Tensioni in famigli - suoceri

Cari tutti,

Da 13 anni sposata e ho due bambini che vanno all'asilo. Nel rapporto con i miei suoceri, sin dal fidanzamento, non mi sono mai sentita a mio agio.è come se percepissi di non essere accettata per come ero e per come sono oggi. Ho sempre avvertito questo messaggio subliminale da parte loro: "tu ti dovresti adattare a come siamo noi, se ti comporti di testa tua, sappi che sei diversa e quindi non vai bene".
Con l'arrivo dei nostri figli le cose si sono complicate perché lavorando entrambiabbiamo avuto bisogno del loro aiuto. Ho pensato a pagare una baby sitter ma sarebbe stato un salasso economico e loro l'avrebbero presa come un affronto personale.
Ho sempre vissuto la loro disponibilità come un'invasione. Hanno avuto sempre un atteggiamento saccente, dando a me e mio marito degli incompetente nell'accudimento dei figli. Decidevano loro quando potevano tornare a scuola dopo le malattie e dulcis in fundo non parlavano mai ai bimbi di me in mia assenza, era un continuo martellamento su di loro, su quanto fossero buoni i nonni, quanto fossero bravi a curararli etc etc. il risultato di tutto ciò è che i bimbi fino all'età di 3 anni mi hanno chiesto chi fossi io visto che la loro mamma era la nonna ed erano ossessionati entrambi dai nonni.
in tutto ciò ho sofferto tantissimo e ho cercato un sostegno in mio marito il quale mi ha detto che i bambini facevano così per farmi dispetto e che non dovevo darci peso.
dopo alcuni anni ci siamo allontanati di parecchi km (circa 500) per motivi di lavoro, ma il problema continua perché ci sono le feste e perché loro vengono a fare visita ai bimbi. ultimamente mi sono dovuta assentare da casa per 2settimane X lavoro e sono venuti a casa X aiutare mio marito. hanno dormito da noi dalla domenica al venerdì quando io rientravo e il week end lo hanno trascorso in hotel non avendo noi modo di ospitarli in casa. dopo due settimane di soggiorno da noi sono andati via senza salutare né me e nemmeno i nipoti e questo perché non si sono sentiti coinvolti da me quando rientravo il fine settimana. avrebbero voluto essere invitati a cena o a pranzo e non avendo fatto inviti loro non si sono sentiti graditi e hanno pensato bene di congedarsi così.
Io mi sono infuriata, perché non riesco a tollerare tanta ignoranza da parte loro e l'avvallo di mio marito che mi ha accusato di essere stata poco ospitale nei loro riguardi. nessuno ha pensato però che rientrando i fine settimana da un viaggio di 700Km dopo una settimana di lavoro intenso magari l'invito avrebbero potuto farlo loro. non avrebbero potuto pensare che la mia priorità era stare in famiglia e non coccolare loro?
Che cosa porta la gente a comportarsi in modo così ottuso?perchè vogliono essere sempre al centro dell'attenzione neanche fossimo ai tempi del Pater Familias!Fino a che punto è giusto ingoiare questi rospi e soprattutto che me ne faccio di un marito che non dà mai importanza alla mia posizione ma difende a spada tratta i suoi genitori?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signora,
Da quello che ci scrive si capisce il tipo di conflitto che lega lei ai Suoi suoceri.
Purtroppo non credo sia facilmente fronteggiabile perche' c'e da parte Sua un'esigenza pratica del loro aiuto.
Questo probabilmente alimenta i sentimenti di fastidio che Lei prova e che loro percepiscono, creando un loop di reazioni.
Purtroppo non sembra esserci una soluzione praticabile.
Forse consapevolizzare le tematiche che La urtano potrebbe essere un modo per tenerle sotto controllo.
E' un compito che Lei dovrebbe svolgere in un contesto psicoterapeutico, perche' da sola non credo sia possibile.
Esistono probabilmente gelosie, rivendicazioni che lavorano a un livello diverso da quello consapevole e quindi risultano potentissime e subdole.
Ci pensi un po' cara Signora!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottoressa,
grazie per la considerazione. Mi permetta di dissentire da quando dice "c'e da parte Sua un'esigenza pratica del loro aiuto". io non ho bisogno del loro aiuto, mio marito ne ha bisogno ed è per questo che loro sono stati chiamati a stare a casa nostra. In realtà avremmo potuto evitare di farli venire se lui avesse accettato l'aiuto di mia madre che abita a 50 Km da noi e che sarebbe stata con i bambini quelle due volte a settimana necessarie e per il resto se la sarebbe potuta benissimo gestire da solo come avrei fatto anche io visto e considerato che lui lavora mezza giornata.
Quindi è la sua necessità di non trovarsi da solo che mi ha in qualche modo costretto ad accettare che i suoi venissero e che si trattenessero a lungo, considerato che abito a centinaia di Km di distanza non poteva essere altrimenti.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signora,
Da questa precisazione comprendo che il problema e' ancora piu' vasto di quello che pensassi.
Forse se provasse a "contrattare" la questione con Suo marito questo potrebbe aprire degli spazi di riflessione comune.
Come mai Suo marito e' cosi' "dipendente" dai genitori? E' unico figlio?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Credo che non sarebbe improprio parlare di collusione da parte sua. Nel senso che se suo marito ha delle richieste (o esigenze), non sta scritto da nessuna parte che lei debba per forza sottostarvi.

