Escherichia Coli 104, batterio killer?

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Dr. Mario Corcelli Medico legale, Medico igienista

E' soltanto un'altra delle solite guerre commerciali tra nazioni o c'è veramente da avere paura? Nessun allarmismo, basta lavare accuratamente frutta e verdura e lavarsi spesso e bene le mani.

Come al solito, il tono dei mass media in questi giorni è esageratamente drammatico: con questo articolo cercheremo di comprendere meglio a cosa ci troviamo di fronte.

Cosa è l'Escherichia Coli?

Escherichia Coli convive con noi in perfetta simbiosi forse da millenni, vivendo come germe saprofita nel nostro intestino.

Per questo, è usato come indice di contaminazione fecale dell'acqua e degli alimenti.

Si chiama così dal nome dello scopritore, Theodor Escherich, medico pediatra e batteriologo tedesco, 1857-1911. L'interesse di questo scienziato fu rivolto soprattutto all'igiene e alla prevenzione, tanto che nel 1903 (incredibile!) pubblicò un articolo divulgativo rivolto alle donne soprattutto per prevenire la mortalità infantile, all'epoca assai alta per le infezioni intestinali, causate anche dall'allattamento al seno in condizioni di carenza igienica.

E.Coli fa parte del gruppo dei batteri fecali, detti appunto coliformi (da colon, che è l'ultimo tratto intestinale prima del retto), assieme a Enterobacter, Klebsiella, Citrobacter e Serratia ed altri.

Generalmente è un batterio non solo pacifico e inoffensivo, ma addirittura utile per noi, finchè rimane confinato nell'intestino; infatti contribuisce alla produzione di vitamine del complesso B. e della vitamina K.

Ma se va a finire in ambienti diversi dall'intestino, come la vescica, una ferita cutanea, nel sangue, ecco che si trasforma in un terribile germe patogeno (molte donne sanno cosa significa avere una cistite da E.Coli!).

Ma dire Escherichia Coli è alquanto generico, sapendo che vi sono ben 171 diversi sierotipi, tra cui alcuni ceppi che causano emorragie intestinali (EHEC) e che producono una vero-citotossina; ecco perché questi ceppi EHEC vengono anche indicati come STEC (Shiga like-Toxin Esterichia Coli) o VTEC (VeroToxin Escherichia Coli).

I ceppi di E.Coli che producono la vero-tossina sono stati individuati fin dagli anni 80, il più importante finora era il ceppo 0157:H7; all'epoca causò negli USA una epidemia di colite emorragica veicolata da hamburger contaminati; nel 1996 una importante epidemia in Scozia (500 casi e 20 decessi); nel 2008 vi furono in Europa 3159 notifiche di infezione da VTEC e 146 casi di sindrome renale. Ma sono stime sicuramente inferiori alla realtà; il reale peso delle malattie correlate ai VTEC è ancora sconosciuto.

Quello che è oggi alla ribalta della cronaca è un'altra variante di E.Coli; fino a poco tempo fa sconosciuta in Europa.

Come le precedenti VTEC, oltre a produrre una colite emorragica (CE), produce la tossina citotossica; questa dall'intestino passa al sangue e va colpire i reni, provocando una distruzione dei globuli rossi (emolisi) ed una grave insufficienza renale (uremia); di qui il termine di sindrome emolitico-uremica o SEU, con la necessità di una emodialisi

Contrariamente ai ceppi saprofiti di E.Coli, anche questa variante attacca la mucosa intestinale, distruggendo i microvilli e liberando la tossina che entra nel sangue attraverso i capillari della mucosa intestinale.

Questo batterio si trova nell'intestino di numerose specie animali, soprattutto nei bovini; perciò, le feci dei bovini costituiscono un importante serbatoio per l'infezione umana.

Secondo l'OMS il ceppo individuato in Germania è nuovo, mai isolato fino ad ora; è una variante molto aggressiva, tossica e purtroppo resistente agli antibiotici.

L'infezione da E.Coli 104, quindi, è una zoonosi, ovvero una malattia trasmessa dagli animali all'uomo.

Il ceppo attuale, denominato 0104:H4 VTEC, non è un ceppo "mutante", ossia non ha geni modificati, ma ha acquisito nuovi geni per meccanismi di ricombinazione naturale fra batteri.

Perciò, parrebbe escluso il solito sospetto che il batterio sia stato intenzionalmente modificato in laboratorio, sebbene una manipolazione in laboratorio possa aver favorito, sia pure involontariamente, lo scambio di geni fra batteri di diversi ceppi; chissà se un giorno verremo a scoprire che è stato l'uomo il responsabile volontario o involontario della nascita di questo ceppo patogeno.

Sicuramente anche l'abuso degli antibiotici negli ultimi decenni può avere favorito la resistenza batterica e la nascita delle varianti batteriche; ogni microrganismo, si sa, per sopravvivere, si adatta, cambiando.

Finora sono stati registrati casi in 10 Paesi europei (la maggior parte in Germania settentrionale, ma anche in Austria, Danimarca, Francia, Olanda, Norvegia, Svezia, Spagna, Svizzera e Gran Bretagna); qualche caso anche negli USA. Fino ad oggi in Italia nessun caso.

Viene data la colpa ai cetrioli, ma pare che questi non c'entrino per nulla, almeno dalle analisi fino ad ora effettuate, tutte negative.

Ancora non si sa per quale via precisa venga diffuso l'E.Coli VTEC 104, sicuramente è il cibo contaminato e assai probabilmente si tratta di frutta e verdura oppure carni macellate di carcasse contaminate o formaggi prodotti con latte contaminato; si sa solo che la trasmissione avviene per via orale.

Altro mistero è il fatto che fino ad ora abbia colpito quasi esclusivamente le donne e le donne di una certa età.

 

Quali sono i sintomi da infezione di E. Coli 104?

Diarrea mista a sangue, spesso niente febbre e spesso niente dolori addominali; fortunatamente la maggioranza delle persone guarisce nel giro di qualche giorno; in una piccola parte la tossina va a colpire i reni provocando anemia ed insufficienza renale acuta.

 

Come si fa la diagnosi?

Mediante esame microbiologico delle feci, in cui viene isolato il batterio; mediante tecniche immunologiche (ELISA) per la ricerca diretta delle tossine nelle feci; mediante prove biologiche.

E' stato anche messo a punto un metodo specifico per la ricerca del ceppo epidemico VTEC O104:H4 negli alimenti.

In Italia è stata allertata una rete di laboratori su tutto il territorio nazionale e molti centri di nefrologia pediatrica.

 

Come si cura questa infezione?

Non con la terapia antibiotica, che, purtroppo, non si è rivelata efficace. La sola cura consiste nel reidratare il paziente (per compensare le perdite di acqua per la diarrea) e nella dialisi (se subentra un blocco renale).

 

E' giustificato l'allarmismo?

Sicuramente no, anche se si sta dando avvio ad una insensata guerra commerciale, perché ogni occasione è buona per farsi le scarpe tra nazioni!. Ma nemmeno va minimizzato il pericolo.

Assumere antibiotici a scopo preventivo non è giustificato, anzi è controproducente; i batteri in qualche modo "mortificati" dall'antibiotico rilasciano una quantità superiore di tossina, aumentando la concentrazione di questa nel sangue e quindi un maggior danno ai reni.

Per prevenire l'infezione è sufficiente adottare le semplici regole della prevenzione, ossia l'igiene; questa consiste semplicemente nel lavare bene frutta e verdura, nel cuocere bene le carni, nel lavarsi bene e spesso le mani.

 

Vedasi a proposito della recente emergenza sanitaria lo speciale Medicitalia su Escherichia Coli:

 

 

Fonte: Istituto Superiore di Sanità.

Data pubblicazione: 15 giugno 2011

Autore

mariocorcelli
Dr. Mario Corcelli Medico legale, Medico igienista

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1974 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Milano tesserino n° 15857.

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