Pattern brugada

Buongiorno, circa 5 mesi fa in seguito ad un episodio ipertensivo dovuto verosimilmente ad una crisi d'ansia, è stata rilevata in pronto soccorso la presenza al tracciato elettrocardiografico di un pattern di Brugada di tipo 1 spontaneo che a successivi approfondimenti è risultato essere già presente tale e quale in tracciati fatti più di 10 anni fa.
Ho successivamente eseguito ulteriori accertamenti (ecocardiogramma, test da sforzo e monitoraggio holter) da cui non è emerso nulla di anomalo (nessuna extrasistole nelle 24 ore, normale morfologia cardiaca, nessuna alterazione sotto sforzo).
Nella circostanza è stato ritenuto superfluo il test con la flecainide in quanto l'ecg eseguito in assenza di farmaci risultava già positivo di per sé. Mi è invece stato proposto lo studio elettrofisiologico cui ho preferito non sottopormi.
Nel corso degli accertamenti, e in seguito alle mie ricerche successive, penso mi sia stata data la possibilità di crearmi un quadro abbastanza chiaro della situazione se non per un aspetto: i numeri.
In sostanza mi pare chiaro che esiste un rischio aumentato rispetto alla popolazione "sana" di incorrere in aritmie cardiache incompatibili con la vita ma non sono assolutamente riuscito a capire di cosa si stia parlando in termini numerici.
Se quindi la mia situazione è positività in basale per il pattern di tipo 1 ma totale assenza di episodi pregressi (nessuna sincope, nessuno svenimento, nessun episodio cardiaco di alcun genere) e nessuna familiarità per morte improvvisa o eventi cardiaci resuscitati, quanto devo aspettarmi che il mio rischio sia aumentato? Su 100 pazienti nella mia situazione quanti manifestano eventi avversi a lungo termine?
Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 279
Pochi...Non è possibile esprimersi in termini percentuali precisi perchè i numeri che riguardano la sindrome sono ancora bassi (essendo stata scoperta da pochi anni), ma nel suo caso nonostante il pattern ECG di tipo 1, il rischio è basso (del resto anche nella vita e al di là degli aspetti medici esistono rischi di vario genere e ci si può esprimere solo in termini di basso o alto rischio), a patto di seguire alcune indicazioni: evitare i picchi febbrili (in caso di febbre assumere tachipirina già per ipertermie lievi, intorno ai 37.5/38°C) ed evitare sempre l'uso di determinati farmaci (chieda la lista al suo cardiologo curante).
Cordialità

Dr. Mariano Rillo
Specialista in Cardiologia con Perf. in Aritmologia
Clinica e Elettrofisiologia Interventistica

Segnala un abuso allo Staff
Risposta utile
Utente
Utente
Innanzitutto grazie per la risposta e per la rapidità.
In effetti sono a conoscenza delle situazioni e dei farmaci da evitare ma nonostante ciò proprio pochi giorni fa ho avuto la febbre molto alta (intorno a 40) che per due giorni non sono riuscito ad abbassare sotto i 38 e mezzo con nessun farmaco. Ora mi piacerebbe pensare che aver superato senza alcun evento anomalo questi giorni possa consentirmi di ritenere il mio rischio ancora più a basso!! Ma d'altro canto ha ragione lei, la vita stessa comporta svariati rischi. Io ne ho solo uno in più....
Grazie
Segnala un abuso allo Staff
Aritmie

Cos'è un'aritmia cardiaca? Fibrillazione atriale, extrasistoli, tachicardia: scopri quali sono le alterazioni del ritmo cardiaco e come trattare le aritmie.

Leggi tutto

Consulti simili su aritmie

Consulti su disturbi del ritmo cardiaco

Altri consulti in cardiologia