Rassegnazione e paura per il futuro

Salve,
scrivo per cercare qualche consiglio e per dare sfogo alla mia situazione. Ho 31 anni e vivo una situazione un po' difficile. Mi sono laureata quattro anni fa e sono in cerca continua di lavoro ma raccolgo sempre delusioni perché incontro sempre gente poco seria che mi sfrutta e mi prende in giro. Sono una persona che non sa stare senza fare niente ma il mio impegno, tranne che in occasioni più uniche che rare, non porta mai a nulla. Sono circondata da pochi amici, ma non di amici veri, diciamo amici buoni giusto per andare a prendere un caffè. Vivo in un paese arretrato che non offre molte possibilità né lavorative né di svago. A casa mia (vivo ancora con i miei e passo molto tempo a casa purtroppo) la situazione è difficile.Mia sorella vive all'estero e conduce la sua vita. I miei genitori non vanno d'accordo (mia madre è spesso depressa e mio padre è un narcisista) e trovano in me spesso un punto di riferimento (sono una persona molto altruista, cerco di fare il massimo per loro e quando soffrono sto male). Spesso sono io che do a loro la forza per andare avanti. Per fortuna sono fidanzata e il prossimo anno, se tutto va bene, io e il mio ragazzo ci sposiamo. Sono felice per questo ma l'idea di fare esclusivamente la casalinga dopo aver studiato tanto, circondata inoltre da pochi affetti e poche relazioni sociali, mi fa soffrire. Ma più cerco di fare qualcosa per cambiare la situazione peggio è. Sono cresciuta pensando che l'impegno ripaga sempre ma in realtà devo ricredermi e pensare il contrario. Siamo artefici del nostro destino? In molti casi no. Ormai credo più in un "vivi alla giornata senza aspettarti nulla". Grazie a chi vorrà rispondermi.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
i problemi di coppia dei suoi genitori non dovrebbero essere una sua responsabilità, appartengono a loro e in quanto adulti dovrebbero risolverli senza suoi coinvolgimenti. <I miei genitori non vanno d'accordo (mia ... quando soffrono sto male). Spesso sono io che do a loro la forza per andare avanti.>
Se ne distanzi non è suo compito né suo dovere poiché credo che anche questo oltre alle contingenze non favorevoli per il lavoro di questa fase economica, contribiscano al suo sentire.

Perché poi immaginarsi una vita da casalinga dopo il matrimonio?
Se non si trova bene nel luogo dove risiede ha preso in considerazione l'idea di guardare altrove per darsi altre chances?
Come trascorre il suo tempo?
Quali effettive possibilità si sta dando?
Quali progetti con il suo fidanzato oltre al matrimonio?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie per avermi risposto. Purtroppo vivendo a casa e considerando il fatto che non sono estranei subisco molto il loro comportamento. Mi sento un po' una "mamma". Mia madre mi usa spesso e volentieri come valvola di sfogo, piange e fa la vittima. E io che sono sensibile ci sto male. Mio padre come le dicevo è concentrato su se stesso e non è quasi mai disponibile, pensa che il mondo giri intorno a lui e che tutto gli sia dovuto. Quando non riesce nei suoi intenti o mette il muso per giorni o fa delle sfuriate. Mia madre non è italiana e questo complica le cose perché non è mai riuscita ad ambientarsi o ad essere indipendente . Ha, da sempre, un piede in Italia ma sogna una vita nel suo paese. Io provo sempre a rincuorare tutti ma quando c'è da sostenere me posso contare quasi solo sul mio ragazzo. Da un lato provo pena per loro e mi dispiace, dall'altro invece provo rabbia perché vorrei sentirmi libera di preoccuparmi un po' di me stessa. Si figuri che a volte mio padre esce la sera con amici e io e il mio ragazzo restiamo a fare compagnia a mia madre o a volte, visto che loro non fanno mai niente insieme, faccio uscire mia madre con noi pur di farla svagare un po'. Divento apprensiva quando penso che tra un anno loro resteranno in due a casa. Questo modo di vivere mi blocca e non mi permette di evolvermi
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Questo modo di vivere mi blocca e non mi permette di evolvermi>
Infatti, tuttavia non ha mai pensato che lei comportandosi così con loro contribuisce involontariamente a mantenere in atto il circolo vizioso delle relazioni familiari in cui si trova invischiata?

E che nulla muta nonostante i suoi sforzi?
Lei non è affatto tenuta a fare il genitore di sua madre, assume un ruolo invertito.
è figlia adulta, con tutto il diritto e anche il dovere di occuparsi di se stessa e della costruzione del suo futuro libera da obblighi che sente ma che non le spettano.
I problemi tra i suoi genitori spetta a loro risolverli poiché è loro il rapporto di coppia.
Fino a che sua madre trova in lei una valvola di sfogo continuerà probabilmente nello stesso modo, senza magari pensare a cercare alternative a una situazione che la fa soffrire.
Quanti anni ha la mamma?
Volere bene ai propri genitori non significa stare lì a fare l'ago della bilancia e altro , ma anche accettare che ci sono cose che a lei non è dato cambiare e soprattutto non le spettano come dovere.
Questo non significa né abbandonarli,nè non amarli,anzi mantenere i rapporti con i propri genitori è importante, tuttavia lo è altrettanto modularli in modo funzionale.
Proprio per riuscire a evolversi come desidererebbe e costruire con maggiore serenità il suo futuro.

Molti auguri

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