Mio cugino ha bisogno di uno psicologo?

Salve, sono un ragazzo di 21 anni e scrivo per parlarvi di mio cugino che ha quasi 18 anni. È un ragazzo bravissimo tuttavia ha dei problemi da un bel po di tempo e ha voluto confidarsi con me: dice che da circa 6 anni ha questi "attacchi di panico" ( almeno secondo lui sono quelli) che li impediscono di uscire in luoghi affollati, o in luoghi chiusi ( infatti dice che quando è lì ha voglia di scappare, avendo la sensazione di dimenticarsi dov'è. Sente la sua voce e quelle di altri in maniera rauca e inizia a sudare). Ora ha anche la tachicardia ( ha fatto tutti gli esami e non ha alcun problema ne strutturale ne altro) è una sorta di fame d'aria ( ma che passa quando pensa ad altro). Mi ha detto anche che prima ( all'inizio quindi) credeva che fosse malato di tumore al cervello ma che con il passare del tempo la cosa è andata a scemare.

Tuttavia lui non ha mai parlato dei genitori di questo problema per molteplici motivi: i miei zii sono fantastici ma sono un po' "bigotti": infatti secondo loro mio cugino ha bisogno di andare da uno psichiatra perché: non gli piace il mare ma preferisce la tranquillità della campagna, non ama il motorino ma ama la macchina e perché passa gran parte del suo tempo a studiare e leggere ( lui vorrebbe fare medicina) mentre secondo loro deve uscire e tornare tardi a casa ( lo accusano anche di questo: che esce poco e quando esce torna presto). Tutto questo non fa altro che, secondo me correggetemi se sbaglio, a far sentire inutile e schifo mio cugino, facendolo passare per un malato anormale. Mio cugino, inoltre è stato da diversi psicologi del nostro paese ( 2) e hanno detto che ha bisogno di un neurologo o che la terapia sarebbe stata troppo lunga. Chiedo aiuto e consiglio voi. Si sta "rovinando" secondo me la vita così

P.S : mio cugino è molto ansioso
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

non ho ben capito la situazione che descrive, se non che suo cugino soffre presumibilmente di un disturbo d'ansia e ha quindi bisogno di una terapia.

Se i suoi zii hanno gli detto che deve andare da uno psichiatra significa che sono al corrente della situazione, quindi ne ha parlato con loro e non si trova nella situazione di non poter dire niente in casa. Giusto?
E' comprensibile che, se si tratta di persone che non hanno mai avuto esperienze di ansia eccessiva in prima persona oppure osservando altri nel proprio ambiente, gli rispondano così e non siano in grado di comprenderlo fino in fondo.

Riguardo agli psicologi che ha interpellato, come ha potuto farlo se è minorenne?
Occorre infatti il consenso dei genitori per ricevere un paziente non ancora maggiorenne.
Si è quindi rivolto a loro con il consenso dei genitori?

Non mi è chiara nemmeno la risposta che gli avrebbero dato, consigliando il ricorso ad un neurologo (quando lo specialista indicato è lo psichiatra), e il rifiuto a prenderlo in carico perché la terapia sarebbe troppo lunga - cosa che fra l'altro non è prevedibile in nessun caso.
Oltre a questo parliamo di un paziente giovanissimo che soffre presumibilmente d'ansia, quindi non è comprensibile nè credibile che gli sia stato rifiutato di iniziare un percorso.

Probabilmente suo cugino le ha raccontato una verità parziale: ciò che è vero è che sta male e che ha cercato aiuto senza trovarlo, ma sul resto del racconto avrei qualche dubbio.
Si faccia spiegare nuovamente la situazione chiarendo i punti poco chiari.
Ovviamente ha bisogno di essere seguito da qualcuno e, se lei intende supportarlo, deve prima chiarire bene il quadro e poi parlarne con i suoi zii, facendo capire loro che il figlio ha diritto di ricevere l'aiuto che sta cercando.

Un caro saluto,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Grazie dottoressa per la sua risposta. Provo a chiarirle qualche punto dove non sono stato chiaro. Mio cugino, insieme ai miei zii si sono recati da due psicologi ( presenti nel nostro paesino) per i motivi che le ho detto precedente ( e non quelli che poi ha raccontato agli psicologi) e hanno detto che, secondo loro, più che parlare e cercare di trovare una soluzione, ha bisogno di qualche farmaco ansiolitico ( di bassa dose) e che era inutile, a detta loro, iniziare un percorso

La cosa che volevo chiederle è: perché i miei zii pensano che abbia bisogno di qualcuno solo perché non ama il mare, bere o tornare alle 4 a casa? Non riesco a darmi una risposta
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Probabilmente hanno in mente uno stereotipo di 17enne al quale suo cugino non aderisce e questo li porta a pensare di avere un figlio "strano" o diverso dagli altri, cosa che può non far piacere ai genitori.

Mi sembra in ogni caso strano che due psicologi gli abbiano detto che non vale la pena di effettuare una psicoterapia, visto che è un ragazzo molto giovane e non soffre (se ho capito bene) di un grave disturbo.
E' sicuro che non si trattasse di due medici psichiatri?
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dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Salve dottoressa e grazie ancora per la sua disponibilità: allora i due non erano psicologi ma psichiatri ( mi sono confuso io nello scrivere). Secondo lei, è qualcosa che, se fatto un percorso terapeutico, portarlo ad una "guarigione"? Lui ha voglia di " essere normale", di uscire senza pensare ad eventuali problemi che può avere.

SI hanno un altro stereotipo di ragazzo di 17 anni ma non è un male pensare così? Un genitore deve sostenere il figlio e non " insultarlo" in questa maniera. Tutto questo non comporta solo qualcosa di negativo?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Se erano due psichiatri mi risulta più comprensibile il loro responso, che non condivido.
Partono da un'ottica probabilmente centrata sul farmaco e quindi non c'è da meravigliarsi che abbiano escluso il ricorso ad uno psicologo - cosa che invece sarebbe molto opportuna perchè potrebbe aiutare il ragazzo a risolvere il problema, invece di "metterlo a tacere" con un ansiolitico.

Concordo con lei sul fatto che i genitori dovrebbero superare le aspettative che hanno sui propri figli e accettarli per quello che sono, ma è possibile che i suoi zii diano molto valore al fatto che il loro ragazzo risulti "normale" agli occhi di tutti gli altri: non uscendo quanto i coetanei e non avendo gli stessi loro gusti forse temono che possa apparire diverso, facendoli sentire in imbarazzo.
Tutto questo è sbagliato, ma può essere difficile da capire per un genitore che vorrebbe solo avere un figlio come "tutti gli altri", anche se questo significherebbe vederlo tornare all'alba e magari ubriaco.
Paradossalmente qualcuno preferisce un figlio così, se non risulta diverso dagli altri, piuttosto che un ragazzo più tranquillo e con proprie preferenze, non mutuate dal "gregge"...
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dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Infatti non lo condivido nemmeno io e tra l'altro non è opportuno, credo, a quell'età di assumere ansiolitici.

Quindi, dottoressa, cosa dovrebbe fare mio cugino? Dovrebbe rivolgersi ad un psicologo? Nella mia famiglia vi è una ragazza laureata in neuropsichiatria infantile. Può aiutare?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Sì, sarebbe opportuno farlo seguire da uno psicologo.

Questi dev'essere una persona estranea alla famiglia, perciò la neuropsichiatra infantile che è vostra parente (oltre ad essere un medico e non uno psicologo) non può occuparsene.