Dieci notizie poco note sul pene

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

 

Il pene è una struttura anatomica antica.

La prima decritta come “pene” risale ad un organismo comparso 425 milioni di anni fa e appartiene a un artropode soprannominato "Colymbosathon Ecplecticos", che in greco vorrebbe dire "nuotatore incredibile con un pene di grandi dimensioni".

 

 

  • Il nostro pene è due volte più lungo di quello che appare; infatti i corpi cavernosi del pene, oltre alla parte visibile, si estendono per una lunghezza analoga e si “attaccano” lungo le due branche ischiopubiche interne della pelvi.
  • Falsa la correlazione, fatta in un recente passato, tra dimensioni del pene e lunghezza dei piedi. Studi più aggiornati hanno smentito una vecchia ricerca, pubblicata nel 1993, mentre uno studio più recente, fatto da un gruppo di ricercatori iraniani, pubblicato sull’International Journal of Impotence Research, avrebbe trovato relazioni significative con l'altezza di una persona e la lunghezza del suo dito indice (anche questa è una correlazione ancora tutta da confermare).

 

   

 

  • Il pene di un uomo in erezione può avere diverse direzioni ed angolazioni: puntare a destra, a sinistra, verso l’alto o verso il basso. Uno studio fatto su 1.565 uomini nel 4,9% dei casi i loro peni avevano una direzione tra gli 0 e i 30 gradi, nel 29,6% tra i 30 e i 60 gradi, nel 30,9% tra i 60 e gli 85 gradi, nel 9,9% tra gli 85 e i 95 gradi, nel 19,8% tra i 95 e i 120 gradi e infine nel 4,9% tra i 120 e i 180 gradi. Quindi niente drammi se il pene “punta” a destra o sinistra oppure se è un po’ curvo, purché la curvatura non superi i 30 gradi.
  • Oggi sappiamo che non vi è alcuna correlazione tra le dimensioni di un pene flaccido e quando questo va in erezione. Alcuni peni sono apparentemente piccoli “a riposo” ma quando vanno in erezione acquistano una “dimensione” significativa e normale mentre altri peni sono voluminosi in stato flaccido ma quando vanno in erezione così rimangono.

 

 

  • Un bimbo può nascere già con il suo pene in erezione, ma sono state documentate ecograficamente anche erezioni fetali che sembrano verificarsi più frequentemente nelle fasi REM del sonno.
  • La maggior parte degli uomini ha da tre a cinque erezioni durante la notte mentre sogna, cioè nella fase REM del sonno; questo “comportamento” del nostro pene non è ancora completamente chiarito; un’ipotesi, ancora tutta da verificare, parla di un fenomeno fisiologico che impedirebbe un’enuresi notturna, cioè l’erezione impedirebbe una minzione non voluta. Altre ipotesi collegano queste erezioni al picco di produzione circadiana di testosterone che un uomo ha e che inizia a presentarsi intorno alle 3-4 della notte. Un’altra ipotesi è che la fase REM del sonno bloccherebbe la produzione di adrenalina da parte di alcune cellule del Locus Coeruleus, struttura anatomica che si trova nel tronco cerebrale; l’adrenalina è una sostanza che inibisce la normale erezione dei corpi cavernosi del pene.

 

 

  • Altro aspetto curioso è l’”ultima erezione”, cioè l’erezione che molti medici hanno osservato negli attimi subito dopo la morte; questo viene osservato ad esempio dopo una impiccagione e qui si ritiene che la pressione del cappio sul cervelletto possa esserne la causa. Questa erezione è stata segnalata anche nelle morti causate da ferite d’arma da fuoco alla testa ed in alcuni avvelenamenti.
  • Il pene si può traumatizzare e “rompere”; la situazione più frequente in cui si verifica una frattura è durante un rapporto particolarmente vivace e “vigoroso” ed il pene è in erezione; le strutture del pene coinvolte sono generalmente quelle fasce fibrose che lo “rivestono”; la frattura è accompagnata da dolore, gonfiore, ematomi ed il pene perde la sua erezione; in questi casi bisogna sempre in urgenza procedere alla sua correzione; la posizione in cui è più facile che ciò avvenga è quella in cui la partner sta sopra.
  • E’ difficile poter controllare completamente il momento in cui avviene l’eiaculazione; questo fenomeno infatti, è solo in parte controllato dalle strutture cerebrali superiori mentre in buona parte si tratta di un riflesso, legato alle strutture neurologiche spinali e quindi non controllabile.
  • La masturbazione non crea danni di alcun genere; oggi è considerata, in particolare nelle persone giovani, una sorta di "prova generale" che permetterà a loro poi di manifestare e "praticare", senza problemi ed inutili ansie, tutte le varie e diverse manifestazioni che caratterizzano una regolare attività sessuale.

 

Altre informazioni

https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/202-le-misure-del-pene-le-pene-del-pene-cioe-quando-il-pene-e-piccolo.html

https://www.medicitalia.it/news/andrologia/5494-quali-sono-le-giuste-misure-per-un-pene.html

https://www.medicitalia.it/news/andrologia/3487-il-gallo-non-ha-il-pene.html

 

Data pubblicazione: 23 agosto 2018

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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5 commenti

#1
Dr. Andrea Militello
Dr. Andrea Militello

Bellissima news o chiamamolo....articolo viste le numerose informazioni
Complimenti Giovanni

#2
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Caro Andrea,

grazie per le tue positive osservazioni.

Ancora un caro saluto.

#3
Utente 570XXX
Utente 570XXX

Oddio!! Ma nel caso uno si fratturi il pene in quanto tempo bisogna intervenire?

#4
Utente 570XXX
Utente 570XXX

E più che altro cosa succede se si interviene dopo troppo tempo?

#5
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

A vera frattura avvenuta bisogna essere visti generalmente in urgenza conseguenze future possono essere cicatrici, fibrosi, incurvamento del pene.

Senta ora il suo andrologo di fiducia e si ricordi comunque che sempre la visita medica specialistica in diretta rappresenta il solo strumento valido per poterle dare un’indicazione diagnostica mirata e poi eventualmente, quando è possibile, anche una prospettiva terapeutica corretta e che le informazioni fornite via internet vanno sempre intese come meri suggerimenti clinici e di comportamento.

Un cordiale saluto.

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