Colicistectomia e high risk profile

Salve, sono un uomo di 52 anni, con diversi calcoli alla cistifellea e con un paio di coliche presentatesi recentemente.

Sono preoccupato riguardo l'intervento di colicistectomia eventualmente necessario per eliminare tale problema, a causa della mia anamnesi che potrebbe (ma non ne sono sicuro e per questo vi scrivo..) aumentare il rischio di tale operazione e/o inficiarne l'esito.

Riassumo in breve la mia storia critica, partendo dal più recente:
-(ott 2006)intervento emodinamica (impianto stent su IVA cypher[drug eluting]) dopo restenosi precedente stent
-Uso di anticoagulanti, aspirina, etc...
-(gen 2006) installazione stent (non medicato) per occlusione
-diagnosi di cardiopatia e grado di rischio molto alto dovuto a parziale occlusione con angina grado elevato
-diagnosi di cardiomiopatia ipertrofica (c'è chi dice sia genetica e chi no, difficile determinarne l'origine) al ventricolo sinistro, tuttavia essa non dovrebbe presentare rischi di evoluzione nel lungo periodo nonostante inspessimento.
-ipertensione arteriosa
-diabete mellito tipo II
-peso 108 kg ed altezza 1,70 (obesità)
-gastrite
-iperlipidemia

all'ultimo controllo il mio grado di rischio (post impianto stent) risultava minimo, ed i valori regolari, ovviamente prendo diversi farmaci ogni giorno e vita natural durante.


Se fosse necessario posso essere ancora più preciso nell'elencare le varie patologie.

La mia domanda è quindi semplice: a che rischi vado incontro con tale intervento, data la mia situazione pregressa?

un ringraziamento anticipato a tutti i professionisti che vorranno fornire il loro contributo.

grazie
[#1]
Prof. Gian Luca Grazi Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente 14
La presenza di altre malattie, oltre quella per la quale si richiede un trattamento chirurgico, aumenta sempre il rischio operatorio. Che, comunque, non è mai pari a zero per alcuna malattia.

Se lei ha già avuto degli episodi di colica biliare, allora secondo le linee guida internazionali ha l'indicazione per eseguire l'intervento di colecistectomia. Per questo motivo penso che lei debba eseguire un consulto con un medico specialista in chirurgiua generale.

le malattie collaterali che lei presenta potrebbero rendere l'intervento di difficoltosa esecuzione per via laaroscopica. Potrebbe essere che un consulto fra il chirurgo e l'anestesia che potrebbe addormentarla per l'esecuzione dell'intervento concordino di eseguire l'intervento per via laparotomica, cioè con il classico taglio nella pancia.

Potrebbe anche essere che, a scopo precauzionale, venga previsto la degenza in una terapia intensiva nell'immediato periodo post operatorio.

Gian Luca Grazi
Direttore
Chirurgia Generale ad Indirizzo Epato-Bilio-Pancreatico
Istituto Nazionale Tumori "Regina Elena"
00144 Roma - Italia

[#2]
Attivo dal 2006 al 2012
Ex utente
La ringrazio per la risposta, e mi permetto di chiedere a lei ed ai suoi colleghi, visto il mio particolare profilo di rischio, se esiste in Campania o in Lombardia (regioni nelle quali avrei eventuale supporto logistico (parenti) per un eventuale operazione), dei centri di eccellenza per questo tipo di chirurgia. Mi rendo conto che l'intervento in sè è relativamente routinario, chiedevo tuttavia, se fosse possibile usufruire (sempre tramite ssn) di qualche struttura con particolare esperienza nel campo. Cercando su internet ho trovato indicato l'ospedale Niguarda di Milano come possibile struttura di eccellenza in laparoscopia. Senza togliere nulla alle strutture più periferiche, preferirei affidarmi, ove possibile a centri ove c'è un particolare aggiornamento ed un'attività di auditing di buon livello.

