Autoerotismo maschile e femminile a confronto

valeriarandone
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo

Il primo è indispensabile, il secondo opzionale.
Il primo è fisiologico, il secondo scandaloso.
Il primo può coesistere pacificamente con la sessualità di coppia, il secondo è un chiaro sostituto.
Il primo è audace, il secondo consolatorio.

 

Quando si parla di autoerotismo, vi è una marcata scissione tra l’immaginario maschile e quello femminile.

Il maschio, crescendo, vive con serenità e con spontaneità la pratica dell’autoerotismo, in quanto tappa fondamentale della sua crescita psico-sessuale. 

Lo condivide simpaticamente all’interno del gruppo dei pari, vantando il numero di volte possibili e fattibili, quasi come un vanto ed un’affermazione del sé.

Nell’immaginario collettivo, l’autoerotismo per il maschio è lecito, indispensabile e perfettamente sdoganato dall’armadio dei tabù.

Per le donne un po’ meno.

Lo stesso modus operandi è estendibile ai rapporti occasionali, ed al sesso senza amore.

Non dimentichiamo che anche la fase del desiderio - la prima fase della risposta sessuale - in passato veniva relegata esclusivamente al sesso maschile, soltanto dopo gli studi di Basson, è stata associata alle donne.

 

La funzione dell’autoerotismo nella crescita psico-sessuale della donna

Nella mia Sicilia, per fortuna parecchi anni addietro, alle donne veniva concesso il bagno nella vasca esclusivamente da vestite, perché la visione dei loro genitali poteva invitarle alla masturbazione.

Sono passati gli anni, ma parecchi retaggi culturali sono duri a morire.

Qualche confronto

La sessualità femminile, detta di mucosa, è molto più complessa di quella maschile, detta d’organo, decisamente molto più semplice e meno cerebrale.

La scoperta della pienezza del piacere nella donna, avviene molto lentamente nel tempo, ed è spesso un percorso ad ostacoli che oltrepassa i sensi di colpa, i tabù, l’educazione restrittiva e sessuofobica, ed una scarsa conoscenza delle tappe psico-sessuali ed emozionali correlate alla maturazione femminile.

L’autoerotismo femminile, viene spesso messo al rogo, perché correlato ad una sessualità acerba e nevrotica, sostitutiva di un “piacere condiviso”.

Freud fu il primo ad affrontare lo spinoso tema dell’orgasmo femminile.

Freud stesso infatti, distingueva l’orgasmo femminile, in orgasmo vaginale ed orgasmo clitorideo.

Il primo, veniva considerato un orgasmo di serie A, tipico della donna adulta, il secondo invece, un orgasmo di serie B, tipico della donna nevrotica ed acerba.

Anni ed anni di studi di sessuologia hanno dimostrato che non esiste nessuna distinzione tra l’orgasmo vaginale e l’orgasmo clitorideo.

La masturbazione femminile inizia dai protorgasmi ed accompagna la donna ad una sessualità adulta e ad un piacere condiviso, ed è una tappa di fondamentale importanza per la crescita psico-sessuale della donna.

Data pubblicazione: 26 gennaio 2018

7 commenti

#2
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone
#4
Ex utente
Ex utente

Buongiorno dottoressa,
mi scusi ma mi causano un po' di perplessità certe affermazioni come ad esempio "Il primo è indispensabile... il secondo scandaloso" e "il maschio... vive con serenità e con spontaneità la pratica dell’autoerotismo..." mentre "l’autoerotismo femminile viene spesso messo al rogo...".
Forse sarà perché nel mio ambiente certe pratiche, sia nei maschi che nelle femmine, venivano decisamente condannate e colpevolizzate, magari anche punite severamente, in base anche a un certo rigore comportamentale imposto specialmente dalla religione.
Inoltre, mi risulta che anche per chi segue una fede differente dalla nostra certi comportamenti sono inaccettabili perché offensivi verso la loro Entità Suprema.
Probabilmente per noi qualcosa è cambiato nel frattempo: è sparito il rigore ed è stato sostituito dalla maleducazione.

#5
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Buonasera,
sulla maleducazione mi trova in perfetta sintonia, non solo fa parte delle nostre vite, ma è assolutamente ridondante.

Le frasi che lei ha riportato, sono assolutamente provocatorie, scritte “appositamente”, e non veritiere sul piano scientifico; così come trova argomentato da svariate angolazioni in tutto il materiale allegato, e nella video intervista.

Un cordiale saluto.

#6
Ex utente
Ex utente

Buongiorno dottoressa, la ringrazio per la precisazione.
Non avevo colto l'impostazione provocatoria dell'articolo; in verità mi sembra un po' difficile captarla.
Cordiali saluti

#7
Dr.ssa Valeria Randone
Dr.ssa Valeria Randone

Grazie per il riscontro.

In cance allo scritto, c’è allegato davvero tanto materiale come approfondimento.
Il tema è trattatato da svariati punti di vista, così la provocazione - dissonante con il resto dello scritto - pensavo potesse far riflettere, ed arrivare dove il “linguaggio scientifico e noioso”, non arriva.


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