Mi sento lenta rispetto a prima

Salve,
Ho 25 anni e l’anno scorso ho vissuto un anno che non augurerei a nessuno, prima vivevo all’estero ed ero felicemente fidanzata poi per cause di forza maggiore sono dovuta ritornare, al ritorno sono iniziati tutti i guai, piangevo tutti i giorni, il mio lui mi ha lasciato per la distanza e cercavo di fare di tutto per ritornare alla vita di prima. Solitamente sono una tipa molto forte e raramente piango, però per circa 6-7 mesi divenne inevitabile piangere quotidianamente, in ogni caso ciò che mi ha fatto capire che c’era qualcosa che non andava è stato il giorno in cui dovevo sostenere un esame, quel giorno mi sembrava che non ricordassi nulla di nulla, nonostante ho già conseguito una laurea triennale e quindi per me questo sarebbe dovuto essere uno dei tanti esami che avrei dovuto superare senza problemi per di più nella mia materia preferita, quindi capii che c’era qualcosa che non andava in me e mi rivolsi ad uno specialità che mi diagnosticò depressione lieve ed ansia. Da allora prendo una compressa di sereupin al giorno e devo dire che la depressione e la tristezza in generale sono andate via, il mio umore è nettamente migliorato, però a distanza di 8 mesi mi sento molto lenta, prima di capire qualcosa impiego molto più tempo rispetto a prima, ho perso gran parte della mia creatività e perspicacia, sono molto più sbadata e perdo la concentrazione dopo poco, prima mi ritenevo una persona molto intelligente invece ora non mi riconosco più..Questo mi spaventa tantissimo, non passa giorno che faccio qualche azione in cui non noti di essere più lenta rispetto agli altri ed in cui non mi capita di pensare prima non ero così, ovviamente questo stato è frustrante, ora vorrei capire quale sia la causa. Non so se la colpa sia da attribuite a questa sorta di depressione lieve che a distanza di un anno mi ha rallentato o del farmaco che sto prendendo, inoltre vorrei capire se mai ritornerò ad essere come prima.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
le domande sui farmaci e i loro effetti sono di stretta competenza medica, non psicologica.
I sintomi che descrive sembrano compatibili con la diagnosi che avrebbe ricevuto, quanto possa eventualmente influire il farmaco dovrebbe chiederlo allo specialista prescrivente, immagino psichiatra. E' tuttora seguita dallo specialista? Ha chiesto un suo parere in merito?

Non le è stata proposta una psicoterapia da abbinare al trattamento farmacologico?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile utente, d'accordo con la Collega le propongo di farsi aiutare da uno psicoterapeuta per chiarire e comprendere le cause non solo quelle evidenti di questo suo periodo di depressione. . i farmaci non bastano , rimuovono i sintomi ma bisogna essere aiutati a cambiare gli occhiali con cui si guarda il mondo..
e bisogna diventa RESILIENTI, cioè capaci di superare flessibilmente i periodi bui e ritrovare, lo slancio e il coraggio, la speranza e la fantasia che certo ci sono in fondo al suo cuore..
Cosa ne pensa ??

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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dopo
Utente
Utente
Gentili dottoresse vi ringrazio per le vostre risposte.
Sto continuando la cura, lo specialista in questione non mi ha proposto una psicoterapia e la sua risposta in merito a questo mio disagio è stata molto vaga, mi ha detto che non sempre si rende al massimo e che si attraversano varie fasi nella vita. Ovviamente questa risposta non mi ha aiutata, perché in un anno non si può cambiare così tanto, c'è qualcosa che non va e vorrei capire come risolvere questo problema.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Provi a rivolgersi a uno psicoterapeuta per valutare l'opportunità di un percorso psicoterapico che la possa accompagnare ad affrontare in modo efficace i suoi disagi, unitamente al trattamento farmacologico. Chieda magari maggiori spiegazioni sulla cura in atto, sugli effetti dei farmaci se ancora non l'ha fatto.

Se è vero che non sempre si può essere al massimo, è anche vero che quando si vive un disagio sono necessarie risposte chiare in merito al percorso terapeutico, senza nulla togliere al suo curante poiché si tratta di una frase estrapolata da una cornice contestuale che noi non conosciamo nella sua interezza.

Cari auguri