone che si sono iscritte ad un corso facile per laurearsi con poco sforzo) e sento di non poter realizzare nessuno dei miei sogni. Affronto ogni esame con la convinzione di non farcela, e se fino all'anno scorso avevo dei buoni risultati quest'anno con stupore di tutti non sono andato tanto bene e al prossimo semestre andrò ancora peggio visto che ho perso le già poche motivazioni che avevo nello studio.
Inoltre non ho del tutto chiara la mia identità sessuale. Mio padre è depresso da quando avevo 10 anni e non mi ha mai considerato granché, ma non ne ho mai sofferto; tuttavia la mancanza di una reale figura paterna potrebbe aver avuto un ruolo in questo. Spesso mi capita di immaginare ragazzi nudi o di cercarne le foto su internet, ma non capisco se è perché mi piace vederli o per ammirare ciò che non sarò mai o forse per cercare dei difetti che possano renderli in qualche modo più simili a me. Ritengo talmente impossibile che una donna possa essere interessata a me che da anni considero le donne solo ed esclusivamente come amiche e ho solo amiche donne perché mi sento troppo diverso dai ragazzi "normali", cioè quelli che piacciono alle donne e che hanno delle relazioni amorose (io non ne ho mai avuta una, chiaramente). Tuttavia non mi sento omosessuale, perché non potrei mai innamorarmi di un ragazzo o vivere una vita con un uomo...ma per i motivi suddetti non potrò mai avere neanche una donna, e quindi una famiglia, che ho sempre sognato di avere.
Tutta questa infelicità infine si riflette sulla mia vita sociale. Non esco mai e rifiuto i pochi inviti che ottengo sia perché mi sono stufato di uscire sempre e solo con ragazze sia perché non vedo in che modo qualcuno potrebbe trarre giovamento dalla mia compagnia. Ho delle buonissime amiche, una in particolare, che però sono fidanzate ed inevitabilmente si allontaneranno da me in un modo o nell'altro. Quindi passo le mie giornate a casa al computer o a lezione all'università, a rimuginare e sentirmi in colpa perché non studio, a pensare a ciò che vorrei essere e non sono. Mi sono proprio costruito nella mente il tipo di uomo che vorrei essere e che ovviamente non posso essere.

Semplicemente non capisco come un bambino bello, allegro, simpatico, iperattivo e socievole si sia trasformato in una persona come me. Forse ho ereditato da mio padre la tendenza alla depressione...solo che lui fino a 50 anni ha condotto una vita normale.
[#3]
dopo
Utente
Utente
Aggiungo un piccolo esempio. Ho preso la patente presto, a 18 anni, ed inizialmente guidavo spesso pur vivendo in una grande città con un traffico notoriamente caotico e pericoloso. Poi tutto d'un tratto mi sono convinto di non saper guidare e adesso sono almeno tre mesi che non guido. Non ho paura di guidare, ma ho più paura di parcheggiare, perché mi immagino che essendo io incapace abbozzerei la macchina o farei una qualche manovra stupida coprendomi di ridicolo davanti a tutti. Le poche volte che prendo la macchina succede quasi sempre così poi, e di questo mi dispiace veramente tanto perché gli uomini normalmente nella nostra società sono "quelli che guidano bene", e ancora una volta finisco per guardare da lontano un modello senza poterlo raggiungere.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo, puo' darsi che Lei abbia anche ereditato da Suo padrew la tendeNza alla deprwssione, ma quello che ci descrive sembra essere altro.
La mancanza di auttostima non e' una causa ma l'effetto di una problematica profonda che deve essere indagata con l'aiuto di uno psicololgo psicoterapeuta in un contesto protetto dove Lei possa esaprimersi liberamente consapevole di una alleanza terapeeutica che la sostiene.
Non lasci passare questo momento di reazione che ha iniiziato a esprimere scrivendo a noi.
Cordiali saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#5]
dopo
Utente
Utente
E' da tempo che penso di rivolgermi ad uno psicologo. Tuttavia credo che questo farebbe aumentare solo la mia sensazione di disagio, non tanto perché non mi fido della terapia, anzi, ma perché mi sentirei definitivamente "marchiato" come qualcuno che ha qualcosa che non va e mi sentirei ancora più incapace. Cioè, so già adesso di avere qualcosa che non va, ma spero sempre che sia un problema di età e di adolescenza (penso così perché la situazione è andata peggiorando soprattutto negli ultimi anni) e che nel futuro le cose potrebbero non dico normalizzarsi ma quantomeno rendersi più chiare. Però con mia madre e con le mie amiche parlo spesso di questi problemi...a parte la questione dell'identità sessuale, che ho affrontato qui per la prima volta.
Comunque rifletterò seriamente sulla sua proposta e la ringrazio per avermi risposto. Intanto mi fa bene essere ascoltato qui.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo, puo' darsi che Lei abbia anche ereditato da Suo padrew la tendeNza alla deprwssione, ma quello che ci descrive sembra essere altro.
La mancanza di auttostima non e' una causa ma l'effetto di una problematica profonda che deve essere indagata con l'aiuto di uno psicololgo psicoterapeuta in un contesto protetto dove Lei possa esaprimersi liberamente consapevole di una alleanza terapeeutica che la sostiene.
Non lasci passare questo momento di reazione che ha iniiziato a esprimere scrivendo a noi.
Cordiali saluti
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Intanto mi fa bene essere ascoltato qui.> Ne siamo lieti, credo le farebbe ancora meglio essere ascoltato direttamente.

