Tedio, paura e angoscia

Buongiorno, sono un ragazzo di 22 anni e ho problemi di ansia generalizzata e angoscia. Circa due mesi fa, in coincidenza con la sessione invernale (studio economia), mi sono trovato ad affrontare un periodo, come tutti, di fortissimo stress. Essendo una persona eccessivamente ansiosa, soprattutto quando si parla di esami e di università, e ipocondriaca, mi sono ritrovato con un forte reflusso gastroesofageo e con diversi problemi con la cervicale. Chiusasi la sessione invernale, sono partito per Madrid per qualche giorno insieme ai miei amici. Il fatto di rimanere sveglio fino all'alba per andare in discoteca, la frustrazione per non aver bevuto e mangiato con una persona sana, a causa appunto del reflusso, hanno di conseguenza peggiorato il mio problema allo stomaco e quindi, come già detto, essendo ipocondriaco, anche la mia integrità psichica. Il culmine arriva l'ultima sera, quando, non avendo appetito per via dell'ansia di poter stare male in aereo l'indomani, mentre ero in ristorante con i miei amici ho avuto un attacco di panico: vista oscurata, orecchie tappate, cuore a mille, tremori a gambe e mani ecc. Da lì, apparentemente, sono iniziati i miei problemi. Tornato in Italia avevo paura di riavere un attacco di panico, e, dato che vivo da solo, visto che i miei genitori vivono fuori Italia, avevo paura di rimanere da solo dentro casa perché "se sto male chi mi aiuta?", dunque ho iniziato a dormire da amici. Non riuscivo a concentrarmi, non riuscivo a studiare, avevo paura di rimanere per sempre in questa condizione mentale, non riuscivo a mangiare e il reflusso peggiorava, con il reflusso sentivo dolore al torace, quindi accostavo al cuore, quindi un infarto. Insomma non riuscivo più a vivere bene. Tornati i miei genitori per passare la Pasqua mi sono tranquillizzato, stando in famiglia. Il reflusso era quasi passato ma le turbe erano rimaste e la domanda era sempre la stessa "e ora? che faccio?". Trasferitomi con i miei genitori, lasciando quindi Roma per paura di stare da solo, sono ritornati i problemi con attacchi di panico frequenti e una sottile inquietudine che mi accompagna tutti i giorni. Oggi il reflusso è quasi passato ma ho ancora paura a tornare a Roma,anche se mi mancano i miei amici, ho paura a pensare al futuro, paura di andare ad Ibiza quest'estate con i miei amici. In più ho sempre una sorta di vuoto dentro, demotivazione, penso che tutto quello che faccio non ha uno scopo. Sono sempre stato un ragazzo aperto e tranquillo, con tanti amici e senza altri particolari problemi. Ho solo subito nel periodo del liceo diverse cause d'ansia a livello familiare, anche abbastanza pesanti, ma non sono mai arrivato a questo livello. Ora i problemi familiari sono finiti, anzi non ho niente di cui lamentarmi, vivo in centro da solo a Roma,con una macchina e soldi, senza problemi. Cosa mi consigliate di fare? vedere uno psicologo? o con il tempo mi passerà? Non è giusto che stia così,ho tutto e c'è gente che non ha nulla, mi vergogno.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

Parto dal finale: “mi vergogno”. Di cosa? di provare ansia? Ognuno di noi prova ansia. E poi lei ha la certezza che le persone che pensa stiano bene, stiano davvero bene e non abbiano problemi? Chi non ha problemi?.
Guai a non avere paura/ansia. Saremmo tutti morti a quest’ora perché non riusciremo a percepire quando c’è un pericolo e quindi progettare come fare per affrontare oppure evitare quel pericolo percepito. I problemi subentrano quando questa emozione per: intensità, frequenza e durata, diventa difficilmente gestibile. Ma l’ansia (e la vulnerabilità all’ansia) si cura con ottimi risultati.

