Cistectomia radicale

Gentili Dottori che collaborate con questo utilissimo sito:
Vi sarei grato se mi concedeste un paio di minuti del vostro prezioso tempo per suggerirmi il trattamento più idoneo per il tumore che ha colpito mia madre, di 76 anni
Trattasi di carcinoma uroteliale solido, grado II-III sec.AFIP (alto grado secondo WHO) infiltrante la tonaca muscolare propria.
Ho bisogno di avere un secondo parere rispetto al trattamento proposto attualmente dall'equipe di urologia che l'ha in cura, trattamento che mi sembra drastico ed estremamente invalidante; loro propongono come unica soluzione la cistectomia radicale RARC + LAD + condotto ileale.
Vorrei sapere se esiste davvero una alternativa terapeutica per conservare la vescica e nello stesso tempo evitare le recidive della neoplasia, altrimenti ci rassegneremo all'intervento demolitivo proposto, con tutte le conseguenze funzionali e psicologiche del caso.
La malattia ha iniziato a dare i primi chiari sintomi (sangue nelle urine) alla fine del 2015. La diagnosi iniziale fu di carcinoma non infiltrante
Dopo una citoscopia durante la quale è stato rimosso il tumore, la paziente è stata sottoposta a 2 cicli di terapie BCG iniziati nel novembre 2016, infine altre due citoscopie; la malattia sembrava in regressione; poi all'improvviso, l'ultimo esito è stato quello che ho sopra menzionato.
A mio modesto parere di laico, ritengo che il tumore sia stato favorito dal forte stato depressivo che ha colpito mia madre negli ultimi mesi; ciò ha forse prodotto un abbassamento importante delle difese immunitarie che ha avuto come concausa la ripresa della malattia neoplastica, altrimenti non riesco a spiegarmi come sia possibile, visto che la terapia sembrava avere la meglio.
Ultimamente è in trattamento con antidepressivo (paroxetina) ha avuto subito una risposta positiva: ha ripreso a dormire serenamente e anche ad alimentarsi correttamente (prima era quasi anoressica); urina e va di corpo regolarmente; non presenta più frequenti episodi diarroici che prima manifestava. Alla luce di tutto ciò vorrei fosse valutata l'opportunità di provare una eventuale terapia sostitutiva dell'intervento in oggetto, sempre che sia possibile.
Pur avendo grande fiducia nella professionalità e nell'operato dei medici che la seguono, e conscio che tale intervento è la prassi nei casi di carcinomi recidivi e infiltranti, non posso fare a meno di chiedere un secondo parere sul trattamento proposto,
Il mio desiderio principale rimane quello di salvare la vita di mia madre ovviamente, ma nello stesso tempo vorrei che si potesse anche salvaguardare la qualità della sua esistenza, prima di procedere ad un intervento demolitivo che, per quanto i moderni ausili possano alleviare, rimane pur sempre una menomazione invalidante.
Vi chiedo perciò di farmi sapere se esiste questa possibilità alternativa alla chirurgia proposta
Ringrazio di cuore chi vorrà rispondermi.
Cordialmente
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
L'unica alternativa ipotizzabile in via teorica è la radioterapia, esterna, verosimilmente in grado di controllare situazioni tumorali invasive ma di limitata entità. La radioterapia ha però dei ben noti effetti collaterali piuttosto frequenti e, seppur raramente, tanto gravi da renderla ben poco amata dagli urologi. Come tutto in medicina, si tratta però di addivenire ad un compromesso tra i pro- ed i contro di tutte le possibilità terapeutiche. Sentire il parere di un radioterapista è comunque legittimo in questa non facile fase decisionale.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie dottore, mi interessa molto questa alternativa da lei suggerita; ora dovrò convincere mia madre a sentire un radioterapista. Lei pur essendo amareggiata, vorrebbe fare l'intervento perché è stufa di terapie e preferisce la scelta più radicale, temo però che non abbia compreso bene cosa significa convivere con una stomia per il resto dei suoi giorni, e anche il decorso post operatorio, da quanto ho capito, è lungo e problematico. Ma secondo lei questo carcinoma (che al momento è stato rimosso) è destinato comunque ad avere delle recidive? per cui non facendo nulla, facilmente si ripresenterà? e in questi casi la cistectomia radicale eseguita con il robot Da Vinci è effettivamente la prassi? Grazie
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
Quando il tumore ha invaso lo strato muscolare della vescica (stadio T2a e superiori), le indicazioni vertono sempre sul trattamento radicale, chirurgico o radioterapico. Il controllo oncologico può essere simile, diversi invece gli effetti collaterali, sui quali è necessario fare un attento bilancio, come già abbiamo detto. L'urologo è chirurgo di formazione e certamente troverà sempre migliori argomentazioni a favore dell'intervento. Giusto però che il pazienti valuti anche le alternative (se proponibili) e poi decida in tutta serenità. La cistectomia robotica è l'ultima frontiera della chirurgia urologica,, attuamente praticata solo in pochi centri e da pochi specialisti. Certamente è un modo per rendere meno invasivo un grosso intervento e forse semplificare un po' la prima fase post-operatoria. Vantaggi e svantaggi a medio e lungo termine sono però poco diversi dalla chirurgia tradizionale.