Intolleranza ai solfiti
Da 15 anni soffro d'asma e da alcuni anni ho delle crisi respiratorie acute, piuttosto preoccupanti, che ho sempre superato con dosi massiccie di cortisone.
Tre anni fa ho subito una crisi molto grave, con chock anafilattico, perdita di coscienza, intubazione, coma farmacologico, ed un mese di ricovero.
Dopo quell'episodio io e mio marito, vista l'impossibilità, dichiarata dai medici, di indicare la causa dell'evento, abbiamo incominciato a documentarci e a studiare.
Abbiamo intuito che all'asma si è sovrapposta un'intolleranza ai solfiti. Da quel momento ho evitato accuratamente alimenti e farmaci contenenti questi composti e le crisi si sono drasticamente ridotte in numero e gravità.
Da due anni però, mi trovo a dover affrontare delle cure ai denti che richiederanno un'anestesia locale. So che in casi come il mio si verificano spesso reazioni allergiche agli anestetici locali, il mio dentista mi ha fornito tre fialette, con i bugiardini, degli anest. che usa, per consentirmi di effettuare dei test e verificarne la tolleranza.
Mi sono rivolta al reparto di allergologia di un grande ospedale. Qui mi hanno risposto che sapevano loro a quali test sottopormi e che le mie fialette erano inutili. Così dopo tre sessioni di test mi hanno consegnato l'esito dal quale risulta che non sono allergica a nulla.
Ma tra i prodotti testati c'era il paracetamolo, anch'esso con risultato negativo, al quale invece sono certa di essere intollerante, per un episodio del 2005 in occasione di un ricovero. Da questo abbiamo intuito che forse sono intollerante non ai principi attivi dei farmaci, ma agli eccipienti, tra i quali spesso si trovano i famigerati solfiti.
Tra l'altro nell'esito dei test si legge:
"Si consiglia di utilizzare anest. locali privi di additivi (solfiti, benzoati), in quanto tali sostanze possono precipitare, in soggetti predisposti, reazioni di tipo pseudoallergico o indurre episodi di broncospasmo".
Perchè? Non avendo svolto nessun test sui solfiti perchè mi suggeriscono di starne alla larga? Se è tutto negativo perchè dovrei essere un soggetto predisposto?
Dopo alcune inutili esperienze con allergologi privati, mi sono rivolta ad un altro ospedale. Il medico esordisce con uno scoraggiante "io di solfiti non so nulla" (e se na vanta pure?). Poi dice che anche qui "non effettuiamo test per eccipienti ma solo per anestetici puri" alle mie rimostranze sul fatto che il dentista dovrà utilizzare prodotti in commercio che gli eccipienti li contengono, il medico pontificava che "per i conservanti, non vi sono test specifici, perchè i meccanismi di innesco delle reazioni non sono quelli tipici delle vere reazioni allergiche".
Quindi l'allergologia studia e cura solo le reazioni "tipiche"? E quelli che come me hanno invece reazioni "atipiche" a chi si devono rivolgere?
Così dopo tre anni di test e visite, sono ancora qui, con le mie fialette e nessuna certezza.
Quando si renderà necessaria un'anest. locale, cosa farò?
Chiedo scusa per lo sfogo.
Tre anni fa ho subito una crisi molto grave, con chock anafilattico, perdita di coscienza, intubazione, coma farmacologico, ed un mese di ricovero.
Dopo quell'episodio io e mio marito, vista l'impossibilità, dichiarata dai medici, di indicare la causa dell'evento, abbiamo incominciato a documentarci e a studiare.
Abbiamo intuito che all'asma si è sovrapposta un'intolleranza ai solfiti. Da quel momento ho evitato accuratamente alimenti e farmaci contenenti questi composti e le crisi si sono drasticamente ridotte in numero e gravità.
Da due anni però, mi trovo a dover affrontare delle cure ai denti che richiederanno un'anestesia locale. So che in casi come il mio si verificano spesso reazioni allergiche agli anestetici locali, il mio dentista mi ha fornito tre fialette, con i bugiardini, degli anest. che usa, per consentirmi di effettuare dei test e verificarne la tolleranza.
Mi sono rivolta al reparto di allergologia di un grande ospedale. Qui mi hanno risposto che sapevano loro a quali test sottopormi e che le mie fialette erano inutili. Così dopo tre sessioni di test mi hanno consegnato l'esito dal quale risulta che non sono allergica a nulla.
Ma tra i prodotti testati c'era il paracetamolo, anch'esso con risultato negativo, al quale invece sono certa di essere intollerante, per un episodio del 2005 in occasione di un ricovero. Da questo abbiamo intuito che forse sono intollerante non ai principi attivi dei farmaci, ma agli eccipienti, tra i quali spesso si trovano i famigerati solfiti.
Tra l'altro nell'esito dei test si legge:
"Si consiglia di utilizzare anest. locali privi di additivi (solfiti, benzoati), in quanto tali sostanze possono precipitare, in soggetti predisposti, reazioni di tipo pseudoallergico o indurre episodi di broncospasmo".
Perchè? Non avendo svolto nessun test sui solfiti perchè mi suggeriscono di starne alla larga? Se è tutto negativo perchè dovrei essere un soggetto predisposto?
Dopo alcune inutili esperienze con allergologi privati, mi sono rivolta ad un altro ospedale. Il medico esordisce con uno scoraggiante "io di solfiti non so nulla" (e se na vanta pure?). Poi dice che anche qui "non effettuiamo test per eccipienti ma solo per anestetici puri" alle mie rimostranze sul fatto che il dentista dovrà utilizzare prodotti in commercio che gli eccipienti li contengono, il medico pontificava che "per i conservanti, non vi sono test specifici, perchè i meccanismi di innesco delle reazioni non sono quelli tipici delle vere reazioni allergiche".
Quindi l'allergologia studia e cura solo le reazioni "tipiche"? E quelli che come me hanno invece reazioni "atipiche" a chi si devono rivolgere?
Così dopo tre anni di test e visite, sono ancora qui, con le mie fialette e nessuna certezza.
Quando si renderà necessaria un'anest. locale, cosa farò?
Chiedo scusa per lo sfogo.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 5.4k visite dal 08/04/2011.
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