Di solito quando ci si lamenta di come gli altri ci trattano, è perché non ci siamo presi la briga di insegnare loro come vogliamo essere trattati. Sia che si tratti dei suoceri, del marito, dei figli o chiunque altro.

Perciò il suggerimento in generale potrebbe essere: abbandoni i tentativi di capire cosa porta la gente a comportarsi in modo ottuso, e si concentri di più su ciò che realmente vuole lei.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Non è figlio unico ha un fratello. È ancora molto figlio pur avendo superato i 40. Nei riguardi dei suoi si comporta e si fa trattare in modo infantile per cui si fa strillare e non fa valere le sue posizioni.
Certo non sta scritto da nessuna parte che io debbo sottostare alle richieste altrui. Premesso questo non vedo grandi vie d uscita perché se io non voglio accettare questo modo di fare mentre a mio marito sta bene così resta che ognuno se ne vada x la propria strada.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signora,
Questa frase di chiusura della Sua replica apre ulteriori scenari da analizzare.
Come va il rapporto fra Lei e Suo marito?
Deve essere difficile un menage familiare così congeniato..
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> È ancora molto figlio pur avendo superato i 40
>>>

Così sembra, in effetti.

>>> non vedo grandi vie d uscita perché se io non voglio accettare questo modo di fare mentre a mio marito sta bene così resta che ognuno se ne vada x la propria strada
>>>

Potrebbe essere una considerazione reale. Oppure, potrebbe essere una considerazione che nasce dalla sua attuale incapacità di vedere vie di uscita alternative.

Tenga presente che le persone spesso sembrano ottuse e resistenti, ma altrettanto spesso, se sottoposte agli stimoli opportuni e quando possono percepire la personalità di chi sta loro di fronte, cambiano idea e soprattutto modo di comportarsi.

