Malessere profondo

Gentili dottori,
Sto molto male. Ho abbandonato quasi tutto quello che avevo provato a costruire. Sono da ormai 5 anni in cura da una psicoterapeuta di formazione psicoanalitica poiché, 5 anni fa, a inizio università ho avuto una terribile crisi di angoscia che in acuto è stata devastante e poi mi ha completamente paralizzata per alcuni mesi. Per dare spiegazioni al mio male ho cercato in modo acritico e non controllabile risposte online, ho letto a casaccio di tutto e di più e mi ero convinta di essere schizofrenica (negli anni anche asperger, bipolare e borderline), convinzione che sta tornando e che forse non avevo mai del tutto accantonato. Mi sono accorta che non avevo una chiara idea di me e del mondo e che da sempre avevo "finto" di essere "normale", imitando i comportamenti altrui ma poi rientrando in una bolla di niente...nei mesi prima della crisi finalmente mi era parso di riuscire a stare nel mondo e con gli altri ma mi sbagliavo e il crollo è stato violentissimo. E la stessa cosa è successa adesso, dopo vari mesi di "illusione" di nuovo il crollo!! Insomma non so nemmeno io come spiegare questa angoscia terribile che mi attanaglia ma sto davvero molto male, penso spesso al suicidio. Adesso come allora sono bloccata a leggere cose online da settimane (anche su questo sito), è piú forte di me, a volte riesco a dirmi di non farlo ma poi mi ritrovo a farlo, e non riesco a fare quasi nulla. Da sempre non riesco a stare con gli altri né senza di loro... Perdo molto facilmente il contatto con la realtà (anche nei periodi in cui sto " bene")! Non credo di sapere pensare in modo razionale... Non riesco a sentire regolarmente i miei amici e anzi spesso mi sembra un fastidio, o ad andare continuativamente a lezione nonostante i propositi (studio medicina), non riesco ad avere una chiara idea di me e nella mia testa fantastico continuamente, faccio una gran fatica a stare concentrata senza fantasticare senza nemmeno rendermermi bene conto che lo sto facendo. Mi confronto continuamente con qualunque persona, è come se fin da bambina avessi cercato di capire come essere normale, cosa si poteva fare e cosa invece no, cosa si poteva dire e così via. E nel confronto a volte vinco sentendomi "grandiosa" ma il più delle volte perdo. Mi immagino sempre cosa gli altri pensino di me e mi comporto un po' di conseguenza... Ma poco dopo i giudizi che credo abbiano si trasformano sempre in giudizi negativi, io non li reggo e non riesco più a sentirmi bene con loro. Riesco a reggere la realtà e il mondo solo se ho qualcuno accanto come un amico stretto o il mio ragazzo (col quale sto avendo dei problemi ultimamente), perchè altrimenti sono completamente disorientata, non capisco le situazioni, non reggo nulla. In tutto questo faccio pure fatica ad ammettere tutti questi miei deficit e difficoltà e spesso quando sto "bene" non ce la faccio a parlarne a psicoterapia. Sono molto scoraggiata e ho paura di aver finto anche a psicoterapia, di aver sbagliato tutto
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza,

dal momento che sei già in terapia, ritengo corretto che tu ne parli con l'attuale psicoterapeuta.
Se qui ti aspetti un secondo parere, va bene, ma direi che il primo referente è chi già ti segue direttamente e conosce la tua storia.

Quale diagnosi è stata posta?
Quali obiettivi terapeutici sono stati fissati e quali di questi sono stati raggiunti ?

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa,
Grazie per la sua risposta.
Ne sto già parlando a psicoterapia, è che al momento mi sento disperata e mi sembra di aver sbagliato tutto anche lì! Per gli obiettivi, ricordo che all'inizio lei ha detto che il nostro lavoro si sarebbe concentrato sul capire "chi sono io", visto che avevo le idee molto confuse a riguardo quando sono arrivata lí. Non è stata posta nessuna diagnosi, la mia terapeuta dice che c'è una complessità che lei ha presente ma che non si può iscrivere in una diagnosi e che le diagnosi non dicono nulla delle persone. Quando sto così male sentirei molto l'esigenza di dare un nome a quello che mi capita, ma forse vista anche la mia tendenza ad immedesimarmi in ciò che penso di me in un dato momento, avere un'etichetta potrebbe essere in effetti controproducente. Vorrei un vostro parere anche su questo, se potete dirmi cosa ne pensate.
Comunque nei periodi in cui sto "bene", quando studio, do esami e faccio più o meno le mie cose, tutti i turbamenti o le idee bizzarre che mi vengono o le cose che noto di me e che mi spaventano purtroppo me li tengo nel mio mondo privato e a posteriori capisco che mi sono tenuta molto a distanza anche con la psicoterapeuta, che ho finto anche con lei.
Ho tanta angoscia, non vorrei più vivere nella mia testa e non ce la faccio davvero più
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