Diagnosi tardiva di endocardite

Gentili dottori mi rivolgo a voi perchè non riesco a darmi pace per la morte di mio padre e vorrei una conferma o meno dei miei sospetti. Mio padre è stato operato in emergenza ad inizio dicembre per dissecazione aorta toracica con sostituzione valvola aortica. Al momento dell'intervento ci è stato detto che sarebbe stato molto difficile e rischioso e che visto che aveva avuto esordio con problemi neurologici non si poteva la recuperabilità dei danni. L'intervento riesce, la degenza in terapia intensiva dura 10 giorni con varie complicazioni renali, polmonari ecc. Alla fine si sveglia, e tutto sembra andare per il meglio. Alla vigilia di natale viene trasferito in terapia semintensiva e ci viene comunicato che subito dopo le festività verrà trasferito in un reparto di riabilitazione. Al momento del trasferimento mio padre non camminava e respirava ancora a fatica, dopo 21 giorni di riabilitazione cardiologica la situazione sembrava migliorare anche se camminava con supporto di deambulatore. Viene così trasferito nel reparto di riabilitazione neurologica e nel giro di una settimana recupera quasi a pieno funzionalità di braccia e gambe, e qui iniziano i problemi. Una domenica mattina si sviene e dopo gli viene febbre con brividi e forte bruciore retrosternale. Vengono controllati ecg ed enzimi per escludere l'infarto e tutto finisce li. Va avanti così per una decina di giorni con pressione bassa, febbre e brividi a giorni alterni fino a che si decidono a dargli antibiotico a largo spettro a fargli emocultura una lastra al torace e una tac e da quella si accorgono che qualcosa non và e decidono di contattare il chirurgo che l'aveva operato. Viene trasferito nel primo ospedale e con un ecocuore transesofageo viene vista l'infezione e programmato un nuovo intervento d'urgenza per sostituire la valvola. Purtroppo i tessuti non hanno tenuto l'intervento non è stato superato. Il mio dubbio è e rimmarrà: se i medici della riabilitazione avessero sospettato prima l'infezione, forse il secondo intervento doveva essere fatto comunque ma avrebbe potuto farcela?
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Dr. Guglielmo Mario Actis Dato Chirurgo toracico, Cardiologo, Cardiochirurgo 555 19 5
La patologia che ha colpito suo padre, la dissecazione aortica, e' molto grave e ha un rischio di morte del 30-40%
Questo rischio purtroppo non si esaurisce al momento in cui il paziente esce vivo dall'intervento ma viene generalmente considerato sino a 30 giorni...
Una infezione della valvola cardiaca e' un evento complicante un intervento cardiochirurgico, in particolare eseguito in emergenza come la dissecaione che risulta spesso fatale. I medici della riabiltazione non hanno alcuna responsabilita' per quanto e' purtroppo accaduto a suo padre come pure i chirurghi che lo hanno operato.
Mi spiace e le faccio le mie condoglianze.

GM Actis Dato
Cardiochirurgo
Ospedale Mauriziano
Umberto I di Torino

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