Separazione e dipendenza affettiva

Ho 42 anni quasi, sto con mio marito da 18 anni e abbiamo un figlio di 13 anni.
Mi sono sposata giovane, con il grande desiderio di andarmene via di casa, dove vivevo un costante senso di oppressione, e certa che mio marito sarebbe stato il mio compagno ideale per il resto della vita, pur sentendo che l'amore che provavo non era forse quello necessario per passare una vita insieme.
Mia mamma diceva sempre che dovevo scegliere un uomo in gamba, perchè l'amore sarebbe passato e si sarebbe trasformato in affetto, era quindi necessario scegliere più cinicamente e meno emotivamente, scegliere un uomo che mi avrebbe rispettata.
Il mio matrimonio però, dopo la nascita del figlio, è stato tutto tranne che felice. Ci sono state tutta una serie di incomprensioni che ci hanno nel tempo allontanati. Ma dopo un periodo costellato da litigi e scontri molto accessi, negli ultimi anni c'era una sorta di rassegnazione, nessuna lite, nessun dialogo, nessun progetto, e al massimo due rapporti intimi all'anno.
Io tre anni fa ho iniziato a fare terapia, dopo aver incontrato un uomo che speravo mi potesse portare via da tutto questo... Ma non è andata e sono crollata. Dipendenza affettiva. Questa la diagnosi.
Sono passati tre anni da allora, la mia vita coniugale è andata avanti con una calma apparente quasi invidiabile, ma io mi distruggevo dentro. A novembre avviene un episodio che mi porta ad allontanarmi ancora di più da mio marito, mio figlio subisce un atto di bullismo a scuola e mio marito non è stato nè capace di difenderlo nè capace di stargli accanto. bambinate per lui, ma mio fiiglio non mangiava più, non dormiva e per mesi è stato chiuso in un mutismo impressionante.
A dicembre incontro un uomo, penso di innamorarmene subito. Tutto troppo veloce, ma dopo anni di assopimento emotivo e fisico, mi risento viva, sento di avere ancora una speranza nella mia vita.Ripongo su di lui tutte le speranze di un futuro diverso.
Dico a mio marito che voglio separarmi. Lui cade dalle nuvole, Per lui il nostro rapporto era perfetto, non si era accorto di niente.
Iniziamo una terapia di coppia, che è tutt'ora in corso. Mio marito è solo, è disperato, ed io vivo il tutto con dei sensi di colpa enormi. Mi sento come la mamma che sta abbandonando il proprio figlio... eppure questi anni di matrimonio così fallimentari non li ho solo immaginati, ma quando lo vedo soffrire vorrei proteggerlo... Mi devasta la sua sofferenza. L'altro uomo c'è ancora, ma col tempo mi sono resa conto che non è l'uomo della mia vita. Eppure non riesco a fare a meno di lui. E' la mia boccata d'ossigeno al di fuori di queste mura... E' da lui che corro ogni volta che posso, e sento di uscire dall'apnea nella quale mi trovo. Respiro.
Ma non riesco nemmeno a mettere la parola fine al mio matrimonio. Quando immagino mio marito che va via mi vengono grandissime crisi di angoscia. La psicologa dice che sono crisi da paura, perchè sono una dipendente affettiva e ho il terrore di non avere più nessuno che si occupi di me e questo mi crea angoscia. Nel frattempo continuo a perdere peso e sono in cura con antidepressivi.
La psicologa di coppia invece sostiene che forse, dietro a tutta la mia rabbia nei confronti di mio marito, ci sia ancora amore... Io non riesco ad immaginare la mia vita con lui, ma nemmeno senza. Io non ci capisco più niente. In tre anni di terapia la mia dipendenza affettiva non è migliorata, io sono angosciata, e non so minimamente che direzione dare alla mia vita
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Dr. Gabriele Vittorio Di Maio Cucitro Psicologo, Psicoterapeuta 43 2
Gentile Utente,
la sua storia è effettivamente piena di elementi importanti. La relazione che vive con suo marito ed il relativo stato emotivo dicono tanto sulle sue dinamiche personali e relazionali di entrambi, nonché sui vostri bisogni.
Lei dice che state seguendo una terapia di coppia; non è soddisfatta di come sta andando?
E contemporaneamente è seguita anche individualmente da un'altra psicologa? Questo passaggio non mi è chiaro, come è poco chiara anche la richiesta che porta.

Cordialità

Dr. Gabriele Vittorio Di Maio Cucitro - Psicologo Psicoterapeuta
www.gabrieledimaio.com

[#2]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Gentile utente,

capisco poco. Mi aiuti.
Sta facendo terapia individuale.
Sta facendo terapia di coppia.
Contemporaneamente va a letto con l'altro.

Ci dice:
"Io non ci capisco più niente. In tre anni di terapia la mia dipendenza affettiva non è migliorata"..

Chi tra i vari Specialisti La aiuta a mettere ordine?

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#3]
dopo
Attivo dal 2007 al 2017
Ex utente
Buongiorno,
segue terapia individuale da tre anni. La psicologa che mi segue all'epoca mi disse che non ero ancora emotivamente pronta a lasciare mio marito, che la mia dipendenza affettiva era troppo forte e che i sensi di colpa che avrei provato mi avrebbero uccisa. io ero d'accordo e in questi tre anni abbiamo cercato di lavorare sulla mia indipendenza. Evidentemente con scarsi risultati.
Quando ho conosciuto quest'altro uomo, con cui non vado semplicemente a letto, ma verso il quale ho provato subito un grande trasporto, con mio marito c'era stata una forte rottura a causa dell'episodio avvenuto a mio figlio.
Dopo anni di anaffettività, di niente, di anestesia emotiva, io mi sono attaccata a quest'uomo come se potesse essere la soluzione a tutti i miei problemi, il principe azzurro venuto finalmente a salvarmi... Ma dopo poco lui mi ha lasciata, dicendo che non se la sentiva a portare avanti una storia così complicata. Siamo tornati insieme subito dopo, ma ovviamente non riesco più a caricare questa storia di aspettative per il futuro...
Nel frattempo è iniziata la terapia di coppia che, secondo la mia psicologa, doveva servire più che altro per un supporto a mio marito al quale, nonostante anni di silenzi e senza intimità, sembra sia crollato il mondo addosso.
La terapista di coppia vede in me ancora dell'amore nei confronti di mio marito. Io non lo sento, ma sento un affetto immenso, sono devastata dai sensi di colpa e nello stesso tempo dalla paura di perderlo, nonostante senta di non amarlo.
Secondo la mia psicologa è solo l'incapacità di prendermi cura di me stessa che tiene legata a lui che mi manda nell'angoscia più completa quando immagino la fine del matrimonio.
Io non so che direzione prendere. Sto anche pensando che se, dopo tre anni, non riesco a superare questa dipendenza affettiva, probabilmente dovrei cambiare terapista... E non riesco a capire la differenza tra amore, legame, senso di colpa, paura di rimanere sola. Possibile che sia la dipendenza affettiva a offuscarmi tutto in questo modo?

Il bullismo comprende una serie di comportamenti violenti intenzionali di tipo fisico o verbale ripetuti nel tempo nei confronti di una determinata persona. Si può manifestare anche in modo virtuale online e sui social network (cyberbullismo).

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