Malattia di Peyronie: nuovo approccio terapeutico miniinvasivo

ginoalessandroscalese
Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo

La malattia di Peyronie è ’ una malattia benigna che interessa la tonaca albuginea (composta da collagene) che avvolge i corpi cavernosi del pene deputati a garantire la erezione; le cause non sono ben note comunque quella più accreditata è quella dei microtraumi ripetuti del pene in seguito ad attività sessuale, la infiammazione che ne deriva esita con il formarsi di una fibrosi circoscritta e  conseguente retrazione cicatriziale ed incurvamento penieno.

E’ in fase di sperimentazione una nuova terapia che si basa sull’utilizzo di un enzima quale è la Collagenasi  del Clostridium Histolyticum  (Xiaflex).

Lo studio condotto in doppio cieco fra pazienti trattati con il farmaco e pazienti trattati con il placebo (cioè sia gli sperimentatori che i pazienti non sanno chi dei pazienti arruolati riceva la terapia); sono stati coinvolti dodici centri Urologici Americani fra agosto 2008 e ottobre 2009. I pazienti arruolati affetti da tale patologia sono stati 147; gli stessi sono stati suddivisi in due gruppi in base all’entità della curvatura (un gruppo con curvatura fra 30 e 60 gradi ed un gruppo con curvatura fra 61 e 90 gradi). Ai pazienti erano iniettate 2 dosi di farmaco per ogni ciclo ogni 6 settimane per un totale di 3 cicli.

A controllo dopo 36 settimane i pazienti trattati con collagenasi presentavano una riduzione pari al  32,4% della curvatura rispetto ai pazienti non trattati.

 

Conclusioni

Esiste un razionale per la efficacia del trattamento con Collagenasi di Clostridium Histolyticum (Xiaflex) in quanto la albuginea è una tonaca costituita da collagene e se questo viene prodotto in esubero l’enzima collagenasi dovrebbe degradarlo; è un trattamento ancora sperimentale in fase di approvazione da parte dell’FDA Americana (Organo di controllo su cibi e farmaci prima della loro immissione in commercio) e se i dati preliminari sono confermati e supererà i rigidi controlli di sicurezza ed efficacia nel momento in cui entrerà in commercio rappresenterà il trattamento di prima linea per il trattamento della malattia di Peyronie. Ad oggi non esiste ancora un trattamento standardizzato (cioè uguale per tutti) di sicura efficacia e validato da basi scientifiche.    

 

Atti congresso AUA (American Urological Association)  maggio 2011

Data pubblicazione: 22 maggio 2011

4 commenti

#1
Foto profilo Specialista deceduto
Dr. Giorgio Cavallini

Lo studio che citi è soggetto a numerose critiche, fra l' altro i parametri sono soggetti, quindio poco o nulla applicabioli ad una popolazione che nei 2/3 dei casi ha depressione reattiva o ipocondria rettaiva secondaria a malattia stessa. peraltro uno studio simile di Gelbart del 1974, nessuno è mai stato in grado di replicarlo.
"Ad oggi non esiste ancora un trattamento standardizzato (cioè uguale per tutti) di sicura efficacia e validato da basi scientifiche".
Quanto a questo assunto la letteratura è concorde che non può e non deve esistere tale trattamento. Ti allego mio link. https://www.medicitalia.it/minforma/andrologia/1335-il-morbo-di-la-peyronie-il-non-punto-della-situazione.html

#2

E' ovvio che i dati pubblicati al congresso Americano sono solo preliminari. Prima di esprimere giudizi derivanti dalla letteratura aspettiamo il giudizio della Food and Drug Administration (FDA) Americana che prima di immettere in commercio un prodotto esegue una analisi molto rigida sulla reale efficacia e sulla presenza di eventuali eventi avversi.

#3
Foto profilo Specialista deceduto
Dr. Giorgio Cavallini

Appunto, ma nel Peyronie non può esistere ovvero fa veramente fatica ad esistere un principio attivo di per se, solo ta terapia di combinazione ha dato effettti abbastanza (abbastanza) validati fino ad ora: sono dati non smentiti, si parla dal 202 in poi.

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