Inoltre, riguardo le possibili complicanze indicate dal Prof. Grazi, non mi era ben chiaro se queste potessero andare oltre il (fastidioso ma certamente non vitale) effetto estetico dell'operazione, ed ingenerare rischi seri per la salute, o addirittura (faccio gli scongiuri) per la vita.


[#3]
Attivo dal 2006 al 2012
Ex utente
Aggiungo anche i miei complimenti per l'interessantissimo sito del Prof. Grazi (e del suo gruppo).
Ed abuso ulteriormente della vs disponibilità per un ulteriore quesito al riguardo: la mia condizione di diabetico oltre ai vari problemi che ho elencato, vista la presenza di calcoli alla cistifellea diagnosticati da circa un decennio, potrebbero aver innalzato il rischio connesso allo sviluppo di tumori in quella zona? leggevo di una possibile correlazione tra diabete, cardiopatie, calcoli alla cistifellea e tumore, ma da profano, ovviamente , lascio a voi la parola.

grazie mille
[#4]
Chirurgo generale, Colonproctologo, Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza attivo dal 2007 al 2013
Chirurgo generale, Colonproctologo, Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza
Gentile Utente,
non v'è dubbio che la presenza di una colelitiasi sintomatica rappresenti una indicazione assoluta all'intervento chirurgico di colecistectomia.
La via di scelta è quella laparoscopica. Nel suo caso non ci sono apparentemente controindicazioni assolute alla laparoscopia che però dovrebbe essere preceduta da alcuni "passaggi":
- sospensione dell'aspirina e degli altri anticoagulanti, per passare all'eparina calcica o ad un'altra eparina a basso peso molecolare per il periodo perioperatorio
- valutazione corretta della funzionalità miocardica, valutando la gittata cardiaca (se bassa c'è controindicazione alla laparoscopia)
- valutazione della funzione respiratoria (per quanto lei non abbia citato alcun problema polmonare).
Sono assolutamente daccordo con il prof Grazi sul fatto che ogni intervento - anche il più semplice - ha una percentuale di rischio. Non esistono interventi "banali" (checché ne dica certa stampa...). Nel suo caso il rischio è indubbiamente aumentato, ma ritengo che sia senza dubbio minore della probabilità di sviluppare una complicanza della colelitiasi, come la colecistite acuta, la pancreatite e la calcolosi della VBP. Quindi, secondo me, l'intervento deve essere fatto proprio per evitare il rischio di complicanze della colelitiasi oltre che, evidentemente, per ridurre il fastidio delle coliche recidivanti.
In ultimo, stando a quanto ci descrive, non vedo al momento alcun motivo di aumentato rischio neoplastico.
Auguri
Giovanni D. Tebala
gtebala@medicitalia.it
[#5]
Dr. Andrea Coda Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo d'urgenza 69
caro Signore,
i miei colleghi hanno risposto in modo molto esauriente alla problematica da lei esposta. Ma mi rimane un dubbio: vi è realmente indicazione all'intervento di colecistectomia laparoscopica? Quelle che lei ha avuto (mi pare 2) erano veramente coliche biliari?
Una colelitiasi può essere asintomatica per tutta la vita. lei ha intolleranza ai grassi? Le pareti della colecisti in eco sono ispessite? Questo aspetto avrei piacere di approfondire.
Ovviamente rimane il fatto che in un paziente come lei sarebbe opportuno intervenire in elezione e non certo in urgenza.
Sul rischio di sviluppare un tumore della colecisti in presenza di calcoli, tenga conto che equivale al rischio di avere serie complicanze dopo l'intervento (dal punto di vista statistico). Quindi non si fa una "colecistectomia profilattica" per timore della neoplasia
Cordiali saluti
Dr Andrea Coda