La sintomatologia che descrive è abbastanza verosimilmente sovrapponibile ad ansia che lei ha difficoltà a gestire. E i sintomi di reflusso gaftroesofageo possono rappresentare la causa e/o la conseguenza di questa ansia invalidante. Intanto la invito a leggere questo https://sanifutura.it/medicina-e-diagnosi-quantistica/la-pancia-sente-comanda-piu-del-cervello/amp/.

Poi, le suggerisco di seguire questo iter:
- visita gastroenterologica per escludere problemi organici gastrici;
- contattare un/una collega psicologo psicoterapeuta specialista nel trattamento dei malesseri ansia-correlati, avvalendosi primariamente di un inquadramento diagnostico. Una eventuale terapia non può prescindere dalla comprensione diagnostica e funzionale -condivisa- tra terapeuta e paziente.
- avvalersi di un consulto presso un medico o biologo nutrizionista.

Questo perché?
1)Innanzitutto vanno escluse cause organiche al problema del reflusso
2) una eventuale terapia combinata psicoterapica e nutrizionale per lavorare sull’asse mente-sistema gastrointestinale. È noto da recenti studi come alterazioni del funzionamento gastrico accrescano sintomi ansiosi e disagi psichici alterano il microbiota di stomaco e intestino.

Si ricordi che è fisiologico che il reflusso possa determinare la sensazione di avere problemi cardiaci . Non per nulla stomaco e cuore, non solo sono anatomicamente vicininissimi ma entrambi contengono (seppur in quantità diverse) cellule neuronali identiche a quelle presenti nel sistema nervoso centrale. Se facciamo 2+2 tutto torna...

Eventualmente, per quanto concerne la terapia psicologica opti per un collega specialista in psicoterapia cognitivo comportamentale oppure strategica breve. La sua Provincia è ricca di colleghi specialisti in entrambi gli orientamenti che rappresentano le modalità terapeutiche maggiormente valide nel trattamento di problematiche ansiose.

Cordiali saluti

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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dopo
Utente
Utente
Innanzitutto vorrei ringraziarla per la assoluta tempestività di risposta. Comunque per quanto esaustivo sia stato non mi sono espresso bene. Il mio problema ora come ora riguarda una forte componente di noia mista ad angoscia e vuotezza che si alterna nell'arco della giornata, specialmente nel pomeriggio e verso sera. La maggior parte delle cose che faccio durante il giorno non mi soddisfano, e questa cosa mi mette ansia e tristezza.Non so se mi sono spiegato o se si capisce il concetto.
Mi sono dimenticato di scrivere che ho fatto sia una visita dal cardiologo che dal gastroenterologo e mi hanno detto la stessa cosa: stress e ansia.
Io l'anno scorso sono stato in Erasmus per un anno in Spagna, può essere che questa componente ansiosa si è unita ad una monotonia ritrovata tornando in Italia? Perché non riesco a spiegarmelo, sono sempre stato un ragazzo pieno di vita, con voglia di fare cose, e ora tutto quello che faccio mi sembra inutile
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Facendo un resoconto, le emozioni prevalenti che mi pare che lei sperimenti in questo periodo sono:
- ansia/paura
- noia
- tristezza (che verosimilmente accompagna la percezione del non senso di ciò che fa e la circonda)

Non si arrovelli nel cercare spiegazioni da solo al malessere che presenta, altrimenti si innesta un costante rimuginio che riguarda non solo lo stile di vita che non la sta soddisfacendo ma anche la causa di tutto ciò. E ciò diventa cognitivamente ed emotivamente deleterio al quadrato!
Questo sarà un lavoro da fare eventualmente con l’aiuto di un collega specialista.

Occorre che si rivolga, come le ho detto precedentemente, ad un collega psicologo psicoterapeuta per:
- una diagnosi e una comprensione del suo funzionamento cognitivo emotivo e comportamentale andando nel contempo ad indagare se sono presenti note emotive tendenzialmente depressive;
- valutare la possibilità di intraprendere un percorso psicoterapico.

Credo che le sia utile che lo faccia al più presto. Questo non per metterle ansia ma perché, un’accurata indagine diagnostica e l’inizio di una terapia le consentirebbero anche di prevenire un aggravamento dei malesseri che ha esposto.
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