Crisi dei trent'anni

Buonasera.

Come da titolo, sono in crisi. Ho compiuto da poco trent'anni e davvero non avrei voluto. Mi sento indietro nella vita, non sto vivendo e non ho vissuto questi trent'anni della mia vita. Non ho fatto grandi esperienze, non ho viaggiato molto, non ho molti amici e per questo mi ritrovo spesso a casa. Ultimamente sto facendo una vita da eremita, non esco mai, studio ancora ma con molte difficoltà. Non vado in vacanza da dieci anni e la mia vita si svolge soprattutto a casa.

Per tre anni sono stata in un monolocale, poi sono tornata a casa perché le spese erano aumentate. Ora è un anno che sono tornata a casa.

Come dicevo, non vado in vacanza da dieci anni, da dieci anni non faccio nulla che non sia legato all'università o ad altri impegni, nulla che sia svago, divertimento. Propongo a quei pochi amici vacanze anche a basso costo e di pochi giorni perché io sento il bisogno fortissimo di cambiare aria, ma nulla. Quindi mi deprimo perché penso che non vogliano, loro hanno la loro vita, conoscono altre persone, vanno il week end al mare e si rilassano, quindi non capiscono. Quindi succede che mi sento frustrata, perché andare in vacanza da sola non me la sento, vorrei condividerla con qualcuno, ma è triste che nessuno voglia la stessa cosa.

E intanto gli anni passano, non sono fidanzata, non ho ancora una laurea, sono fuori corso in medicina, e sono chiusa in casa. Le persone procedono, fanno passi in avanti, io no. Chi si sposa, chi ha bambini, chi si fidanza, chi si rifidanza perché non è abituato a stare solo, amici che si fidanzano tra loro e gruppi di amici che si dissolvono perché tutti fidanzati. E poi ci sono io, la scema del villaggio. Che non esce, non va nessuna parte, non fa nulla di nulla, e a trent'anni.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve a lei,

immagino che quello che sta vivendo sia difficile, sentire un senso di isolamento e di insoddisfazione è un'esperienza di malessere che può essere molto dolorosa.

Mi sembra di rintracciare in lei anche un senso di sconfitta, poiché dice di essere "indietro" rispetto agli altri, che invece riescono ad affermarsi e a realizzare i loro progetti di vita, o quantomeno a lei sembra così.

Potenzialmente coerente con questo vissuto, ho trovato cruciale quando si è definita la "scema del villaggio", un vissuto terribile, che sembra delineare un senso di esclusione, che mi ha fatto porre una domanda, se cioè sente di non essere interessante agli occhi degli altri.

Sento importante la sua intenzione di scriverci, anzi il fatto che l'ha realizzata. Evidentemente è forte in lei una motivazione a guardarsi dentro per cambiare le cose e, in fondo, trent'anni è un'età in cui molte cose possono ancora accadere, nonostante le difficoltà.

In proposito vorrei dirle che il desiderio di mettersi in gioco è indice di coraggio, e penso sia importante che lei possa riconoscerselo. La crisi è il segno di un disagio, tuttavia rappresenta anche l'occasione per rivoluzionare la propria vita e cambiarla.

A proposito dell'età, mi ha colpito il titolo del consulto: "Crisi dei trent'anni", e mi sono chiesto come mai avesse scelto di circoscriverla a questa età. Se ha voglia di parlarne un momento, prima dei trent'anni le cose erano diverse, si sentiva meno chiusa in se stessa e viveva un senso di appartenenza positivo? O forse intendeva suggerire che oggi, a trent'anni, sta mettendo in crisi la sua vita intera?

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signorina,
Lei sta studiando Medicina. E non mi sembra che sia una cosa da poco! E' un grosso impegno se lo si svolge seriamente. E richiede anche una personalita' seria. Se si vuole diventare davvero una dottoressa professionale!