Dr Andrea Coda
Specialista in Chirurgia

[#6]
Prof. Massimo Massari Gastroenterologo, Chirurgo d'urgenza, Urologo, Colonproctologo 64 2
Gent.le Utente
oltre a concordare sostanzailmente con quanto suggerito o proposto dai Colleghi, che saluto, mi permetto di aggiungere un suggerimento e poche considerazioni.
In accordo con il Collega Coda suggerisco, prima di prendere in considrazione un intervento chirurgico di escludere, endoscopicamente, la presenza di una lesione ulcerativa od infiammatoria gastrica o duodenale attiva o pregressa, che possa essere stata la causa dei suoi sintomi ( e comunque l'escludere la presenza di tali patologie riduce il rischio di una possibile complincanza post-operatoria da questi organi; esiste l'ulcera da stress post-operatoria).
le considerazioni, che si raccordano con quanto precedentemente scritto dai Colleghi sono semplici: la calcolosi della colecisti è indicazione all'intervento solo se sintomatica (controlli quindi con il suo Specialista di fiducia ulteriori patologie- cosiddetta diagnosi diffrenziale-); se quella è la causa delle sue "coliche", meglio un intervento in elezione che in urgenza (la calcolosi della colecisti può divenire colecistite, panreatite etc..); sicuramente un intervento con metodica di durata d'intervento il più ridotta possibile è consigliabile (viste le problematiche pregresse cardiovascolari), soprattutto dal punto di vista anestesiologico, ma questo è un semplice consiglio di buon senso; pertanto faccia studiare meglio la sua colecisti e le sue vie biliari (pareti ispessite?- segno di pregresse colecistiti-, calibro delle vie biliari etc..)al fine di decidere con maggiore oculatezza possibile quale tipo di intervento, o meglio di via d'accesso (laparotomica o laparoscopica)le fa correre meno rischi.
Appunto...MENO RISCHI!
fare gli auguri pare non porti fortuna...
in bocca lupo
dr. Massimo Massari

Prof.Massimo Massari
www.massimomassari.it

[#7]
Attivo dal 2006 al 2012
Ex utente
Gentili dottori, a distanza di qualche anno, avendo procrastinato troppo la colecistectomia sono andato incontro ad una colilitiasi con conseguente pancreatite acuta di grado MEDIO e necrosi di grado MEDIO (secondo T.C. effettuata con m.d.c. ed esami del ricovero con PCR 14.4 mg/dl).

Dopo 10gg circa di ricovero ed ad 1 mese di distanza dalle dimissioni mi chiedo
- quando si indica necrosi di grado "medio" (come indicato nella tc con m.d.c.) si fa riferimento alla scala di balthazar? in tal caso si tratta del 30% o del 50% di necrosi dell'organo?

a distanza di 20gg dalle dimissioni (ed 1 mese dall'evento acuto) ho fatto una colangio rmn senza m.d.c. che ha confermato colelitiasi ma non è stato segnalato nulla a carico del pancreas.
Vuol dire che le necrosi sono state "riassorbite" o sono semplicemente ignorate dall'esame per via del m.d.c.?

visto il mio profilo di rischio (vedi primo post dell'intervento) a vostro avviso che rischi corro e che controlli dovrei fare per monitorare i rischi legati alla necrosi del pancreas a breve e lungo termine?

per il momento mi sono rivolto ad una struttura di elevata competenza in ambito laparoscopico (Niguarda di Milano) per iniziare gli esami per l'intervento di colecistectomia.
Una volta rimossa la colecisti a causa della necrosi a quali rischi andrò incontro con il mio pancreas?
vi è qualche legame tra rischio di tumore al pancreas e la pancreatite acuta con necrosi?

grazie in anticipo per le vs risposte e per la professionalità decennale dimostrata da tutti i professionisti che forniscono la propria opinione su medicitalia.
[#8]
Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 13.4k 379
Rimossa la colecisti eviterà nuovi episodi di colica biliare e possibili episodi di ittero da ostruzione calcolotica del coledoco
Per quanto riguarda la necrosi pancreatica potrebbero verificarsi possibili pseudocisti pancreatiche,insufficienza pancreatica esocrina(disturbi digestivi), diabete mellito, pancreatiti croniche ricorrenti.Non esiste attualmente nessun rischio di tumore pancreatico
I colleghi del Niguarda sapranno, in relazione agli esami ed all'entita della necrosi, darle maggiori informazioni in merito.

Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com

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