Disturbo di personalità ossessiva e depressione

Salve,
sono una studentessa di medicina 24enne.
Cerco di sintetizzare la mia storia nel modo più breve possibile: ho avuto due episodi depressivi maggiori, uno lo scorso novembre ed uno a fine marzo, intervallati da un periodo ipertimico con irrequietezza psicomotoria, distraibilitá, cospicuo tachipsichismo e aumento del mio rendimento di studi (ho dato anatomia patologica studiando 2 ore al giorno per 4 mesi,perché in quelle due ore rendevo moltissimo, ma tutto il giorno ero totalmente distratta).
Dopo l'esame, passata l'euforia dei primi giorni, c'é stato il secondo episodio depressivo con progressivo e graduale calo dell'umore con sintomi ansiosi molto marcati fino a crisi di angoscia della durata di ore.
In seguito a questo secondo episodio, non riuscivo più ad uscire di casa, ad andare all'università perché venivo colta da crisi di angoscia fortissime, non riuscivo più neppure a rimanere da sola in qualsiasi ambiente, oltre ad avere un tono dell'umore assolutamente depresso, perciò mi sono rivolta ad uno psichiatra.
In tutto ciò, sintomo costante durante tutto il periodo, sia nelle fase depressive che ipertimica,é stata una forte indecisione, prima riguardante scelte importanti (specializzazione post-laurea, reparto dove chiedere la tesi), poi man mano decisioni sempre più piccole (cosa mangiare a pranzo, cosa indossare, se andare una sera in un locale piuttosto che un altro),in seguito alla quale, dinanzi alla scelta, puntualmente NON sceglievo e quindi finivo per non agire.
Lo psichiatra mi ha diagnosticato un disturbo di personalità ossessivo compulsiva ed ho iniziato da aprile una cura con 20 mg di paroxetina + 3 compresse da 0, 25 mg di frontal al giorno, inoltre psicoterapia costituita per lo più dal training autogeno.
In seguito a ciò, la sintomatologia ansiosa si é drasticamente e nettamente ridotta, il miglioramento é stato e continua ad essere assolutamente netto ed evidente, l'ansia é quasi sparita o comunque estremamente ridotta tutt'ora.
Riguardo all'umore, nei primi 15 giorni di terapia ho avuto all'inizio un peggioramento, sono arrivata ad un certo punto a sviluppare la convinzione che la realtà non esistesse, che non fosse reale, e che io stessa non esistessi, questa convinzione é durata alcuni giorni per poi ridursi e sparire.
Dopo c'é stato il miglioramento dell'umore, sono aumentate le mie energie (che prima non avevo, avevo ipersonnia continua, non avevo minima iniziativa di fare nulla), ho ripreso l'iniziativa e l'umore é migliorato.
Adesso, da una ventina di giorni ho nuovamente un calo dell'umore progressivo, il pensiero che la realtà non esista mi sta sfiorando nuovamente la mente, ho nuovamente ipersonnia e mancanza di iniziativa, ma al contempo sono agitata e irrequieta, distraibilitá, ho rinunciato ad un esame universitario perché non riesco a concentrarmi e mi sento molto depressa.
Ho appuntamento dallo psichiatra l'8 agosto ma nel frattempo mi piacerebbe avere un parere
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Deve attendere la visita programmata per capire quale possa essere la condizione clinica eventualmente presente.

Dr. F. S. Ruggiero

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dopo
Utente
Utente
Salve,
il giorno 8 agosto sono andata alla visita dal mio nuovo psichiatra, che ha cambiato diagnosi rispetto allo specialista precedente.
Infatti, mentre il precedente mi aveva diagnosticato un disturbo ossessivo compulsivo di personalità e prescritto 20 mg di paroxetina + 4 compresse da 0,25 mg di frontal, il nuovo specialista mi ha detto che, sì, ho alcuni tratti ossessivo compulsivi di personalità, ma la sua diagnosi è stata di forte depressione nevrotica con lieve bipolarismo.
Ha variato la mia terapia pescivendomi 20 gocce al giorno di Entact 20 mg/di e 1 compressa al giorno di carbamazepina da 200 mg.
Attualmente va un pochino meglio nonostante abbia ancora di tanto in tanto degli sbalzi di umore, delle crisi depressive o dei momenti di disforia.
Vi scrivo per chiedere cosa pensate al riguardo, e per sapere cosa posso aspettarmi a seguito della mia diagnosi..comprometterà gravemente la mia vita? O potrò riuscire a condurre una vita pressochè normale pur continuando a fare terapia?
Inoltre, come è possibile che lo psichiatra precedente avesse fatto una diagnosi ben diversa, pur essendo stato messo a conoscenza degli stessi sintomi?
Sono un po' confusa e mi sarebbe utile sentire un ulteriore parere da persone che fanno questo lavoro.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Nel limite del consulto on line, secondo il mio parere avere dei fenomeni di "eccitazione" nel corso di periodi stressanti non corrisponde ad avere un fenomeno bipolare o tratti di disturbo.

Se si devono incasellare tutti i comportamenti delle persone si finisce per essere tutti malati e non si arriva a nulla.

Del resto, se avesse dei fenomeni di disturbo bipolare la terapia attuale prescritta non sarebbe adatta per due motivi:

- il dosaggio di antidepressivo sarebbe troppo elevato
- il dosaggio di stabilizzatore sarebbe troppo basso


Inoltre, l'uso di carbamazepina richiede monitoraggio dell'emocromo periodico.

Riterrei il caso di sentire un parere differente.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Rieccomi!
È passato ormai un po' di tempo dall'esordio del mio terzo episodio depressivo (quello che l'8 agosto mi ha portata a rivolgermi ad un secondo psichiatra) e attualmente, con la terapia prescritta, sto meglio.
Sono uscita dalla fase depressiva e sono complessivamente più stabile.
Gli sbalzi di umore si sono ridotti, e ho ripreso a studiare anche se, forse a causa dell'antidepressivo, sono tornata lievemente ipertimica, ho dei momenti di disforia, iperattività motoria, accelerazione mentale che si sono ripresentati anche se in forma lieve e complessivamente gestibile.
Tornando dallo psichiatra, mi ha adesso ridotto l'antidepressivo e aumentato la dose di carbamazepina.
Mi è stato detto dal medico che il mio è un bipolarismo lieve del tipo "a rapida ciclicità " e che la scelta della carbamazepina si giustifica appunto perché in questo tipo di bipolarismo molti studi l'hanno rivelata più efficace del litio e di altri stabilizzatori.
Io ho visto per ora un miglioramento generale della mia condizione, ma rimangono delle paure legate al mio futuro e alla possibile evoluzione della mia malattia che, essendo ancora giovane, pesano un po'...
In particolare, mi chiedo: sarò in grado di condurre una vita pressapoco normale? In che modo questa patologia condizionerà il mio avvenire e le mie scelte di vita?
Starò di nuovo male a periodi e devo "rassegnarmi" a momenti di sofferenza alternati ad altri di benessere, o la terapia riuscirà a prevenire ricadute e peggioramenti?
Se poteste darmi qualche delucidazione e consiglio in merito, ve ne sarei grata.
Io avevo una vita già per buona parte immaginata e organizzata, adesso questa diagnosi mi destabilizza e mi fa porre tante domande a cui non trovo risposta da sola.
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