Inizi magari a chiedere un consulto proprio per iniziare a vedere da subito le cose più chiaramente e non con l'aspettativa di sentirsi addosso un marchio, ma con quella di essere ascoltato, compreso, accolto, non giudicato, aiutato a ritrovare una condizione di migliore benessere, così come è nel nostro agire professionale.

Molti auguri
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazzo,
per quanto prolisso, un consulto online non può essere sostitutivo di una consulenza de visu,
L'idea di rivolgersi ad uno Psicologo-Psicoterapeuta, mi sembra una valida soluzione Psiche e soma, vanno analizzati insieme ed i suoi disagi, come il difficile rapporto con la sua fisicità e l'autostima, andrebbero approfiìonditi,

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#9]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Perdoni un paio di piccole provocazioni, ma spero le serviranno per riflettere.

>>> sono un ragazzo ventunenne e vorrei avere un piccolo aiuto
>>>

Quindi, in altre parole, lei si rende conto di avere tanti importanti problemi, ma preferirebbe accontentarsi di "un piccolo aiuto" anziché risolverli veramente?

>>> E' da tempo che penso di rivolgermi ad uno psicologo. Tuttavia credo che questo farebbe aumentare solo la mia sensazione di disagio, non tanto perché non mi fido della terapia, anzi, ma perché mi sentirei definitivamente "marchiato" come qualcuno che ha qualcosa che non va e mi sentirei ancora più incapace
>>>

E come si sente, invece, chiedendo a degli psicologi un modo per fare a meno degli psicologi?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#10]
Dr. Edoardo Riva Psicologo, Psicoterapeuta 102 3 2
Gentile utente,
per rispondere alla sua domanda penso che il problema di fondo sia un aspetto depressivo abbastanza rilevante, che ha come conseguenze la sensazione di sentirsi brutto, i pensieri che le fanno rinunciare ai suoi interessi, la svogliatezza nella sua attività che è lo studio e la mancanza di chiarezza nell'identità sessuale, che le impedisce di impostare l'obiettivo famiglia che lei ha. Queste ultime due contribuiscono a mantenere la depressione.
Io non ho dubbi nel dire che il fattore principale alla base di questa depressione sia la depressione del padre che magari è stata dannosa o che lei da piccolo deve avere interpretato come ancora più deleteria di quella che poteva essere. Le consiglio caldamente di rivolgersi ad uno psicologo, magari uomo, cosa che lei sa di avere bisogno ma si impedisce di concedersi proprio per lo stesso motivo per cui non si concede le altre cose.
Cordialmente,

Dr. Edoardo Riva
Psicologo, Psicoterapeuta

[#11]
dopo
Utente
Utente
Dottor Santonocito: in realtà non preferisco un piccolo aiuto piuttosto che un aiuto risolutivo. Ho scritto che qui cercavo un piccolo aiuto perché so che non posso ottenere molto di più da un semplice consulto online. Cerco solo un orientamento iniziale e mi piaceva entrare per la prima volta in contatto con degli psicologi professionisti e sapere cosa ne pensavano.
Dottor Riva: probabilmente è come dice lei. L'unica cosa su cui dissento è che appunto non credo che la depressione di mio padre, al di là di un'eventuale eredità genetica, sia stata deleteria nel mio sviluppo puramente psicofisico (per quello sessuale forse sì). Forse lo è stata inconsciamente, ma consciamente non l'ho mai incolpato di nulla ed anzi da piccolo non sapevo neanche bene cos'avesse, me ne sono accorto più in là. L'ho sempre accettato per come era ed è.
Comunque credo sia effettivamente l'ora di rivolgersi ad uno psicologo, e vi ringrazio ancora per le risposte.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Da un punto di vista strategico, i sintomi depressivi sono spesso secondari ad altri problemi. Potrebbe benissimo darsi che lei è un insicuro (ad esempio), socialmente incapace di trarre gratificazione dalle relazioni *e quindi* alla lunga si deprime.

Spesso la depressione è una reazione di rinuncia, di abbandono dei tentativi perché ci si è convinti che non si riuscirà più a risolvere ciò che ci sta così a cuore.

La triste ironia è che questi casi, purtroppo, sono quelli in cui più si avrebbe bisogno di un aiuto esterno, ma oramai si è scoraggiati al punto che non si ha più voglia di cercare neanche quello.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Editarieta' a parte, la depressione va diagnosticata e curata.
Oltre alle amicizie feminili ed il pc, credo che non si possa vive una vita senza una relazione , che sia emozionale o sessuale, comprometterebbe la qualita' della vita.
Si rivolga con fiducia ad uno Psicologo Psicoterapeuta, per diagnosi e terapia