Questo discorsetto come cappello al resto del consulto.
Lei si lamenta di non avere mai fatto una vacanza. Ha senz'altro ragione. Ma fare una vacanza davvero soddisfacente non e' una cosa facile! Spesso esistono e sopravvivono *amicizie* finalizzate solo alle vacanze. Perche` non e` un problema solo Suo!
Chi si adatta puo' scegliere dei Villaggi o dei Tour dove si puo` andare da soli, perche` il viaggio e` l`obiettivo e non la compagnia! Ci aveva pensato? Esistono posti stupendi al mondo. Basta prendere un mappamondo, e scegliere!

Che ne dice? Ce la potrebbe fare? A prendere un mappamondo, puntare un dito, e decidere?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Vi ringrazio innanzitutto per l'ascolto!

Per rispondere al Dr. De Sanctis :
la verità è che io mi sento una persona interessante, non mi sento una persona vuota, priva di contenuti, ma non mi sento probabilmente, apprezzata.

La scelta del titolo dipende dal fatto che, raggiungere i trent'anni, ha portato inevitabilmente ad uno sguardo degli anni passati. I trenta sono il segno del tempo che passa, si è più adulti, in genere a quest'età si accumulano una serie di esperienze. L'ho sottolineato soprattutto perché l'80% delle persone che conosco si stanno sposando e una buona parte delle mie amiche sono in attesa di un bambino. Ecco. Io non ho questo grande istinto materno, così come non aspiro a diventare una sposa di bianco vestita con mille ospiti e celebrazioni varie. Non è questo che mi fa sentire meno di loro. Ma il fatto che riescano a vivere, a fare cose belle, a procedere, ad evolversi. Perché bisogna andare avanti nella vita e negli ultimi dieci anni non ho fatto nulla per cambiarla.
[#4]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Dr.ssa Esposito, non avrei nemmeno bisogno di prendere il mappamondo, perché so benissimo dove vorrei andare. Ci sono tre luoghi che sogno.

Mi piacerebbe condividere l'esperienza con qualcuno. Potrei anche prenotare un viaggio organizzato e partire per la Cina, sarebbe di certo un'esperienza incredibile. Ma la condivisione con un amico, per un viaggio che per me rappresenta veramente molto, non lo so. Avevo già dato un'occhiata ai diversi tour e sarebbe bellissimo; forse non mi sento così pronta per farlo da sola.

Sarebbe come passare da un estremo ad un altro. Preferisco sempre la compagnia nei viaggi più lunghi ... e mi rendo conto che anche questo è un attaccamento alle persone che denota forte insicurezza. Ci penserò!
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Sento importanti le sue riflessioni, i trent'anni e lo "sguardo degli anni passati", come se stesse facendo un bilancio.

A me sembra cruciale nel nostro discorso la complessità dei vissuti emotivi di cui stiamo parlando, in particolar modo la sua impressione di non essere apprezzata assieme a un vissuto di insoddisfazione e di solitudine. Chissà come mai è successo questo nella sua vita, sono vissuti che hanno un valore e un loro senso fondamentale, che deve essere approfondito in una sede idonea, con il tempo necessario e un ascolto attento.

Ho trovato significativo quando ha detto che non ha "vissuto questi trent'anni della sua vita". So quanto possa essere difficile, e le sue parole sembrano testimoniare che possano esserci delle ferite che hanno radici antiche e possono riguardare il suo passato.

Se deciderà di prendersene cura, a mio parere questo passato sarà importante da pensare e riattraversare. Riguarda la sua storia, ma potremmo dire anche il suo presente.

Quando afferma che non ha vissuto questi trent'anni della sua vita, sta segnando una linea temporale che sembra ferma, come se il suo passato fosse ingombrante e sempre presente, in una dimensione in cui potrebbero mancare il futuro e la possibilità di progettare la sua vita, essendo se stessa.

Trent'anni sono il segno del tempo che passa, e ognuno di noi ha la sua storia. Ma proprio questo sguardo indietro può darle oggi l'occasione di rifondare se stessa e "rinascere" a trent'anni, e così dare anche uno sguardo in avanti.

Siamo abituati a una linearità della vita, che va per cicli e tappe acquisite. In parte questo è vero per alcune ragioni, ma in parte siamo in un divenire indefinito, in cui possiamo ricreare noi stessi e ricominciare da capo.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis