Il Sildenafil (Viagra) può essere anche un cardioprotettore

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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Il Sildenafil (Viagra), primo farmaco efficace nel trattare alcuni problemi erettivi e scoperto un po’ per caso durante ricerche mirate invece a studiarne la sua efficacia in alcune patologie cardiache, sembra ritornare alla sua indicazione originaria e risultare utile proprio nella cura di una particolare patologia cardiaca, la cardiomiopatia che interessa in modo particolare i diabetici e sembra prevenirne il grave scompenso cardiaco.

L’ha dimostrato un gruppo di ricercatori italiani della Sezione di Fisiopatologia Medica ed Endocrinologia dell’Università La Sapienza di Roma.

La ricerca, ora pubblicata sulla rivista Circulation, sostiene che il Sildenafil, meglio noto col nome di Viagra, può curare la cardiopatia che porta al progressivo indebolimento e all'aumento di volume di un cuore “affaticato”,  come spesso si può riscontrare in presenza di una iperglicemia non ben compensata.

L'effetto terapeutico positivo è stato proprio evidenziato da questo studio in maschi, età media 60 anni, con cardiopatia, causata dal diabete, ma ancora senza sintomi, cioè senza disturbi clinici significativi.

Lo studio mostra come i soggetti, trattati con il 100mg di Sildenafil al giorno, hanno ottenuto un ritorno ad un buon funzionamento del loro cuore, con un miglioramento della regolare contrazione cardiaca.

Questo nuovo lavoro clinico apre altri orizzonti terapeutici, soprattutto per alcuni particolari problemi cardiaci e sfata la presunta pericolosità, che un’informazione non corretta aveva diffuso, secondo cui questi farmaci, usati generalmente contro l’impotenza erettile, fossero a prescindere dei farmaci controindicati in tutti i pazienti cardiopatici.

L’unico dato certo ancora oggi invece è che questi farmaci non vanno mai indicati e prescritti in associazione con i nitroderivati, farmaci spesso usati invece nel trattamento di pazienti affetti da una cardiopatia ischemica.

 

Fonte:

http://circ.ahajournals.org/content/early/2012/04/11/CIRCULATIONAHA.111.063412.abstract?sid=35895b97-82ac-48c9-87fc-21838c128953


Per approfondire
:

Nuove terapie emergenti nel trattamento della disfunzione erettile

 

Data pubblicazione: 17 aprile 2012

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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2 commenti

#2
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Questi farmaci sono tutti inibitori della PDE5, quindi con un meccanismo d'azione simile e si potrebbe pensare ad una loro identica azione anche a livello cardiaco ma al momento non ho altre informazioni precise al riguardo.

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