Questo vale anche per lei: spazio per cambiare in generale ce n'è molto, purché si sia disposti a rendersene conto. Per questo potrebbe beneficiare dell'aiuto di un collega psicologo, di persona.
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Utente
Utente
Al di là di questo spiacevole episodio non è x niente soddisfacente. A livello personale avverto che le mie esigenze e ciò che x me è importante come ad esempio essere amata dai miei figli x lui sono x lo più delle paturniè che potrei risparmiarmi a favore di un vivere sereno. In altre parole se non vedessi le cose dal mio punto di vista e se non sentissi quello che mi arriva potrei vivere e far vivere meglio me è gli altri. Questo a mio a viso si chiama annullamento. Partire dal presupposto che la mia idea è sbagliata è come chiedermi di scomparire. Quindi io vado bene da soprammobile? E perché l'idea di mio marito e dei suoi genitori invece dovrebbe essere quella giusta? ??
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Utente
Utente
Dr santonocito, i miei suoceri hanno questo atteggiamento di supponenza anche con altri interlocutori, ovvero partono dal presupposto che loro sono ok e gli altri... diversi. Stando così le cose l'opera di recupero presuppone delle doti che ahimè temo di non possedere. Inoltre trattandosi di un rapporto stretto le implicazioni sono maggiori e più complesse rispetto a un rapporto con un cliente di lavoro sgradito e comunque una persona che ha rapporti più limitati con me e di sicuro che non frequenta i miei figli!!!
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signora,
purtroppo non sempre i figli si emancipano rispetto ai genitori.
E' una situazione che viene sostenuta dai genitori che cosi' si assicurano il POSSESSO dei figli. E se i figli non riescono a RIBELLARSi le cose non migliorano.
E' una condizione sulla quale temo che Lei non abbia potere, e forse neanche Suo marito. Avrebbe dovuto sentire in se' il rifiuto e attivarsi per tempo. Se non e' riuscito a farlo indica che il legame fra loro e' davvero simbiotico.
Faccia molta attenzione ai Suoi figli perche' se lo stile relazionale della famiglia di Suo marito e di Suo marito e' questo potrebbe riprodursi nella generazione successiva.
Mi sembra una condizione da monitorare con cura e costanza!
Lei sembra comunque molto assertiva e forse il Suo esempio sara' anch'esso riprodotto!
Coraggio!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> trattandosi di un rapporto stretto le implicazioni sono maggiori e più complesse rispetto a un rapporto con un cliente di lavoro sgradito e comunque una persona che ha rapporti più limitati con me e di sicuro che non frequenta i miei figli!!!
>>>

Sta di fatto che certe libertà la gente se le prende più in famiglia che con "clienti" ed estranei. La barbarie inizia a casa, come qualcuno ha detto. E se lei è davvero così preoccupata dell'idea che i suoi figli si vanno formando di lei, farebbe bene a tenerlo presente.

>>> l'opera di recupero presuppone delle doti che ahimè temo di non possedere
>>>

Se ne è davvero convinta, allora decade automaticamente qualsiasi possibilità di aiuto da parte dello psicologo. Stando così le cose, come mai ci avrebbe interpellato?
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dopo
Utente
Utente
Vi ho contattato x un confronto diversamente se avessi avuto tutte le risposte in tasca non sarei qui a scrivere. Se come scrive la dr.sia Esposito non posso avere potere sull'emancipazione di mio marito...non mi resta che alzare le mani. È un vicolo cieco
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Mi perdoni per il modo diretto con cui le sto dicendo queste cose, ma per carattere e per scelta sono più orientato a risolvere che a soffermarmi troppo sulle spiegazioni.

Il confronto va più che bene, ma qualunque aiuto psicologico non può prescindere dalla disponibilità della persona che necessita aiuto a cambiare. Per cambiare il mondo si procede più velocemente cambiando prima se stessi. Ma se lei è arresa in partenza, a cosa serve lamentarsi o sfogarsi?

A volte c'è bisogno anche di questo, di parlare con qualcuno dei propri problemi. E se questo qualcuno è abituato per lavoro ad ascoltare, ancora meglio. Ma la fase successiva è cercare i "come" e non restare solo sui "perché". Altrimenti il semplice sfogo la fa stare meglio sul momento, ma all'occasione successiva di scontro con i suoi familiari, se non sa cosa fare, il problema si ripresenterà tale e quale.

Se non le è chiaro qualcosa o se c'è qualcosa che ritiene non abbia capito io, dica pure.

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Utente
Utente
Ci mancherebbe, ripeto sono qui x un confronto e quindi x capire, nei limiti di uno scambio di messaggi, che strade posso intraprendere oltre alla rottura. Lei mi parla di cambiamento, in che termini più esattamente?