Gestire la rabbia.

Strategie per gestire la rabbia

sabrina.germi
Dr.ssa Sabrina Germi Psicoterapeuta, Psicologo

La rabbia è un’emozione potente e inevitabile: non va combattuta come un nemico da eliminare, ma compresa e trasformata. Secondo l’approccio della terapia breve strategica, è fondamentale smettere di alimentare la rabbia con strategie disfunzionali (repressione, esplosione automatica, vendetta) e iniziare a usare la rabbia come segnale: cosa mi sta dicendo? Quale bisogno non è rispettato?

Attraverso compiti mirati, linguaggio strategico e modificazione del sistema reattivo, la persona può recuperare il controllo e usare la propria rabbia in modo più costruttivo: non più una forza che distrugge, ma una spinta che protegge, guida e afferma.

Ecco 5 esercizi pratici per gestire la rabbia secondo la Terapia Breve Strategica semplici, ma molto efficaci se applicati con costanza.

Datti il permesso di arrabbiarti… ma su comando

Obiettivo: interrompere l’esplosione automatica. Quando senti che la rabbia sale, non cercare di reprimerla (peggiora il controllo). Invece, posticipala volontariamente:

“Ok, mi arrabbierò alle 19, per 5 minuti esatti”
All’ora stabilita, vai in una stanza e sfogati: urla (senza danneggiare nulla), scrivi, parla da solo, disegna la tua rabbia.
Dopo alcuni giorni, la rabbia comincia a perdere forza, perché non domina più te: sei tu che la comandi.

Il diario della rabbia consapevole

Obiettivo: trasformare la reazione in osservazione. Per una settimana, ogni volta che ti arrabbi, annota:

  • Situazione (cosa è accaduto)
  • Pensiero immediato (“non mi rispettano”, “è ingiusto”)
  • Reazione fisica (calore, tensione, respiro corto)
  • Reazione comportamentale (urlo, mi chiudo, sbatto la porta)
  • Intensità (da 1 a 10)
    Dopo 7 giorni rileggi: scoprirai pattern ricorrenti (stesse persone, orari, trigger).
    La consapevolezza è il primo passo per rompere l’automatismo.

Il paradosso della rabbia amplificata

Obiettivo: neutralizzare l’emozione attraverso l’eccesso.
Quando senti che stai per esplodere, prova (in modo mentale o fisico) a esagerarla:

“Ok, adesso divento una furia totale, più arrabbiato di Hulk!”
Puoi stringere i pugni, gonfiare il petto, mimare la rabbia.
Dopo pochi secondi la reazione tende a ridursi spontaneamente: il cervello non può mantenere a lungo uno stato emotivo volutamente “teatrale”.
È un modo strategico per riprendere il controllo del corpo e ridimensionare la percezione.

Rabbia canalizzata: la valvola di sfogo rituale

Obiettivo: scaricare l’energia invece di reprimerla o riversarla sugli altri.
Scegli una valvola fissa (ad esempio, sport, corsa, boxe, camminata veloce, scrittura, canto).
Ogni volta che senti la rabbia, dille mentalmente:

“Ti userò più tardi per il mio sfogo.”
Poi, nel momento stabilito, dirigi l’energia lì, come un rituale.
La rabbia è energia pura: se la canalizzi, diventa forza vitale, non distruzione.

La ristrutturazione strategica: da rabbia a messaggio

Obiettivo: trasformare la rabbia in consapevolezza. Dopo ogni episodio, chiediti:

  1. “Che cosa mi stava segnalando questa rabbia?”
  2. “Quale limite ho sentito superato?”
  3. “Che bisogno non è stato rispettato (rispetto, spazio, ascolto, giustizia)?”
  4. “Posso esprimere questo bisogno in modo assertivo, senza esplodere?” In questo modo la rabbia diventa un segnale utile, non una minaccia.
L'obiettivo non deve essere eliminare la rabbia, ma imparare a dialogare con lei.
"Quando la comprendo, smette di urlare.” — G. Nardone
Data pubblicazione: 26 novembre 2025

Autore

sabrina.germi
Dr.ssa Sabrina Germi Psicoterapeuta, Psicologo

Laureata in Psicologia nel 2015 presso Roma.
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Veneto tesserino n° 11942.

Esperta in Psicoterapia Breve Strategica, formata presso il rinomato CTS di Arezzo con Giorgio Nardone, vanta una solida preparazione in psicologia clinica e pedagogia. Specializzata in ambito giuridico-forense, tratta efficacemente ansia, DOC, fobie, disturbi alimentari e relazionali. Offre percorsi personalizzati in presenza e online, unendo competenze avanzate in compassion therapy e mediazione familiare.

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