Crisi depressive.

Buongiorno Dottore,
sono un ragazzo di 37 anni, inizio con una breve premessa, essendo quest'ultima la causa dei miei sintomi o disturbi. Sono un piccolo imprenditore che amministro la società che rappresento da 15 anni, purtroppo negli ultimi anni a causa della contrazione economica le cose non sono andate per il meglio e mi sono ritrovato in questi ultimi mesi davanti a cambiamenti che mi fanno molto temere per la stabilità economica raggiunta fino ad oggi, tenendo conto degli impegni economici ancora da assolvere sia nella vita personale che in quella aziendale; dettto ciò vi spiego cosa mi stà accadendo da 2 o 3 settimane, con l'incalzare di eventi molto destabilizzanti per me: durante la notte spesso e volentieri tendo a svegliarmi nel sonno e rimurginando le tante domande e risposte tra me e me, finisco che arriva il mattino senza aver dormito, infatti per questa situazione stò ricorrendo all'uso di compresse di nome "VAGOSTABIL" le quali, forse, ma non sono certo qualche effetto lo stanno dando. Altra cosa che mi succede è che sento il bisogno e l'esigenza di parlare e quindi sfogarmi, con le persone che MI SONO PIU' CARE E PIU' VICINE (e mi riferisco ai miei genitori, le mie sorelle e mia moglie), ma la cosa che più mi assilla e che quando inizio a raccontargli le mie problematiche con il mio lavoro, mi vengono gli occhi lucidi e rossi quasi a voler piangere, e ciò oltre a mettermi in grande imbarazzo mi fà stare ancora più male, mi intomirisco ancora di più a parlare con loro, in quanto da una parte non voglio farli preoccupare e dall'altra temo che per loro io possa diventare una grossa delusione, avendomi sempre visto con una posizione economicamente solida, la stessa che oggi vedo barcollare; non Le nascondo che gli stessi attacchi di pianto mi vengono anche quando rimango solo a pensare, avvolte penso che forse mi farebbe bene sfogarmi con un pianto liberatorio ma non riesco ad arrivare e a lasciarmi andare fino a tal punto, ma io ci stò male uguale; infine mi stà succedendo che nei momenti liberi tendo a privilegiare lo stare insieme sempre con le persone più care a cui accennavo prima, sarà forse che con loro mi sento più protetto a livello inconscio ? . . . non sò !! resta il fatto che nonostante i loro inviti, non stò privelegiando per es. gli incontri con i miei amici, ciò che invece ho sempre fatto, non sarà mica un'inizio di depressione ?? non so nemmeno questo !!
Io con questa "confessione" ho voluto aprirmi il più possibile, forse per metterla nella condizione di darmi le soluzioni migliori per riprendere, con fermezza, in mano la mia vita e continuare a lottare come ho sempre fatto nonostante tutti i miei timori e le mie paure. Sarà il caso di ricorrere ad una cura farmacologica o ad altro . . Le chiedo dottore di dirmi qual'è la mia patologia e qual'è la sua prognosi.
GRAZIE E SALUTI.
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
Gentile "ragazzo",
la crisi economica mondiale ha posto moltissime persone nelle condizioni che lei ci descrive: le certezze vengono meno, tutto ciò su cui ci si sostiene (chi sono, che ruolo ho nella mia famiglia, nella società)sembra vacillare.
Lei si è scontrato con un fatto reale, ma con cui nessuno ha piacere di fare i conti: la preparazione, la buona volontà e l'aver sempre dimostrato di essere all'altezza della situazione, a volte non bastano.

Si è definito "ragazzo" forse perchè questa situazione l'ha fatta tornare indietro nel tempo, senza certezze?

Lei ha 37 anni, una famiglia propria e una posizione lavorativa da ben 15 anni. Io la definirei un uomo. Un uomo che di fronte alle vicende della vita si sente in difficoltà e si rivolge prevalentemente alla famiglia, però ha paura di mostrare le su debolezze.

A me sembra normale come reazione, cercare di più la propria famiglia che non gli amici. E' normale anche che un uomo faccia fatica a mostrare le sue debolezze. Però ha già fatto un notevole passo avanti, si è rivolto a medicitalia, ha chiesto aiuto: da un lato non ce la fa più, dall'altra è disposto a farsi aiutare.

Io le suggerirei di avere più fiducia nella sua famiglia (moglie, genitori)e nelle sue capacità di comprensione, si apra con loro. Però se si dovesse sentire molto bloccato, non tema di rivolgersi ad un professionista: psicologo, psicoterapeuta oppure psichiatra. Valuterete insieme se la cura farmacologica è necessaria nel suo caso.
A volte, in casi come il suo, le difficoltà si risolvono rapidamente, basta aprirsi e sfogarsi. In altri casi è necessario un lavoro più articolato e lungo. Da qui non possiamo saperlo, la cosa migliore sarebbe non aspettare a lungo.


Un caro saluto,

Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

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Dr.ssa Graziella Tornello Psicologo, Psicoterapeuta 217 4 16
Gentile utente,
non ci è possibile formulare diagnosi o relative prognosi on line: non sarebbe corretto, nè professionale.
I disagi cui ci accenna potrebbero far capo anche ad uno stato ansioso quindi le consiglierei di rivolgersi ad uno psicoterapeuta della sua zona che potrà ascoltarla aiutandola a superare questo momento di vulnerabilità.
La invito sin da ora però ad accogliere con benevolenza questa sua parte più fragile perchè sarà proprio accettare di essere vulnerabile che la renderà più forte.
Si ricordi dell'eroe Achille: morì per la presunzione di non avere punti deboli perchè, convinto di essere invincibile, lasciò scoperto il suo tallone.

Dr.ssa Graziella Tornello
Psicologa - Psicoterapeuta individuale, di coppia, di famiglia.
www.psicoterapeutatornello.it

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le utente,
concordo con le osservazioni delle colleghe e aggiungo solo un invito alla riflessione sull'immagine di sé che si è costruito negli anni che dal suo racconto sembra essere basata prevalentemente sulla sua capacità di guadagnare dei soldi e, sembra quasi che se vengono meno questi ultimi lei faccia fatica a riconoscersi come persona che ha un valore in sé a prescindere da tutto.
Se non ha la possibilità di rivolgersi ad un professionista privato può richiedere un colloquio psicologico presso il Consultorio familiare della sua ASL
http://www.asl.bari.it/Servizio.aspx?Organizzazione=400.
Infine per quanto riguarda la terapia farmacologica è importante che abbia uno specialista (psichiatra/neurologo) di fiducia al quale fare riferimento se ha dubbi.
In bocca al lupo

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it