Angoscia e tristezza per aver tolto l'apparecchio ortodontico. E' possibile...?

Buonasera gentili medici.
Capisco che la domanda che vado a fare sembra stupida...

Proprio oggi ho tolto l'apparecchio ortodontico fisso dopo circa due anni e mezzo, molto prima del termine previsto perché col dentista abbiamo valutato una via alternativa. Avrei dovuto portarlo per almeno due anni ancora.

Il problema è che, dopo tanta impazienza di toglierlo e tanta euforia dopo averlo tolto, ora mi sento triste, sono angosciata. In sostanza, mi dispiace averlo tolto.

Ho presente che continuare a portarlo avrebbe significato ancora svegliarsi all'alba almeno una volta al mese, tagli alle mucose della bocca, mal di testa, mal di denti e non ultimo dispendio economico; ciò non toglie che mi dispiace averlo tolto!

Mi addolora aver interrotto la terapia prima del tempo, il non dover più recarmi presso la struttura (pubblica) che mi ha seguito finora. In più di due anni mi ero anche affezionata allo staff che mi seguiva: si era instaurato anche un certo rapporto umano (ma sempre limitato alle volte in cui mi recavo lì).

Ma perché sono così angosciata?

Dopo la primaria intenzione di non rimetterlo mai più, ora sarei tentata di rimettere l'apparecchio tra qualche mese, a settembre.

Dimenticavo: il motivo per cui l'ho tolto è principalmente il fatto che tra due settimane mi sposo.

Chiedo cortesemente se qualche medico possa aiutarmi a spiegare e gestire e capire questo malessere.

Grazie a tutti.

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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

La invito a riflettere su un aspetto:

probabilmente (siamo online e non conoscendola direttamente di persona non possiamo che ipotizzare), l’angoscia che avverte emotivamente dopo aver tolto l’apparecchio ortodontico, potrebbe derivare da ciò che lei stessa scrive: “Mi addolora aver interrotto la terapia prima del tempo, il non dover più recarmi presso la struttura (pubblica) che mi ha seguito finora. In più di due anni mi ero anche affezionata allo staff che mi seguiva: si era instaurato anche un certo rapporto umano (ma sempre limitato alle volte in cui mi recavo lì)“.

mi spiego: potrebbe essere che l’allontanamento dai professionisti che, anche umanamente, si sono presi cura di lei, le abbia indotto a sperimentare un distacco doloroso proprio da chi si è prodigato per lei.

Come poter gestire questo momento angosciante? Potrebbe pensare di recarsi, qualche volta, a trovare l’equipe medica che l’ha seguita per ringraziare i medici e rivedere chi l’ha aiutata per poi iniziare gradualmente (e non improvvisamente come accaduto adesso) a distaccarsene emotivamente....con tempo e pazienza.

Detto ciò comunque, una consulenza dal vivo presso un/una collega psicologo/a psicoterapeuta potrà fare luce sulle cause di determinate reazioni emotive dolorose che vive e pensare a strategie opportune per poterle gestire.

Auguri per le nozze
Cordiali saluti
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dopo
Utente
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Buongiorno dottore, le scrivo per ringraziarla della gentile risposta ed il ritardo è dovuto al fatto che non ho ricevuto alcuna notifica del suo consulto.
Per tutto questo tempo ho creduto che il mio commento non fosse stato nemmeno preso in considerazione.
Con l'occasione, la aggiorno: non sono mai andata da qualche specialista, l'angoscia è passata via piano piano, sebbene resta un po' di nostalgia.
Di nuovo, la ringrazio per la risposta e sono dispiaciuta per il ritardo nel darle riscontro